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Sono oltre 2700 le istanze per accedere alla misura pensionistica “Quota 100” e più di 51mila quelle per il reddito/pensione di cittadinanza avanzate all’Inps di Catania (al 30 aprile 2019). Sono i dati complessivi emersi nel seminario informativo/formativo della Fnp Pensionati Cisl di Catania rivolto ai propri dirigenti sindacali, sul tema “Povertà e sofferenza sociale alla luce dei nuovi provvedimenti legislativi”. Ma a Catania, la Cisl è preoccupata per la mancanza di lavoro, per il silenzio sul Patto per Catania e le condizioni del dissesto del Comune.

Il parterre dei relatori ha visto susseguirsi Marco Lombardo, vice reggente Fnp Cisl Catania, con l’apertura dei lavori; Salvo Coppola, responsabile CAF Cisl Catania e Vincenzo Salanitri, responsabile INAS Cisl Catania, “Dati Quota 100 e Reddito di Cittadinanza; Giuseppe Vecchio, direttore Dip. Scienze Politiche UNICT, “Quota 100 e Reddito di Cittadinanza: porta girevole per nuova occupazione?”; don Piero Sapienza, Ufficio pastorale problemi sociali e lavoro – Arcidiocesi di Catania, “Il disagio sociale nelle periferie”; Gaetano Minutoli, direttore INPS Catania, “Il ruolo dell’INPS sugli ultimi interventi legislativi, Quota 100 e Reddito di Cittadinanza)”; Maurizio Attanasio, segretario generale Cisl Catania, “Valutazioni complessive del sindacato sugli ultimi interventi legislativi”. Sono intervenuti anche Alfio Giulio, segretario regionale Fnp Cisl Sicilia, e Loreno Coli, segretario generale aggiunto Fnp Cisl nazionale.

I lavori di gruppo sono stati coordinati da Pietro Guglielmino, vice reggente Fnp Cisl Catania; Giovanni Grimaldi e Lorenzo Asero, formatori Fnp Cisl.

I dati analitici forniti dall’Inps provinciale hanno anche permesso di distinguere tra le richieste di adesione a “Quota 100”: 1.643 arrivano da lavoratori privati, 1.130 da dipendenti pubblici. Al momento, ne sono state accolte 824 per i primi, 36 per i secondi; giacenti 142 e ben 1.058. Per il reddito di cittadinanza (dati al 10 maggio) sono state accolte 24.902 domande, respinte 7.775, in lavorazione 18.944.

Perplessità sulle misure adottate dal governo sono state avanzate dal segretario della Cisl etnea Attanasio. “Si tratta di provvedimenti che sembrano più puntare alla pancia della gente che non ai bisogni di chi versa in pesanti difficoltà. In passato, con somme inferiori, è stato possibile reclutare nei programmi di inclusione e assumere più giovani e far emergere anche il lavoro irregolare”.

Sull’adesione a Quota 100 nel pubblico, Attanasio e Lombardo si sono detti preoccupati per le ripercussioni che ci potranno essere negli uffici degli stessi enti previdenziali, nei reparti ospedalieri e nelle sedi di fornitura di servizi che saranno impoveriti negli organici a tutto discapito dell’utenza fatta da lavoratori, famiglie, anziani.
Anche lo stato di dissesto di Catania preoccupa, come hanno sottolineato Attanasio e don Piero Sapienza, che hanno ricordato le parole dell’Arcivescovo, monsignor Gristina, sulla necessità di un patto di corresponsabilità per fare fronte a un disastro che sembra sempre più imminente e che rischia di travolgere le fasce più deboli ed esposte della società.

“Invece a Catania – ribadisce il segretario della Cisl etnea – c’è bisogno di lavoro e di certezze, ad esempio, sul patto per Catania, perché, checché ne dica l’assessore Arcidiacono, non abbiamo contezza dello stato di avanzamento dei lavori e delle procedure in esso contenute. Eppure con i 700 milioni previsti per la “mantellata” del porto, la via di fuga dell’Etna e le diverse opere previste si potrebbero creare numerosi posti di lavoro. Invece, a oggi non vi è stato alcun incontro, seppur più volte richiesto, pertanto non ci è dato confermare quanto afferma l’assessore al ramo sull’avvio di nuove opere previste dal patto”.

“Temiamo – conclude Attanasio che il dissesto del Comune e la mancanza di risorse economiche possano bloccare la loro cantierizzazione. Così i fondi dell’Unione Europea restano fermi come le importanti opere di conurbazione della città”.

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