Intervista con...

Come risponde il mondo dello spettacolo, del teatro a Catania, alla disposizione che impone la chiusura dei teatri e dei cinema)? Il Decreto-Legge del 4 marzo 2020 prevede infatti che siano “sospese le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”.

Ma cosa comporta la chiusura delle sale teatrali e quali saranno al momento ed in futuro le ripercussioni per tutto il comparto e per gli operatori del settore? Lo abbiamo chiesto a Silvio Parito, operatore culturale e teatrale a Catania.

L’operatore culturale Silvio Parito

“Non sono in grado – sottolinea Silvio Parito -di commentare la validità degli interventi sotto il punto di vista sanitario, è probabile che siano necessari sulla scorta del grado di pericolosità individuato dagli esperti e nella ipotesi che i casi di contagio possano rivelarsi più numerosi di quanto previsto. Certo è che il blocco delle attività nel settore dello spettacolo dal vivo determinerà l’aggravamento di una crisi già da tempo esistente nel comparto, e non adeguatamente riconosciuta ed affrontata sinora”.

“Intanto, già  dal mese di febbraio – continua Parito –molti spettacoli sono stati annullati, anche fuori dalle zone rosse: fermi quelli destinati alle scuole, molte compagne hanno sospeso le tournée, artisti italiani e stranieri hanno avuto difficoltà a raggiungere le località delle rappresentazioni. Inoltre, il timore del contagio ha influito sulle scelte degli spettatori riducendo poi le presenze al botteghino, scoraggiando le repliche. Quel che preoccupa ancor più, sulla scorta dei tavoli di lavoro che si succedono tra le rappresentanze di categoria ed il ministero (ancora in corso), è la difficoltà di far riconoscere in tutta la sua gravità lo stato di crisi, per le refluenze economiche che si stanno determinando nel comparto”.

Centro Zo a Catania, vuoto

Quali saranno i danni ai soggetti della produzione?

“Sicuramente i mancati incassi da cachet a fronte di costi tournée sostenuti, riduzione degli indicatori ministeriali, regionali e relativi a specifici bandi: giornate recitative e recite / giornate lavorative e oneri / spettatori / copertura territori / cachet ospitalità”.

Quali, invece, i danni ai teatri di programmazione?

“Mancati incassi da botteghino a fronte di mancati cachet pagati, riduzione degli indicatori ministeriali, regionali e relativi a specifici bandi: giornate recitative e recite / gg lavorative e oneri / spettatori / cachet ospitalità”.

Analizziamo adesso le conseguenze del decreto del Governo…

“Ufficialmente gli spettacoli sono sospesi solo se “svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza”. Demandando agli organizzatori la responsabilità di tale accertamento, sottoposti ai rilievi della Questura che può sospendere l’agibilità degli spazi. Chi si assume questo rischio e come si possono  sostenere le recite con il necessario calo di pubblico? Altro elemento di disagio è il far riconoscere l’autonomia del comparto dello spettacolo (e lo stato di crisi) rispetto al quello del turismo, del quale viene ritenuto a torto sussidiario. Poi altro discorso riguarda i lavoratori. Bisognerebbe infatti allargare la platea di beneficiari della Cassa Integrazione Speciale ai lavoratori dello spettacolo, per  una mobilitazione in tal senso, che riguardi non solo i lavoratori degli organismi più ampi, a tempo indeterminato o determinato (tutelati dal CCNL) ma tutti i lavoratori che si barcamenano nel complicato groviglio di norme scritte/dette, applicate/ignorate.  In ogni caso, lo stato di crisi certamente non si limiterà ad un solo mese, ma avrà ripercussioni per tutto il corso dell’anno”.

Sale aperte rispettando distanza di sicurezza

Prendiamo in esame, infine, la situazione che riguarda Catania con le conseguenze del blocco delle attività…

“Andando alla situazione locale, a Catania gli organismi riconosciuti dal Mibac sono: un TRIC (Stabile di Catania), un Teatro di Tradizione (Bellini), un Centro di produzione Teatrale (Teatro Città), un Centro di Produzione Danza (Scenario), un centro di programmazione multidisciplinare (Zo), 4 organismi attività musicali (AME, Catania Jazz, Darshan, Magie Barocche). Gli organismi riconosciuti a Catania dalla Regione sono 18 per il teatro e 7 per la musica. Il blocco delle attività determinerà la impossibilità di raggiungere i requisiti necessari per l’accesso ai contributi ministeriali e regionali, per il crollo delle giornate recitative e retribuite. 

Valutando che complessivamente a Catania si raggiungono in media quasi 2000 giornate di spettacolo, la riduzione  – al momento – si valuta almeno del 15% e le giornate lavorative perse possono arrivare a 5000. E’ una situazione da valutare giorno dopo giorno…”.

Nuovo decreto 4 Marzo 2020

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