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“Puntiamo al riutilizzo di materiali da costruzione, anche al di là del loro primo impiego, attraverso un’attività di decostruzione e non di demolizione: i materiali di risulta come potenziali risorse prime e non scarti, ridurrebbero infatti il consumo di risorse naturali e contestualmente la produzione di rifiuti. Dobbiamo capire che non siamo i proprietari della Terra, siamo ospiti, attraverso un cambiamento culturale che dev’essere radicale. Un contributo a migliorare la qualità ambientale può derivare da tutti i settori in cui l’ingegneria è coinvolta: dall’edilizia ai trasporti, dalla domotica all’ottimizzazione dei processi. È una grande opportunità di sviluppo che dobbiamo cogliere”. Così il segretario dell’Ordine degli Ingegneri di Catania Giuseppe Marano, nelle veci del presidente Giuseppe Platania, durante il convegno “Economia circolare in edilizia”, organizzato da tutta la filiera dell’ingegneria nell’ambito dell’evento “CamBiovita Expo” al Centro Fieristico Le Ciminiere. Un’occasione per discutere delle opportunità di riciclo di prodotti progettati per autorigenerarsi e che ha visto la partecipazione anche dei giovani ingegneri dottorandi Nicoletta Tomasello e Matteo Vitale, che hanno presentato proposte sostenibili al centro di studi e ricerche universitarie.

Un tema che necessita di impegni su vari fronti: “Per poter utilizzare appieno materiali ecosostenibili occorre da un lato uno sforzo da parte del legislatore per fare chiarezza sulle norme in materia, soprattutto sul fronte appalti – ha affermato Mauro Scaccianoce, presidente della Fondazione degli Ingegneri dall’altro, un adeguamento e un allineamento dei capitolati in maniera da permettere e facilitare l’utilizzo dei nuovi materiali e delle nuove tecnologie”. 

Foto di gruppo a “CambioVita Expo”

“Il settore dell’edilizia può costituire l’habitat ideale di tutto ciò che viene considerato rifiuto, come i residui della filiera alimentare e le rocce di scarto, secondo i principi dei Criteri Minimi Ambientali”, ha aggiunto Santi Cascone, past presidente dell’Ordine e docente di Architettura Tecnica presso il Dicar dell’Università di Catania (Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura).

A parlare di “biodegradabile” è stato un altro professore dello stesso Dipartimento, Gaetano Sciuto: “Usare la paglia come materiale di costruzione, per esempio, presenterebbe vantaggi economici sull’impiego e benefici per l’ambiente”. “Attraverso l’utilizzo di fibre materiali e piante per il consolidamento dei terreni, si potrebbe pensare anche a usare la terra come materiale da costruzione ecosostenibile”, ha aggiunto Francesco Castelli, professore di Geotecnica all’Università Kore di Enna. E, nell’intento di formare nuovi professionisti nel settore della bioedilizia, l’Università si adegua all’innovazione: “Come Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura, forniamo ai nostri studenti la formazione adeguata alle esigenze del tempo e del mercato – ha sottolineato il direttore Dicar Enrico Foti – un’ottica che cambia nel rispetto dell’ambiente e anche per la fruibilità sostenibile di una città che guarda al futuro”.

Tra i protagonisti del cambiamento anche le istituzioni: “Uno degli obiettivi prioritari è quello di integrare i sistemi del piano rifiuti e del piano regolatore generale – ha spiegato Biagio Bisignani, direttore Urbanistica del Comune di Catania – occorre ottimizzare la gestione dei rifiuti, e gli spazi che li contengono, secondo i criteri dell’economia circolare, solo così potremo attuare una vera riqualificazione urbana”. Non meno importante poi il settore trasporti, come sottolineato dal direttore generale Fce Catania Salvo Fiore: “Miriamo a incentivare l’intermodalità del sistema del trasporto pubblico, attraverso un lavoro sinergico con gli altri soggetti che operano nel settore. Il cittadino deve trovare nell’utilizzo della metropolitana, per esempio, una valida alternativa all’auto, e i 6 milioni di utenti che hanno preso la metro nel 2018 ne sono una conferma”.

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