Catania News

“Lavoriamo insieme, facciamo rete, diamoci fiducia reciproca”. Questa, in estrema sintesi, la conclusione dell’incontro che si è tenuto nel Salone dei Vescovi, in Arcivescovado, a Catania, sabato 27 aprile mattina, che ha fatto seguito al Messaggio per la Pasqua 2019 che l’arcivescovo Salvatore Gristina ha indirizzato alla città di Catania “Voi restate in città”.

“E’ questa una tappa del percorso”, ha precisato alla conclusione dei lavori Mons. Gristina, “del cammino che vogliamo fare insieme per la nostra città, coinvolgendo anche le nostre comunità e associazioni, anche di altre culture e religioni, per trasformare il dissesto in risorsa”. Perché il punto di partenza dell’incontro, che ha visto una larga e qualificata presenza di pubblico, tra mass media e istituzioni pubbliche e private e di categoria, era proprio quello di affrontare insieme le conseguenze del dissesto finanziario del Comune di Catania, chiamando ad un condiviso “Patto di corresponsabilità”. A introdurre e moderare l’incontro è stato chiamato il giornalista Giuseppe Di Fazio e a relazionare sul messaggio “Voi restate in città” il docente universitario Agatino Cariola.

Fanno riflettere alcune affermazioni come l’invito ad “avere cura della città”, a “sentirsi figli della città”, “il più grosso rischio che si corre, a causa del dissesto, è che ci si possa salvare da soli o che si fugga, scappando come stanno facendo tanti nostri figli, come scelta obbligata”; “non bisogna rassegnarsi al fatalismo”, “il filo rosso – nel messaggio del vescovo – è che tutti dobbiamo riprendere in mano la città e costruirci occasioni di vivibilità, di sviluppo”. Per Cariola, il pericolo che corriamo è che ci si abitui alla “normalità” del degrado con la conseguente progressiva perdita della qualità della vita; occorre, secondo il professore, un cambiamento personale nei comportamenti e un rinnovamento della classe dirigente che ancora tarda a venire.

Un costante richiamo, in più di un intervento, è stato fatto all’invito che Papa Giovanni Paolo II ha fatto alla città di Catania durante la sua visita (il 4 novembre 1994) “Alzati, Catania… State in piedi” e all’esempio del beato don Pini Puglisi che suggeriva di “partire da ciò che inferno non è”, dalle cose buone che, nonostante tutto esistono, così come nel buio più tetro ci sono piccole luci che aprono la via per uscire dal tunnel.

Arricchenti per la riflessione comune gli interventi dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali, delle cooperative sociali e di associazioni cattoliche e del sindaco di Catania Salvo Pogliese, che ha messo a nudo i problemi e i rischi legati al dissesto e riferito sugli spiragli di speranza in possibili aiuti regionali e nazionali.

“Apriamo le nostre braccia e lavoriamo insieme”: è l’invito, in chiusura, a mettere in pratica il “patto di corresponsabilità” auspicato dal nostro arcivescovo che ha indicato, come diretto interlocutore, don Piero Sapienza, “in questo cammino e dialogo che vogliamo fare per la nostra città”, e una mail per i contatti (pastorale.lavoro@diocesi.catania.it).

Vincenzo Caruso

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