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Adesso è proprio cosa fatta: Alfredo Walter Amato Lenin Novellino (detto semplicemente Walter) ha preso il posto di Andrea Sottil, sollevato dall’incarico di guida tecnica della prima squadra.

Sorpresa? E perché? Nessuna che riguardi l’uscita; per l’entrata, è vero che si era tanto parlato di Gautieri, al punto che Wikipedia lo aveva già dato per allenatore del Catania dal «25 febbraio», salvo, poi, dover correre precipitosamente ai ripari. Per ironia della sorte l’allenatore – anch’egli campano (come Novellino e come tanti altri ai diversi livelli del Catania Calcio) – sarebbe subentrato a Sottil dopo che, nel 2013 era subentrato, nel Varese, a Sottili (non andandogli bene, visto che dallo stesso Sottili fu, a sua volta, rimpiazzato). E sarebbe stata singolare anche l’assonanza con G. (Gaetano) Auteri, una sorta di “oggetto” del desiderio oltre che di “bestia nera” per i nostri colori.

Novellino e l’A.d. Lo Monaco

Comincia, dunque, una nuova avventura, sperando che – eredità a parte (senza beneficio d’inventario) – non contenga certe caratteristiche delle precedenti, senza che ce ne vogliano Lucarelli e Sottil (che tempestivamente qualche sassolino dalle scarpe ha cominciato a toglierselo, a partire dalla curiosa allusione al tema “portiere” seguita dall’annuncio dell’arrivo proprio di un portiere, Bardini). Sperando anche che sia creata una compensazione tra l’ultima presenza di Novellino come calciatore etneo (retrocessione in C; campionato 1986-1987) e questo ritorno sotto mutate spoglie.

Purtroppo, le cose viste dopo la ripresa post-natalizia costringevano a fare quei discorsi cui, forse, alludeva il Signor Direttore parlando di disfattismo. Nessuno (almeno tra quelli come me che sanno che il Calcio Catania non siamo solo noi), se non costretti dall’evidenza (confermata anche dalla scelta appena fatta dalla dirigenza), avrebbe voluto lamentarsi ma tutte le partite – anche quelle vinte – erano condite di sofferenza. Ed io, ad esempio, potendolo fare (grazie, direttore!) avevo preferito diradare i miei commenti pur di non dover ripetere cose diventate luoghi comuni e ferite sulle ferite.

Il portiere Lorenzo Bardini con il direttore Lo Monaco

Gautieri passa per zemaniano e sarriano, Novellino (che non ha niente a che vedere con le arance erroneamente così chiamate nelle nostre contrade) sembra, invece, sposare una più prudente formula «4-4-2» che è diversa da quelle sin qui attuate. Uso il plurale perché una cosa rimproverata iterativamente a Sottil è stata proprio la mancanza di “uno” schema su cui contare con efficacia e continuità. E pur potendosi essere d’accordo sul valore aleatorio dei dogmi, è oltremodo chiaro che i risultati, purtroppo, sono stati spietati.

C’è da dire che prestazioni sconcertanti come quella di Viterbo non le ha sciorinate il “macchinista” ma sono state elargite da quegli stessi giocatori che adesso dovranno dimostrare, giocoforza, “qualcosa”; a cominciare dai centrocampisti che sinora sono stati, nel complesso (cioè come reparto), il tallone d’Achille di questo Catania. Amato Lenin dovrà, ad esempio, vanificare l’accorgimento, ormai consuetamente praticato dagli avversari, secondo cui – irretendo Lodi – si ferma il convoglio.

Domenica si dovrà vedere qualche sprazzo di nuova luce. Ben oltre la “Catania di notte” (bella, bellissima, certo, ma è un altro discorso) della canzone che come inno – lo ripeterò sino alla nausea – non “mi cala” proprio.

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra si è occupato di così tante cose da sentirsi – talora – come uno che non ha concluso niente (lo diceva anche Luigi Tenco ma lui era un grande!)… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi in Storia del Teatro (più precisamente, sull’attualità dell’Opera dei Pupi; Antonio Attisani, relatore; Alfonso Cipolla, correlatore), regista teatrale, uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza e collabora – nella “maggiore età” – con varie testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.

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