Catania News

Alla fine la montagna ha partorito il topolino. Questa, forse, è l’espressione che più rende l’idea di tutto il fracasso mediatico nato intorno al Brt del viale Vittorio Veneto. Sedute itineranti, raccolte firme, ripensamenti, flash mob e perfino un dibattito all’interno del consiglio comunale per una soluzione- quella dell’istallazione dei cordoli nel lato est della strada e non più al centro- che viene ancora valutata, da pendolari e commercianti della zona, con molte perplessità. Già da agosto il Comitato Romolo Murri, attraverso il suo presidente Vincenzo Parisi, aveva sollevato forti perplessità sulla bontà del progetto. Nessun pregiudizio a priori ma la consapevolezza che, ieri come oggi, affinchè il Brt possa ridurre il traffico sul viale Veneto e nelle strade limitrofe occorra  una precisa logica all’interno del contesto legato alla mobilità di questa parte di Catania. Alcune corsie protette del Brt a Catania sono gravemente danneggiate dal passaggio di auto e mezzi pesanti oppure, come nell’ultimo tratto di via Passo Gravina in direzione del viale Doria, siano assolutamente inutilizzate dal mezzo pubblico. Se la logica di questa amministrazione è quella di agire per tentativi, senza ascoltare le reali esigenze dei commercianti della zona, si rischia di favorire in modo determinante la grande distribuzione e come sempre a rimetterci è il piccolo e medio imprenditore. Esattamente quello che temiamo possa succedere al viale Mario Rapisardi. Altra strada altamente trafficata dove dovrebbe nascere un altro Brt. Qui l’ampiezza delle carreggiate e notevolmente inferiore rispetto al viale Vittorio Veneto. Già sotto la sindacatura di Stancanelli si parlava di installare una corsia protetta. Una proposta che fu bloccata sul nascere. Oggi da piazza Santa Maria di Gesù fino a piazza Eroi D’Ungheria non c’è una parte del viale Rapisardi adeguata ad accogliere il Brt. Per ricavare prezioso spazio, e posizionare così i cordoli,  servirebbe ridurre drasticamente l’ampiezza dei marciapiedi. Da qui lo scenario di un cantiere costoso ed infinito con conseguenze drammatiche per la vivibilità del territorio e le attività dei piccoli e medi commercianti. Situazioni da evitare in tutti i modi e per fare ciò occorre programmazione, concertazione e dialogo con tutti i soggetti interessati: esattamente il contrario di quello che c’è stato per il viale Vittorio Veneto.

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