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In una notte di pioggia, due balordi rubano – in una data ipotetica tra il 12 e il 17 ottobre 1969 –  la Natività con i Santi Francesco e Lorenzo, l’unico dipinto autografo eseguito da Caravaggio per Palermo. I due forzano l’ingresso, rimuovono la Natività del Caravaggio dall’altare, asportano la tela dal telaio con una lametta, la arrotolano e la portano via. Il furto è semplice, l’Oratorio di San Lorenzo, dove il quadro era custodito, non è dotato di alcun sistema di allarme. Del furto si accorgeranno le due custodi il 18 mattina: danno l’allarme, ma della tela alcuna traccia. Da questo momento inizia la storia del Caravaggio rubato, una delle opere più ricercate al mondo, la tela di cui parlano i pentiti,  su cui indagò il giudice Falcone. Sul furto – su cui non si contano più le inchieste, gli articoli, i romanzi – si inseguono le ipotesi più surreali e, nello stesso tempo, più veritiere. L’unica verità è che … non esiste, tuttora, una verità sul Caravaggio, e che sono passati cinquant’anni esatti.

Da Palermo viene così lanciato un appello perché si tutelino le migliaia di opere su tutto il territorio nazionale, spesso conservate in chiese, cappelle, oratori senza adeguati sistemi di vigilanza. Il sindaco Leoluca Orlando: “Palermo è orfana del suo Caravaggio, non deve succedere mai più, in nessun luogo. Per quanto riguarda la Natività, ammesso che sia ancora integro, sono convinto che il quadro non sia più in mano alla mafia, ma che questa se ne sia già liberata da tempo”.

Proprio per questo motivo, per tenere viva l’attenzione sul furto e, nello stesso tempo, dare impulso alle indagini – nel 2017 la Commissione antimafia, guidata dall’onorevole Rosi Bindi, ha riaperto il fascicolo, acquisendo le nuove dichiarazioni di Mannoia e di Grado ed è arriva alla conclusione che il quadro sia ancora esistente – gli Amici dei Musei Siciliani, presieduti da Bernardo Tortorici di Raffadali, hanno ideato un programma composito che si srotolerà dal 10 al 20 ottobre, a cinquant’anni esatti da quella maledetta settimana dove avvenne il furto.

“Organizziamo questo programma di eventi per tenere sempre accesa la luce sulle indagini sulla scomparsa del Caravaggio – spiega Bernardo Tortorici -; per affiancare le istituzioni nella campagna di messa in sicurezza del patrimonio italiano, che è condivisa dalla Federazione italiana degli Amici dei musei. E infine, per porre l’attenzione sull’uso delle nuove tecnologie per la ri-materializzazione delle opere d’arte definitivamente scomparse”.

Caravaggio50 ha molte anime: si parlerà della Natività analizzandola dal punto di vista scientifico, si farà il punto sulle indagini, verranno proposte mostre a corredo, proiezioni, documentari.  Il 15 ottobre, al Teatro Biondo, sarà proiettata la (già) famosa intervista rilasciata nel 2001 al regista Massimo D’Anolfi da monsignor Rocco, il parroco dell’Oratorio di San Lorenzo (scomparso nel 2003). Un video rimasto per anni nei cassetti che il regista sta montando proprio in queste ore e che sarà mostrato in assoluta anteprima; un vero atto d’accusa – a distanza di quasi diciotto anni – del custode dell’Oratorio, lanciato subito dopo il furto ma restato inascoltato. Monsignor Rocco accusa il boss Gaetano Badalamenti raccontando di aver avuto offerta, ricevendo un brandello della tela come prova, la possibilità di una trattativa. Alla proiezione sono stati invitati il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e l’onorevole Rosi Bindi.

Al fitto programma di manifestazioni di Caravaggio50 interverranno ospiti, critici d’arte, curatori scientifici, politici, Forze dell’Ordine. Da Palermo giunge quindi un appello nazionale per la tutela del patrimonio, contro ogni furto, offesa, ferita, a salvaguardia dell’opera d’arte, di qualunque genere, periodo, linguaggio essa sia.

In questo ambito acquista una particolare importanza il lavoro di ri-materializzazione di grandi capolavori dispersi (distrutti, rubati, bruciati, comunque perduti), firmato da Factum Arte, fondata da Adam Lowe, che ha già realizzato la Natività in 3D che due anni fa, alla presenza del presidente Mattarella, è stata sistemata al posto della tela rubata, all’Oratorio di San Lorenzo. Altre sette “ri-materializzazioni” formano una mostra unica nel suo genere, “Il ritorno dei capolavori perduti” che sarà inaugurata giovedì 10 ottobre al Museo Abatellis, dove resterà fino all’ 8 dicembre, prima di iniziare il suo viaggio in giro per il mondo. La mostra, a cura degli Amici dei Musei Siciliani in collaborazione con SkyArte e Factum Arte, è promossa dall’Assessorato regionale ai Beni Culturali e da Palazzo Abatellis. Fa parte del programma de Le Vie dei Tesori e si visiterà con il coupon del festival. Tra i 160 luoghi aperti per cinque weekend, fino al 3 novembre, Le Vie dei Tesori propone la visita guidata e narrata dell’Oratorio di San Lorenzo.

IL PROGRAMMA di CARAVAGGIO50

Il programma di Caravaggio50 avrà un’anteprima nell’inaugurazione della mostra “Il ritorno dei capolavori perduti”, giovedì 10 ottobre alle 18 a Palazzo Abatellis. Lunedì 14 ottobre, alle 18,30 all’Oratorio di San Lorenzo, è in programma un convegno scientifico su “La Natività con i Santi Lorenzo e Francesco di Michelangelo Merisi da Caravaggio” a cui interverranno il responsabile dei beni architettonici della Diocesi,padre Giuseppe Bucaro, gli storici e studiosi Francesca Curti, Michele Cuppone, Giovanni Mendola, Maurizio Vitella. Martedì 15 ottobre alle 21, al Teatro Biondo, la video proiezione “La verità di Monsignor Rocco” a cui interverrà il regista Massimo D’Anolfi. Sarà presente il sindaco Leoluca Orlando, sono stati invitati il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e l’onorevole Rosi Bindi.

Il 16 ottobre alle 18,30, nelle stanze che cinquant’anni fa erano abitate dalle sorelle Gelfo, custodi dell’Oratorio, che scoprirono il furto della tela del Caravaggio, sarà allestita la mostra “NEXT – le altre Natività”. Il progetto degli Amici dei Musei Siciliani, partito nel 2010, tende a non “metabolizzare il lutto” ma a tenerlo sempre vivo e presente. Per questo motivo ogni anno è stato invitato (o sfidato) un artista ad elaborare una nuova, originale versione della “Natività”, a colloquio con lo spazio vuoto. L’opera viene inaugurata la notte di Natale e resta esposta fino al 17 ottobre (data ipotetica del furto) dell’anno successivo. Delle nove Natività finora realizzate, otto saranno esposte – firmate da Laboratorio Saccardi, Francesco De Grandi, Adalberto Abbate, Fulvio Di Piazza, Igor Scalisi Palminteri, Daniele Franzela, Alessandro Bazan, Francesco Simeti, ognuno con il suo linguaggio – e si uniscono come capitoli di un’unica mostra da sfogliare. Manca l’opera di Studio Azzurro (2012/2013) che era un universo informatico in cui immergersi.

Il 17 ottobre alle 21,15 all’Oratorio di San Lorenzo, la narrazione e cunto de “Il furto del Caravaggio raccontato” diventa uno spettacolo di Salvo Piparo che farà rivivere i diversi “personaggi” dell’affaire Caravaggio, con Costanza Licata ed Egle Mazzamuto, musiche eseguite dal polistrumentista Michele Piccione: la notte del furto, le due anziane custodi, la denuncia, le ipotesi dei pentiti, la città distratta: Salvo Piparo ha costruito un testo drammaturgico che pesca, come è suo solito, dal mondo “popolare” e da salotti per regalare un affascinante racconto teatrale.

Il 18 ottobre il Centro sperimentale di cinematografia (Cantieri della Zisa) ospiterà una maratona dedicata alla “Natività”: dalle 18 verranno proiettati “C’era una volta un Caravaggio”, documentario di Rai Educational; “Operazione Caravaggio”, capitolo della serie “Il mistero dei capolavori perduti”, prodotta da Sky Arts Production Hub, diretta da Giovanni Troilo e co-prodotta da Ballandi Arts; alle 20 la docu-inchiesta “Caravaggio, il boss e il mercante svizzero” realizzata per “Falò”, programma di approfondimento della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI), da Maria Roselli e Marco Tagliabue che approfondiscono l’ipotesi sul ruolo di un misterioso personaggio, un mercante d’arte che potrebbe essere stato in affari con il boss Badalamenti. L’uomo, morto già da molti anni, è stato identificato dagli inquirenti ma la sua identità è top secret. La serata si chiude alle 21 con l’ultimo film di Roberto Andò, “Una storia senza nome” sul furto del Caravaggio.

Il 19 ottobre alle 19 si ritorna a San Lorenzo, per  “Storie da un Oratorio”, narrazione per pupi e voci, testo di Carmela Catalano. In scena, i pupi di Salvatore, Francesco e Luciano BumbelloLuciano Guarino, a cui Sandro Dieli darà voce, per raccontare più di 400 anni di storia. Organizza il Museo delle Marionette “Antonio Pasqualino”.

Caravaggio50 si chiuderà il 20 ottobre alle 19 all’Oratorio San Lorenzo con “In memoria di un Caravaggio rubato”, concerto per violoncello solo di Silvia Gira, musiche di Giovanni Sollima.

LE TESI DEI PENTITI

Le tesi dei pentiti sono tante, si sommano le une sulle altre. Marino Mannoia nell’ ‘89 e poi nel ‘96 dichiara al giudice Falcone che la tela è  stata rubata su commissione ma quando l’acquirente la vide, la rifiutò perché ridotta in pessime condizioni: ritratterà dopo trent’anni, offrendo un’altra verità; Gerlando Alberti prova a venderla, non ci riesce, la seppellisce con un tesoro di dollari; Brusca ne patteggia la restituzione con lo Stato in cambio di un ammorbidimento del 41 bis. Spatuzza racconta che era stata conservata in una stalla e che sarebbe stata mangiata dai topi e dai maiali. Chi racconta che la tela avrebbe “benedetto” i summit di mafia, altri che fosse usata dai boss come scendiletto. Un’infinità di storie, storiacce, millanterie, piste, ipotesi investigative, riscontri, verifiche, che finiscono nel nulla. Nel 2017 la Commissione antimafia, guidata dall’onorevole Rosi Bindi, riapre il fascicolo ed acquisendo le nuove dichiarazioni di Mannoia e di Grado, arriva alla conclusione che il quadro sia ancora esistente, passato dalle mani del boss Gaetano Badalamenti e,  tagliato in diversi pezzi, sia finito in Svizzera.

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