Cronaca

Nel Martirologio Romano, approvato da papa Gregorio XIII nel 1586, al 10 dicembre è scritto:  <<Ricordo di santa Barbara che, come si tramanda, fu vergine e martire di Nicomedia>> di Bitinia  in Asia Minore, che è l’attuale città portuale di İzmit in Turchia. Secondo altre tradizioni, sembra che Barbara sia nata ad Antiochia o Eliopoli in Fenicia. Il Martirologio di Adone (800 ca.–875), vescovo di Vienne, in Francia, attribuisce a Barbara un’origine italiana, in Toscana. Secondo la leggendaria Passio, redatta in greco, più volte copiata e riscritta, variata e tradotta in latino, ci mostra la bellissima giovane Barbara e il suo gelosissimo padre, il satrapo Dioscoro, di religione pagana che, per proteggerla dai molti corteggiatori, la segregò in una torre con due alte finestre, inoltre, fece costruire anche delle terme private per evitare che la giovane utilizzasse quelle pubbliche. Barbara, vedendo che nel progetto della torre vi erano solamente due finestre, ordinò ai costruttori di aggiungerne una terza, con l’intenzione di richiamare il concetto di Trinità.

Santa Barbara, Francisco Goya – (1746 – 1828) – Museo del Prado – Madrid

Quando il padre vide la modifica alla costruzione intuì che la figlia poteva esser diventata cristiana. La madre di Barbara aveva già abbracciato segretamente la religione cristiana, finendo col rivelare il suo segreto alla figlia la quale, dopo aver sentito alcune preghiere, percepì Gesù all’interno del suo cuore e così diventò cristiana. Barbara, nella sua nuova passione, coinvolse anche la sua amica Giuliana, convincendola a convertirsi al cristianesimo e a pregare insieme a lei. Il padre Dioscuro, di fronte alla conversione di Barbara al cristianesimo, religione che egli reputava degli schiavi, reagì ferocemente trascinando la figlia davanti al prefetto Marciano per farla condannare. Il prefetto cercò di convincere la giovane a desistere da questi insani propositi che, per seguire un culto straniero, la portavano a disobbedire al genitore il quale, con un ricco e giusto matrimonio, cercava il suo bene tenendo così alto l’onore della famiglia.

Ma di fronte all’irremovibilità di Barbara, che si dichiarava cristiana per la vita e per l’eternità, Marciano non poté che cedere alle insistenze di Diosuro, condannandola alla tortura con la flagellazione e al taglio dei seni, facendola poi trascinare nuda per la città, ma un drappo misterioso portato dal vento la coprì rispettando il suo pudore. Barbara venne condannata al fuoco e qui c’è la testimonianza di Giuliana, che si professò pubblicamente cristiana venendo così associata a lei nei tormenti. La Passio racconta che anche il fuoco si spense miracolosamente. A quel punto Dioscuro, che chiese per la figlia la pena di morte, si sostituì al boia e decapitò Barbara. Secondo la leggenda, Dioscoro subito venne incenerito da un fulmine che saettò dal cielo sereno davanti alla martire decapitata. Questo avvenimento venne interpretato come punizione divina per il suo gesto. Era il 4 dicembre dell’anno 306.

I resti di santa Barbara, venerata da sempre dalla Chiesa indivisa, furono portati a Costantinopoli, forse all’epoca dell’imperatore Giustiniano (482565) e poi, cinque secoli dopo, traslate a Venezia nella chiesa di san Giovanni evangelista. Benché non vi siano dati certi sulla sua vita, la figura di santa Barbara è divenuta leggendaria grazie alla Legenda Aurea del domenicano, arcivescovo di Genova, Jacopo da Varazze (12281298), e il suo culto molto popolare per il fatto di essere considerata protettrice contro i fulmini e le morti improvvise e violente.

Santa Barbara V.M., già venerata dai cannonieri e dagli artiglieri nell’assedio di Firenze del 1529, con Breve Pontificio del santo padre Pio XII, il 4 dicembre 1951 è stata proclamata celeste Patrona presso Dio degli Artiglieri, dei Genieri, dei Marinai e dei Vigili del Fuoco, che trovano nell’inclita martire un’ausiliatrice preziosa che li protegge dai pericoli del fuoco.

PIO XII

A perpetua memoria dell’evento

E’ proprio del Romano Pontefice, al fine di fomentare la pietà dei fedeli e di allontanare i pericoli della fede, scegliere dei Patroni presso Dio in modo da poter rivolgersi a loro per aiuto e per modello di vita.
Alle volte accadde però che gli stessi fedeli, quasi ispirati, si scegliessero da soli il proprio protettore, con la susseguente ratifica della suprema autorità della Chiesa. E’ questo il caso di S. Barbara, vergine di Nicodemia, il cui martirio fin dai primi tempi della Chiesa, sia in Oriente che in occidente, commosse tanto i fedeli da additarla quale esempio di fermezza e simbolo di vittoria cristiana. Come da pia e antichissima tradizione, Barbara subì il martirio prigioniera in una torre, che susseguentemente alla sua morte fu atterrata dal fulmine. Nella stessa Alma Urbe i soldati preposti alla difesa di Castel Sant’Angelo la elessero loro potente protettrice, e fra i tanti privilegi ottenuti di stabilirne il culto presso la vicina Chiesa di S. Maria in Traspontina, con l’altare dedicato alla Martire. Altri scritti ecclesiastici sulla vita dei Santi attestano che sin dal 1529 S. Barbara fosse scelta patrona degli Artiglieri (Pyroballistari) e in seguito, dei Genieri, dei Marinai, dei Vigili del Fuoco.

Considerato tutto questo, ci è sembrato opportuno accogliere, per istanza dell’Ordinario Militare, l’Arcivescovo Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, i voti dei militari sopra nominati, per cui si richiedeva il nostro “breve” apostolico onde confermare la Martire quale loro Patrona.

E pertanto, sulle orme dei nostri predecessori riteniamo opportuno aderire volentieri alla richiesta per riconoscimento ufficiale della pietà dei militari sia per il miglior profitto spirituale delle anime loro.
Sentito dunque il parere del Cardinale pro prefetto della Congregazione dei Riti il Cardinale Clemente Vicaria, con piena consapevolezza e nostro ripensamento, nonché per deliberazione nostra e della Sede Apostolica, in forza di questo decreto dichiariamo e proclamiamo S. Barbara di Nicodemia, vergine e martire, principale patrona presso Dio dell’ Artiglieria, del Genio, della Marina e dei Vigili del Fuoco.

Per poter indagare le origini e le cause di una tale scelta, bisogna rifarsi un poco alla tradizione. Si vuole infatti che nel momento in cui Dioscoro colpì con la spada S. Barbara un improvviso terribile temporale si scatena sul luogo del martirio ed un fulmine fa tramortire a terra lo stesso Dioscoro che resta esamine accanto al corpo della figlia.

L’artiglieria che si serve di mezzi che scatenano un più o meno vasto temporale artificiale, rassomigliante ai temporali che scatenano naturalmente e davanti ai quali i corpi degli uomini indifesi senza aiuto di Dio, i marinai che nella loro vita ordinaria vanno più facilmente incontro all’imperversare delle tempeste sui mari, mentre essi devono affidare al più o meno fragile scafo che li trasporta: il Popolo tutto che al primo profilarsi all’orizzonte di lampi e tuoni invoca S. Barbara, non potevano scegliersi una Patrona più adatta di S. Barbara.

Dato a Roma, presso S. Pietro, sotto l’Anello del Pescatore, il giorno 4 del mese di dicembre dell’anno 1951 – XIII del Nostro Pontificato.

 Per speciale mandato del Cardinale per i Pubblici Affari della Chiesa

Gildo Brugnola Cancelliere dei Brevi Apostolici

 

PREGHIERA DEL MARINAIO

A Te, o grande eterno Iddio, Signore del cielo e dell’abisso, cui obbediscono i venti e le onde, noi, uomini di mare e di guerra, Ufficiali e Marinai d’Italia, da questa sacra nave armata della Patria, leviamo i cuori!

Salva ed esalta, nella Tua fede, o gran Dio, la nostra Nazione. Da’ giusta gloria e potenza alla nostra Bandiera, comanda che le tempeste e i flutti servano a lei; poni sul nemico il terrore di lei; fa che per sempre la cingano in difesa petti di ferro, più forti del ferro che cinge questa nave; a lei per sempre dona vittoria!

Benedici, o Signore, le nostre case lontane, le care genti. Benedici nella cadente notte, il riposo del popolo, Benedici noi che, per esso, vegliamo in armi sul mare!  Benedici!

(Antonio Fogazzaro – 1902)

 

PREGHIERA DELL’ARTIGLIERE

Dio Onnipotente ed eterno, a Te, Padre delle genti e Signore dell’universo noi, Artiglieri d’Italia eleviamo i cuori!

Ti ringraziamo per la terra che ci hai donato come Patria.

Ti preghiamo o Signore, dona il riposo eterno ai nostri Caduti.

Eredi del loro generoso sacrificio, noi restiamo fedeli alla loro consegna e alla nostra Bandiera, ma tu, o Signore, resta accanto a noi.

Purifica con il fuoco del tuo amore i nostri cuori e tempra le nostre volontà; rendici degni di promuovere il bene prezioso della pace e di costituire in fraterna collaborazione con tutti i popoli un mondo più libero e più giusto.

Ti preghiamo o Signore, donaci la forza di custodire e difendere, anche con il nostro generoso servizio alla Patria, la serenità delle nostre case e la dignità della nostra terra. Amen.

 

PREGHIERA DEL GENIERE

A te, Dio grande ed eterno che reggi l’universo noi, Genieri d’Italia, eleviamo la nostra preghiera.

Tu o Dio che governi il destino degli uomini, fa’ che tutti noi sull’esempio e per intercessione di Santa Barbara nostra Patrona, testimoniamo in un fedele servizio alla Patria, la nostra fede cristiana e il nostro generoso impegno a difesa della comunità nazionale e delle istituzioni democratiche.

Rendi saldo il nostro cuore, lucida la nostra mente e sicure le nostre mani perché possiamo rettamente operare per il bene e la sicurezza dei nostri fratelli.

Fa’, o Signore, che noi Genieri d’Italia, chiamati più a costruire e a proteggere che a distruggere, siamo sempre costruttori di Pace.

Sostienici nell’adempimento del nostro dovere e nel concorrere a garantire per l’Italia e per il mondo, la libertà, la sicurezza, la solidarietà e la concordia.

Concedi, o Signore, il premio eterno ai nostri Caduti e a tutti coloro che in ogni tempo e sotto ogni bandiera sono morti per costruire un mondo migliore, più libero e più giusto. Amen.

 

PREGHIERA DEL VIGILE DEL FUOCO

Iddio che illumini i cieli e colmi gli abissi, arda nei nostri petti, perpetua, la fiamma del sacrificio.

Fa più ardente della fiamma il sangue che scorre nelle vene, vermiglio come un canto di vittoria.

Quando la sirena urla per le vie della città, ascolta il palpito dei nostri cuori votati alla rinuncia.

Quando a gara con le aquile verso Te saliamo, ci sorregga la Tua mano piagata.

Quando l’incendio, irresistibile avvampa, bruci il male che si annida nelle case degli uomini, non la ricchezza che accresce la potenza della Patria.

Signore, siamo i portatori della Tua croce, e il rischio è il nostro pane quotidiano.

Un giorno senza rischio non è vissuto, poiché per noi credenti la morte è vita, è luce: nel terrore dei crolli, nel furore delle acque, nell’inferno dei roghi.

La nostra vita è il fuoco, la nostra fede è Dio Per Santa Barbara Martire.

 

Diac. Sebastiano Mangano

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