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Al termine di accertamenti dettagliati che la Questura di Catania aveva preannunciato sarebbero stati fatti, la Polizia di Stato, in particolare il Commissariato di Librino, ha denunciato alla Procura della Repubblica numerose persone, molte delle quali pregiudicati, per reati connessi a manifestazioni non autorizzate e spari di artifici in luogo pubblico.

Come è noto, lo scorso 12 ottobre, nel popoloso quartiere di San Cristoforo, veniva tenuto un concerto neomelodico, del tutto abusivo e privo di qualsiasi licenza, occupando il suolo pubblico, chiudendo al traffico un tratto di strada, quindi di fatto contravvenzionando alla normativa che prevede una licenza di pubblico spettacolo, l’occupazione del suolo pubblico ed un preavviso alla manifestazione: ben 14, infatti, sono state le persone indagate per vari reati direttamente connessi all’organizzazione e alla realizzazione dell’evento illegale che ha comportato persino lo sparo di fuochi d’artificio, anche di elevata pericolosità, senza alcuna precauzione o osservanza delle norme che regolano la materia. Alcuni di loro, inoltre, sono stati ulteriormente denunciati per altri gravi reati emersi e contestati nel corso delle investigazioni.

L’attività di polizia in argomento, tradottasi anche in acquisizione di dichiarazioni testimoniali, documentazione varia e video pubblicizzati sul web e sui social, ha consentito di raggiungere importanti risultati.

All’origine dell’indagine, che ha duramente colpito tanto i promotori, quanto coloro che hanno contribuito alla realizzazione dell’evento estemporaneo, il fatto che proprio tra coloro che hanno organizzato la manifestazione erano presenti diversi pregiudicati, alcuni dei quali vicine alla locale criminalità organizzata; ciò, oltre al fatto che la “star” del concerto era la cantante neomelodica Agata Arena, già protagonista, nel recente passato, di vicende giudiziarie che l’hanno vista indagata per l’abusiva affissione di manifesti pubblicitari e per truffa aggravata ai danni dello Stato finalizzata all’illecita acquisizione di erogazioni pubbliche, la quale, con questa kermesse, intendeva promuovere il suo ultimo “lavoro”. Tutto ciò – oltre al pericolo per le persone insito nel previsto sparo di fuochi artificiali a ridosso delle abitazioni – non poteva, di certo, essere positivo preludio a un eventuale iter legale per l’autorizzazione e la regolarizzazione della manifestazione.

Si è, quindi, trattato di una vera e propria sfida alla legalità e a tutti i cittadini catanesi onesti e osservanti delle leggi e delle regole, una sfida alla quale la Polizia di Stato non si è sottratta, trasmettendo, al termine dell’indagine, un corposo dossier all’Autorità Giudiziaria in cui viene “cristallizzata”, con fonti di prova documentate, un’imponente e articolata organizzazione che si muove disinvoltamente nell’ambito dell’illecito e del malaffare, sullo sfondo della protezione e della celebrazione della criminalità organizzata.

Per le mani degli investigatori del commissariato Librino, sono passati nomi d’eccellenza, nel panorama mafioso catanese, direttamente implicati nell’organizzazione del concerto e, a cascata, colpiti da provvedimenti giudiziari per altri reati emersi nel corso delle indagini: è il caso della già nominata cantante neomelodica Arena la quale, oltre a essere stata indagata per invasione di terreni o edifici pubblici, per accensioni ed esplosioni pericolose e per aver dato pubblico spettacolo senza osservare le prescrizioni a tutela dell’incolumità pubblica, è stata anche segnalata all’Autorità Giudiziaria per aver reiterato l’istanza di erogazione del “Reddito di cittadinanza”, per la cui illecita percezione aveva già collezionato una denuncia.

Nel folto gruppo di indagati spiccano anche il quarantunenne catanese M.S. indagato anche per vilipendio all’Arma dei Carabinieri in quanto, sul suo profilo Facebook, erano inserite espressioni offensive a commento di un post che riguardava un posto di controllo effettuato dai Carabinieri, la catanese trentatreenne L.M., il catanese cinquantacinquenne R.M.N., il catanese trentaseienne N.F. (manager di molti cantanti neomelodici), lo scordiense trentanovenne “cantante neomelodico” M.G. e il coetaneo catanese R.C. e, ancora, l’acese cantante C.G. classe 1957 e il “collega” misterbianchese L.C. A.N. del 1987, il catanese A.F., neomelodico cinquantunenne, F.S., catanese del 1975 e gli altri cantanti neomelodici esibitisi quella sera: S.F. del 1984, proveniente da Lentini (SR), O.A.C. catanese del 1985 e il misterbianchese F.A. del 1989: tutti dovranno rispondere dei reati di invasione di terreni o edifici pubblici, di accensioni ed esplosioni pericolose e per aver dato pubblico spettacolo senza osservare le prescrizioni a tutela dell’incolumità pubblica.

Peraltro, molti dei nominati annoverano precedenti di polizia e risultano contigui a soggetti malavitosi. Non solo, ma per ben tre di essi è anche scattata la denuncia per truffa aggravata ai danni dello Stato, finalizzata a conseguire erogazioni pubbliche: infatti, nonostante l’attività svolta (seppur, talvolta, illecita) e i proventi da essa derivanti, percepivano illegalmente il Reddito di Cittadinanza.

A carico di M.S. e di L.M., del 1986, insieme ad altre due persone non collegate alla manifestazione canora, M.F 85. e F.L. del 84, (che portano, così, a 16 il numero totale degli di indagati) è emerso il reato di falsa attestazione di assenza di reddito (propedeutica all’ottenimento del Reddito d Cittadinanza) e, solo a carico dei germani M.S. e M.F., i reati di mal conservazione di sostanze alimentari, scoperti nell’ambito di un accertamento effettuato presso l’attività commerciale di rivendita di frutta secca sita a San Cristoforo, anch’essa del tutto abusiva, condotta dai due, e di furto aggravato di energia elettrica, tramite il quale alimentavano il loro esercizio illegale. L’operazione è stata anche caratterizzata da un’intensa attività amministrativa che ha avuto come oggetto l’illecita affissione di poster e manifesti pubblicitari, tutti abusivamente esposti, che hanno letteralmente tappezzato le vie dei quartieri periferici di Librino e San Cristoforo, a volte, deturpando anche le pensiline delle fermate dell’A.M.T.

Tutti i responsabili – manager, neomelodici e agenti materiali – sono stati contravvenzionati con sanzioni pecuniarie amministrative, dopo aver opportunamente provveduto a oscurare i cartelloni abusivi.

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