Cronaca

Non tutti i catanesi sanno che col tempo d’Avvento che segna l’inizio del nuovo anno liturgico della Chiesa Cattolica Romana, in occasione della solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, le monache benedettine dell’Adorazione perpetua del Santissimo Sacramento osservano il primo di tre appuntamenti canori all’esterno della chiesa “San Benedetto” di via Crociferi. Il secondo è la mattina del 6 febbraio, davanti al fercolo di Sant’Agata, e il terzo la sera del venerdì santo allorché la processione del Cristo Morto e dell’Addolorata sosta davanti al loro monastero.

  Sabato 8 dicembre, poco dopo il vespro, le claustrali, dietro la cancellata del sagrato, hanno cantato in gregoriano le lodi alla Madonna, compatrona di Catania, venerata nel vicino santuario conventuale diocesano “San Francesco all’Immacolata” e hanno offerto un fascio di fiori bianchi al simulacro settecentesco dell’Immacolata, scortato da due carabinieri in alta uniforme e portato in processione sul pregevole fercolo per l’antico giro monastico senatorio, al quale hanno preso parte l’arcivescovo mons. Salvatore Gristina, il sindaco on. Salvo Pogliese, sacerdoti, seminaristi, guardie d’onore ai santuari mariani, terziari secolari, associati mariani ed agatini, autorità civili e militari.

   La recita del santo rosario e i canti mariani hanno scandito la massima processione mariana cittadina, il cui percorso si è snodato per la discesa Antonino di San Giuliano, i Quattro Canti e via Etnea, con sosta davanti all’ingresso di Palazzo degli Elefanti dove il sindaco ha offerto l’omaggio floreale a nome della Civica Amministrazione.

   La processione è proseguita per piazza  Duomo per entrare in Cattedrale, gremita di devoti e dove il metropolita, visibilmente commosso, ha rivolto un paterno messaggio di misericordia e di concordia, con riferimento all’Esortazione Apostolica “Gaudete et exultate” di Papa Francesco sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo e alla Lettera “Convertitevi” dei vescovi siciliani, nel 25° anniversario del <grido-appello> sul fenomeno della mafia di Papa San Giovanni Paolo II, nella Valle dei Templi di Agrigento.

   A conclusione, genuflesso davanti al venerato simulacro della vergine Immacolata, mons. Gristina ha letto l’atto di Affidamento all’Immacolata, Madre e Regina di Catania, in sintonia con le finalità pastorali diocesane, invocando l’amore benedicente della Madonna sull’impegno dei sacerdoti, dei laici e dei consacrati per condividere “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono”. “A Te affidiamo, Vergine Immacolata -ha concluso l’arcivescovo- la nostra Chiesa e la nostra Città e con immutata fiducia ti rivolgiamo l’antica invocazione con la stessa fede e lo stesso amore di coloro che l’hanno a noi trasmessa: <O Santa Madre del Redentore, porta dei cieli, stella del mare, soccorri il tuo popolo che anela a risorgere…>”.

  Accanto all’arcivescovo hanno sostato in preghiera ed hanno firmato l’atto di Affidamento il vicario generale e moderatore della Curia arcivescovile mons. Salvatore Genchi, il canonico maggiore, vicario foraneo e parroco-rettore del santuario “Santa Maria dell’Aiuto” mons. Carmelo Smedila, il parroco e delegato arcivescovile per la Cattedrale mons. Barbaro Scionti, il rettore emerito del santuario “San Francesco all’Immacolata” frate minore conventuale sacerdote Tommaso Gaudio, il nuovo rettore fra’ Mario Scifo, il cerimoniere arcivescovile sacerdote Pasquale Munzone, il canonico della Collegiata e parroco all'<Immacolata Concezione ai Minoritelli” Giovanni Romeo, il segretario arcivescovile sacerdote Massimiliano Salvatore Parisi, il direttore dell’Ufficio catechistico diocesano sacerdote Gaetano Fabio Maria Sciuto, il diacono ad praesbiteratum Filippo Nunzio Rapisarda.

  Struggenti canti mariani sostenuti dalle note possenti del Grand’Organo della basilica hanno accompagnato la preghiera d’intercessione alla Beata Vergine Maria prima che la processione lasciasse la Cattedrale per le vie Garibaldi e Vittorio Emanuele, sostando davanti ai santuari Madonna dell’Aiuto e Santa Rita in Sant’Agostino e rientrare, infine, nel santuario francescano titolare.

 Antonino Blandini

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