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Mercoledì 6 Marzo la Fondazione CON IL SUD ha comunicato l’approvazione del progetto BeeDINI – Vizzini2030, promosso dall’Associazione Officine Culturali impresa sociale ETS di Catania con l’Università di Catania, l’Associazione Regionale Apicoltori Siciliani, il Caffè Sicilia di Noto e l’Associazione Isola Quassùd e selezionato con il bando “Il bene torna comune”.  Il progetto mira a creare nuove imprese sociali che producano prodotti e servizi innovativi agro-alimentari e culturali, sostenendo tale nuova iniziativa imprenditoriale con un programma pluriennale di attività culturali ed educative presso l’ex carcere mandamentale di Vizzini. Un’opportunità di particolare importanza per offrire un’alternativa allo spopolamento della vivace cittadina degli iblei catanesi.

Il progetto risponde ad alcune domande che l’associazione catanese insieme ad alcuni cittadini vizzinesi si è posta: si può offrire una alternativa all’abbandono dei territori delle cosiddette aree interne, soprattutto da parte dei giovani? E l’innovazione del settore agro-alimentare, sia di prodotto che di processo, può contribuire a costruire tale alternativa? E se si vuole innovare anche il modo di fare impresa, un approccio finalizzato non solo al profitto ma anche alla creazione di interesse generale e di impatto sociale può essere utile? E in tal caso, il sostegno di una intera comunità, consolidata mediante un intenso programma culturale con essa immaginato e gestito, può essere una delle chiavi distintive rispetto ad altre iniziative imprenditoriali esclusivamente orientate al profitto?

La proposta di Officine Culturali, capofila del progetto, “BeeDINI – Vizzini2030” in risposta al bando “Il bene torna comune” di Fondazione CON IL SUD, tenta di rispondere a queste domande partendo dalla valorizzazione dell’ex Carcere mandamentale di Vizzini, bene sottoutilizzato candidato dal Comune della cittadina negli Iblei catanesi, che ha intravisto nella sua valorizzazione culturale e sociale una risorsa per tutto il paese. Con l’Università di Catania, l’Associazione Regionale Apicoltori Siciliani, il Caffè Sicilia di Noto e l’Associazione Isola Quassùd ha quindi preso forma un progetto che è stato valutato positivamente dalla Fondazione, avviando così un percorso pluriennale di sperimentazione sociale e culturale che mira alla fondazione di imprese sociali a vocazione agro-alimentare e culturale.

Vizzini

Officine Culturali, capofila e coordinatrice del progetto, metterà a disposizione della comunità vizzinese la propria esperienza maturata in questi anni, in termini di gestione delle attività di fruizione, partecipazione e produzione culturale, confidando che alcuni strumenti finalizzati alla conoscenza e ai processi educativi possano essere utili anche in questo caso a costruire coesione, cambiamento e impresa sociale con finalità di interesse generale. Il terreno è fertile, vista la prolificità con cui i vizzinesi gestiscono manifestazioni come le Verghiane, il museo locale, la biblioteca e molto altro.

L’Università di Catania, con i suoi dipartimenti di Agricoltura Alimentazione e Ambiente (Di3A) e di Ingegneria Civile e Architettura (DiCAr) provvederà ad incentivare pratiche comunitarie e condividere con diverse categorie di cittadini le più recenti innovazioni in campo agro-alimentare (latte e formaggi, olive e miele), per stimolarne l’adozione imprenditoriale, ma anche per usarle in chiave di educazione ambientale e alimentare.

L’Associazione Isola Quassùd contribuirà con la propria esperienza di teatro sociale multiculturale e inclusivo.

L’Associazione Regionale Apicoltori Siciliani in particolare introdurrà il tema della cura delle api e della produzione del miele, recuperando un’antica tradizione territoriale e riproponendola in chiave imprenditoriale ma anche sociale e culturale.

Il maestro Corrado Assenza del Caffè Sicilia di Noto proporrà le molteplici interpretazioni culinarie e culturali che i prodotti agro-alimentari possono assumere, diventando elementi distintivi anche sui mercati turistico-culturali.

Il tentativo sarà quello di coinvolgere i molti giovani vizzinesi, i più piccoli, le famiglie le scuole, ai nuovi cittadini e a quelli storici, nella costruzione di alternative e nuove pratiche sperimentando un percorso di innovazione sociale, dove si proverà a dimostrare che la cultura, lungi dall’essere panacea di tutti i mali, può rappresentare un collante tra le persone e le idee, perché senza tale coesione nessun altro scenario di cambiamento è possibile.

La data del 2030 recitata nel titolo sembra lontanissima, ma è un orizzonte sfidante non solo per valutare i risultati – quelli attesi in termini di partecipazione, creazione d’impresa sociale e occupazione sono già stabiliti – quanto per leggere gli impatti che il progetto e le sue conseguenze avranno sulla vita delle persone coinvolte.

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