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Applausi e lacrime, di gioia; sorrisi e selfie, brindisi e una grande foto ricordo sotto l’albero di Natale che campeggia nel chiostro del Palazzo centrale. Centoquaranta lavoratori precari dell’Università di Catania hanno firmato stamattina il proprio contratto di assunzione a tempo indeterminato, grazie alla decisione del Consiglio di amministrazione dell’Ateneo del 21 ottobre scorso.

“Oggi è un giorno di festa per l’Università di Catania – ha sottolineato il rettore Priolo nel suo messaggio augurale -; dopo tanti anni di precariato e di attese abbiamo dato piena dignità a numerosi lavoratori e lavoratrici, e alle loro famiglie, che con dedizione e senso di responsabilità hanno dato tanto a questa istituzione. E proprio l’Ateneo, a cui dedicate il vostro tempo e il vostro impegno, oggi dimostra di essere la vostra casa e la vostra famiglia, per questo la cerimonia di oggi è una vera e propria festa dell’appartenenza”.

Nell’aula magna hanno preso posto tutti coloro che da diversi anni svolgono il proprio servizio negli uffici dell’amministrazione centrale, dei dipartimenti, dei centri di servizio, e che adesso non saranno più precari, ma entreranno a pieno titolo nei ruoli dell’Ateneo essendo stati inseriti in tre differenti liste di stabilizzazione: 19 lavoratori impegnati in Progetti di utilità collettiva (Puc), 26 con contratto a tempo determinato e 95 con la procedura della Legge Madia.

“Nonostante le ristrettezze che affliggono tutti gli atenei meridionali – ha aggiunto il rettore – con il direttore generale, gli organi di governo e le organizzazioni sindacali siamo riusciti a raggiungere questo traguardo e trovare una soluzione. L’Università di Catania ha una storia gloriosa che risale al 1434, e nonostante le recenti vicende che ci hanno riguardato, tutti insieme riusciremo a superare le difficoltà esistenti. Siamo sulla strada giusta per tornare a competere con tutti gli atenei in Italia e anche a livello internazionale”.

Il rettore, infine, ha rivolto un appello ai lavoratori: “L’Università di Catania potrà diventare un esempio virtuoso, ma solo con l’aiuto e l’impegno ulteriore di tutti e senza contrapposizioni tra le sue componenti. Non appena torneremo in carreggiata avremo più risorse per le progressioni orizzontali e verticali e anche per stabilizzare gli ultimi precari rimasti, per garantire stabilità e sicurezza anche a loro pur nel rispetto delle esigenze di bilancio”.

Concetti ribaditi anche dal direttore generale facente funzioni, il dott. Giuseppe Caruso: “Oggi ho l’onore di chiudere questo percorso che dura purtroppo da troppi anni – ha detto Caruso –, a coronamento di un periodo impegnativo della loro vita professionale. Al nostro personale chiedo un rinnovato impegno, perché l’Università necessita dell’apporto e della disponibilità di tutti per affrontare le sfide che ci attendono e sostenere le nuove attività che avvieremo”.

Nel corso della cerimonia è stato ricordato anche il collega precario del dipartimento di Scienze umanistiche Agatino Reito prematuramente scomparso lo scorso anno.

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