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Si concludono domani, 12 Maggio, alle ore 18.30, alla Sala Giuseppe Di Martino, in via Caronda 82, a Catania, le repliche dell’atto unico “Lettera al padre”, dal racconto di Franz Kafka, adattamento e regia di Gianni Scuto, produzione Fabbricateatro. Lo spettacolo fa parte del progetto “Il Caso K”, incentrato sulle opere dello scrittore praghese Franz Kafka, promosso dal Centro Teatrale Fabbricateatro di Elio Gimbo e di Daniele Scalia e che per tutto il mese di Marzo ha già messo in scena “Il Processo” di Franz Kafka, con la regia di Elio Gimbo.

Protagonisti di “Lettera al padre” Domenico Maugeri (il padre Hermann), Barbara Cracchiolo (la madre Julie), Alessandro Chiaramonte (Franz), Alessandro Gambino (Sorel, l’amico) e Elisa Marchese (Ella, la sorella). Le scene sono di Bernardo Perrone, i costumi di Umberto di Baviera.

Alessandro Chiaramonte e Domenico Maugeri

Il regista Gianni Scuto propone, nella claustrofobica scena prigione di Bernardo Perrone, cinque attori in un lavoro introspettivo dove protagonisti assoluti sono i suoni, i ritmi, le musiche e le voci che danno vita ad una pièce appassionante, coinvolgente e commovente. Con “Lettera al padre” si assiste alla confessione accorata dell’autore praghese al genitore autoritario e arrogante, un vero e proprio conflitto nei confronti di una figura che incarna l’autorità assoluta, rappresentante di un mondo utilitaristico e pratico, ben lontano dalle aspirazioni dello scrittore

“Lettera al padre“ rappresenta per Franz Kafka – spiega il regista Gianni Scuto – uno dei momenti più intensi, espressivi e crepuscolari della sua intera produzione letteraria. Qui lo scontro perfino fisico tra un padre insensibile, abbrutito da una ideologia falsamente yiddish e da una morale di irreprensibile assolutezza nei confronti del debole figlio ci pongono nella dimensione di una crisi catastrofica che perde di sensibilità solo al contatto con l’ambigua realtà di un’educazione tipicamente prussiana dedita alla guerra, alle armi, al rigore e alla forza del comando, accanto all’eterna scelta sensibile dell’oggetto del desiderio del figlio che viene così continuamente accusato e portato in forte regressione emotiva, guidato e comandato quasi come un burattino”.

Video momenti di “Lettera al padre”

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