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Nel salone dei vescovi del palazzo Arcivescovile, dove campeggiano i ritratti dei pastori che nella storia hanno guidato la Diocesi catanese, si è svolta la presentazione del libro di Cristiano Calì dal titolo, forse un po’ paradossale, “Una Chiesa senza vescovi?”. Sottotitolo: “La sacramentalità dell’episcopato, tra storia, teologia e liturgia, pubblicato dall’Editrice Dehoniana di Bologna, lo scorso mese di maggio.

L’ampio, ma agile testo, è stato presentato da illustri ospiti. Al saluto dell’arcivescovo metropolita, mons. Salvatore Gristina, che ha dato il benvenuto a coloro che numerosi hanno partecipato all’evento e alle affettuose parole di apprezzamento rivolte al giovanissimo autore laureato in Teologia, ha fatto seguito l’indirizzo di saluto di mons. Maurizio Aliotta, preside della Studio Teologico San Paolo (istituzione che ha patrocinato l’evento) e del moderatore, prof. Francesco Brancato, ordinario di Teologia Dommatica nello stesso Studio, il quale ha anche letto un telegramma inviato da mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano Laziale e segretario di Papa Francesco per il Collegio dei 9 cardinali, il quale ha anche scritto la corposa presentazione al volume di Calì.

L’evento è stato impreziosito dalle relazioni di due competenti studiosi che, in modo differente, hanno dato contenuto al ricco pomeriggio culturale. Il prof. Giacomo Canobbio, della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, ha condotto un’interessante riflessione ecclesiologica e ha sottolineato alcuni punti salienti de dibattito che emergono nel testo “Una Chiesa senza vescovi?” di Calì. Il secondo relatore, il vescovo di Patti, mons. Guglielmo Giombanco, ha invece consegnato all’uditorio un’esperienza di vita episcopale, concretamente vissuta nella propria Chiesa in cui il Papa lo ha chiamato a servire come pastore due anni fa.

All’autore, infine, laureando anche in Scienze Filosofiche e direttore della Libreria San Paolo di Catania, è stata data la parola per un saluto riconoscente e un ringraziamento che si è concluso con un augurio: che ogni uomo -attraverso le parole scritte e/o pronunciate- possa raggiungere la Verità che dà senso ad ogni esistenza.

 Antonino Blandini

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