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L’Uisp tiene a sottolineare la propria responsabilità sociale circa le misure adottate per contenere l’emergenza epidemiologica del COVID-19. La salute, in particolare la salute pubblica, come diritto e bene primario per ogni cittadino, soprattutto in situazioni come quella che stiamo vivendo nel nostro Paese richiede a tutti, corpi sociali e singole persone, di fare la propria parte con comportamenti che garantiscano forme di prevenzione.

Detto questo, non possiamo però sottrarci dall’intervenire nel merito delle disposizioni, riguardanti il mondo sportivo, che nei vari DPCM emanati hanno mostrato qualche elemento di contraddizione.

Come spesso accade nelle situazioni di emergenza, infatti, vengono alla luce quegli elementi che segnano la diversità, a volte vere e proprie disuguaglianze, che in questo caso esistono tra gli organismi sportivi riconosciuti con le relative associazioni e società sportive affiliate, tra questi e tutto il mondo delle organizzazioni sportive private, fino alle stesse imprese sportive.

E ciò emerge in modo chiaro proprio nella lettura dell’art. 1 comma 1 lettera c) del DPCM 4 marzo, laddove si richiede la presenza del “proprio personale medico” con riferimento alle associazioni  e società sportive, come condizione, di fatto, per poter svolgere le attività competitive e gli allenamenti degli atleti agonisti. Rendendo non sostenibile economicamente la presenza del medico per le migliaia di competizioni da tenersi su tutto il territorio nazionale, senza considerare la necessità di reperire il personale medico per fare fronte alle urgenze nei presidi sanitari.

Come Uisp continueremo a fare la nostra parte seguendo le indicazioni sanitarie che sono state emanate circa le forme di prevenzione da seguire, ma nello stesso tempo avvertiamo il bisogno di segnalare alcune incongruenze che stanno complicando la possibilità di riorganizzare le nostre attività in modo coerente con le disposizioni normative.

Stiamo interloquendo con Governo e Parlamento affinché nei provvedimenti di sostegno ai settori produttivi toccati dalla crisi sanitaria, sia tenuto in considerazione il danno economico che la Uisp, con i propri livelli regionali e territoriali, le Asd affiliate e gli altri organismi sportivi stanno subendo, al pari di tutte le altre organizzazioni sociali.

Abbiamo a cuore soprattutto i nostri operatori, educatori e tecnici sportivi che stanno facendo i conti con il proprio lavoro e con la propria sussistenza familiare.

Continueremo, pertanto, ad agire con la responsabilità collettiva che ci ha sempre contraddistinto, in attesa di un auspicato e urgente intervento che possa rendere possibile e paritario il diritto alla pratica sportiva per tutte e tutti.

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