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Saranno diciannove quest’anno le produzioni internazionali in concorso alla49.a edizione del Giffoni Film Festival 2019, in programma a Giffoni Valle Piana (Salerno)  dal 19 al 27 luglio, provenienti dall’Europa e dal resto del mondo (Giappone, Corea del Sud, Canada, Stati Uniti d’America). I film in preselezione  tra i 4000 titoli giunti  fino ad oggi (tra corti e lungometraggi) stanno attualmente passando sotto l’attento giudizio del  team della direzione artistica di “Giffoni Experience”, che ne sta valutando l’ammissione al concorso.  Successivamente saranno i ben 6140 giurati che si confronteranno su questa messe di opere per decretarne alla fine i vincitori, assegnando il “Gryphon Award”. Tempo fino a fine maggio, data della deaadline, entro la quale presentare i film. Sette, come sempre, le sezioni competitive del Festival: “Elements +3” (dai 3 ai 5 anni), “Elements +6”  (dai 6 ai 9 anni), “Elements +10” (da 10 ai 12 anni), “Generator +13” (dai 13 ai 15 anni), “Generator +16 (dai 16 ai 17 anni)”, “Generator +18” (18 anni in su) e “Gex Doc-Parental Experience” (sezione dedicata a docenti, genitori e filmgoers).

Claudio Gubitosi

Intanto filtrano già le prime anticipazioni sui film. Per gli Elements +6 (temi: amicizia, famiglia, magia) torna con Double Trouble-The Magical Mirror il regista Marcus H. Rosenmuller (Germania, 2019; un ragazzino trova uno specchio magico che crea un suo sosia); quindi  Phatom Owl Forest di Anu Aun (Estonia, 2018), che parla di un natale speciale in una foresta primordiale abitata da misteriosi gufi; Racetime di Benoit Godbout (Canada, 2018), un film d’animazione su una spettacolare gara di slitte e Rocca Changes the Wordl di Katja Benrath (Germania, 2019, focus su una bimba impavida e piena di curiosità, che ama la nonna). Dedicati a storie di formazione i lungometraggi destinati agli Elements +10 a partire da Alone in space del regista Ted Kjellsson (Svezia, 2018),  viaggio spaziale de la dodicenne Gladys e il fratello minore Keaton che hanno abbandonato la desolata Terra, ma nello spazio scopriranno di non essere soli. Radicale cambio di scena con My Extraordinary Summer With Tess di Steven Wouterlood (Olanda/Germania, 2019), incontro di Sam – ossessionato dall’idea che un giorno potrebbe diventare l’ultimo superstite sopravvissuto tra i suoi parenti – con Tess che lo guarirà dall’ansia del futuro. Torna a Giffoni per il quarto anno Mischa Kamp con Romy’s Saloon (Olanda, 2019), un ragazzo scoprirà la necessità della sua presenza nel saloon della nonna. Infine Storm Boy di Shawn Seet (Australia, 2019), ragazzino salva inaspettatamente tre piccoli pellicani, ma si ritroverà in contrasto con il padre. Nel cast anche il premio “Oscar” Geoffrey Rush.   Relazioni sentimentali adolescenziali, lutti e ricerca di se stessi sono alcuni temi dei film scelti per la sezione Generator +13. La dodicenne Mylia è la protagonista di A Colony di Genevieve Dulude-De Celles (Canada, 2018), che il compagno di classe Jimmy, aiuterà a superare i molti problemi imposti dalla società, seguito dal dramma di due adolescenti A Stupid Young Heart regia di Selma Vilhunen (Finlandia/Olanda/Svezia, 2018),  primo amore tra lo spensierato Lenni e la bellissima e popolare Kiira, che resta incinta. Lenni, cresciuto senza il padre in ambienti d’estrema destra xenofoba, sarà costretto a maturare in fretta. Dal Giappone arriva We Are Little Zombies, del  debuttante  Makoto Nagahisa (Giappone, 2019), caleidoscopio pop che segue quattro ragazzini giapponesi di 13 anni  orfani, che decidono di formare una rock band per vincere il vuoto esistenziale. Film sugli irrequieti anni dell’adolescenza attendono i Generator +16. Al momento due i titoli selezionati: Harajuku di Eirik Svensson (Norvegia, 2018),  ricerca del padre biologico della giovane ribelle di Oslo Vilde, che parte per Tokyo a seguito d’un incidente della madre e  Meteorites di Romain Laguna (Francia, 2018),  contrastata storia d’amore, di scoperta e di crescita della sedicenne Nina, che s’innamora di un algerino, con tutte le complicazione che ne seguono.

La difficoltà dei rapporti interpersonali sta al centro del percorso proposto ai Generator +18, con Family First di Sophie Dupuis (Canada, 2018), difficile equilibrio di JP diviso tra bisogni  famigliari, lavoro e cartello della droga di suo zio, che vede come una figura paterna. E ancora Goliath di Peter Gronlund (Svezia, 2018), sul diciassettenne Kimmie cresciuto nell’ombra del padre Roland, un truffatore finito in galera che vuol metterlo sulla strada del crimine. Infine Youngju di Cha Sungduk (Corea, 2018), ultimo film in concorso in questa sezione su una ragazza costretta dalla morte dei genitori a diventare capofamiglia. A genitori, insegnati e accompagnatori saranno invece proposti i documentari Angels are made of light di James Longley (Usa/Danimarca, 2018, studenti e insegnanti afghani che sopravvivono ancora alle turbolenze nazionali.), Bruce Lee and the outlaw dell’esordiente Joost Vandebrug (Inghilterra/Olanda/Repubblica Ceca, 2018, sui bambini senza tetto che vivono sotto la stazione di Bucarest) e Little Germans di Frank Geiger e Mohammad Farokhmanesh (Germania, 2019, storie di bambini nati in ambienti di estrema destra). Questa la prima selezione della sezione Gex Doc-Parental Experience, riservata al più adulto e generalmente moo seguita ed apprezzata. Pubblicati anche tre volumi sul Festival. “ll primo, “Il Festival” (220 pagine), mette al centro la visione, la missione e l’unicità di Giffoni con ampia e articolata documentazione. Il secondo, “OltreIlFestival” (260 pagine), presenta le innumerevoli iniziative realizzate durante tutto l’anno, partendo dal territorio e arrivando al mondo. Il terzo, “Giffoni Film Festival 2018”, concentra l’attenzione su un’edizione molto forte e speciale, mai così diversa da tutte quelle che si sono susseguite in questi anni”. In attesa del programma definitivo, intanto, nel paesino campano fervono già i preparativi per accogliere al meglio questo popolo di adolescenti che potranno vivere, come ogni anno, un’esperienza davvero eccezionale estremamente formativa e costantemente “in fieri”, inventata 49 anni fa da Claudio Gubitosi (da sempre Direttore artistico), allora poco più di un ragazzino appena diciassettenne.

                                                                                                                                          Franco La Magna

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