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Sale teatrali chiuse ormai da Marzo 2020, ma il Teatro non chiude assolutamente in quanto i tanti operatori del settore continuano a coltivare idee, a sviluppare progetti, sogni, speranze. Da addetto ai lavori che segue questo comparto ormai da quasi 35 anni, proprio per continuare ad addentrarmi nell’universo del teatro attuale ed in quello che sarà, ho dunque pensato – in un periodo così difficile, ai tempi del Coronavirus – di far sentire le voci, le preoccupazioni, le incertezze e le speranze di operatori, rappresentanti di compagnie, direttori artistici ed attori, registi e musicisti. In definitiva di chi tiene viva la speranza di poter vedere riaprire le piccole e grandi sale e di far così rivivere – sul palcoscenico – il fascino, la magia del teatro e della musica. La mia vuole essere una sorta di “porta sempre aperta” al confronto di opinioni, offrendo un contributo e chissà che, tra tante proposte, polemiche, incertezze, idee e progetti, possa venir fuori qualche soluzione valida per l’intero settore.

Da sinistra: Teatro Canovaccio, Sala Magma e Sala Di Martino

In questo primo appuntamento ho voluto ascoltare le voci, le opinioni in merito di Salvo Musumeci, vice presidente del Teatro del Canovaccio in via Gulli 12, di Salvo Nicotra direttore della storica Sala Magma di via Adua 3 e di Daniele Scalia, presidente del Centro teatrale Fabbricateatro in via Caronda 82.

“Quella 2019-2020 era la stagione dei diciotto anni per la nostra sala di via Gulli 12, a Catania – ribadisce Salvo Musumeci, vice presidente del “Canovaccio” – avevamo ben iniziato a novembre il nostro ricco cartellone, quello della maggiore età della nostra struttura, nata dall’amore per le tavole del palcoscenico del sottoscritto, di Saro Pizzuto e di due giovani attori (Eliana Esposito e Giuseppe Calaciura), ai quali si era poi unito, riconoscendosi nel progetto teatrale, l’attore Piero Sammataro. Anche in questa stagione stavamo cercando di portare in scena testi inediti o poco frequentati rivolti ad un pubblico eterogeneo ed a marzo dovevamo esordire io e Saro Pizzuto con un testo di Aldo Nicolaj, “Carini ma un po’ nevrotici”, diretto da Federico Magnano San Lio . Ed invece, come un uragano, è arrivata la chiusura per l’emergerza Covid-19 che ci ha travolti, ci ha stoppati. Stagione, ancora a metà, saltata, impegni bloccati, attori disorientati e noi come direttori artistici senza nessuna indicazione o probabile data di apertura”.

Salvo Musumeci

“Inutile dire che i problemi per il “Canovaccio” sono tanti – conclude Musumeci – e nonostante la voglia di ripartire, per quella “passionaccia” che ci anima sin dall’inaugurazione della sala, ogni mese c’è un affitto da pagare senza sapere quando si ripartirà, c’è un pubblico adesso da riconquistare e convincere a tornare a teatro, garantendo la sicurezza ad attori e spettatori. Per adesso stiamo resistendo, il proprietario della sala è stato comprensivo e disponibile e tutti noi siamo in attesa di nuove disposizioni per quanto riguarda il teatro e la riapertura. Certamente sarà dura, specialmente per i piccoli spazi di 50-100 posti ed ancora, secondo me, l’attesa sarà lunga. Vedremo quello che succederà e che Dio ci assista”.

“Al virus non gliene importa niente – aggiunge Salvo Nicotra, direttore del Centro culturale e teatrale Magma di Catania – se uno spazio teatrale ha una storia prestigiosa lunga quarant’anni, sulla quale poggia quasi esclusivamente la voglia di “resistere”. La capienza e le dotazioni sono essenziali ma idonee per farci quel che ci si deve fare; nessuna concessione al superfluo; eppure – a cominciare dall’affitto, dalle utenze e dai consumi – quella “resistenza” non sarebbe possibile senza lo spirito che anima chi ci mette piede e soprattutto l’anima. Il centro Magma non è un ente commerciale e l’esclusione del lucro dalle sue finalità non è formale, cioè solo a parole (anche gli “applausi a buon mercato” sono un lucro  e non il migliore)”. 

Salvo Nicotra

“Stavamo sviluppando – continua Nicotra – una splendida attività musicale con Daniele Pidone e Tania Cardillo e avevamo appena chiuso la riunione (con Antonio Caruso, Alfio Guzzetta, Mary Barbagallo, Lina Giuffrida, Maria Grazia Cavallaro…) che coraggiosamente prevedeva un anno di novità teatrali. Tutto all’aria! Rinviato? Si spera. Ma dipende da quel virus e dalla capacità che avremo di ridurlo a quello che merita. I tanti professionisti che chiedono aiuto al Governo (che già li sovvenziona), alla RAI (di registrare il teatro per farne un sottoprodotto che tradisce la propria essenza) al mondo intero perché li sostenga (economicamente), dal loro punto di vista hanno ragione. Sono “professionisti”. Noi siamo diversi perché alla professionalità aggiungiamo una tensione creativa unica, irripetibile, che si può sprigionare solo dal vivo e che non puoi – proprio, non puoi – surrogare con altre forme pur di campare. Per noi “campare” significa essere fedeli a noi stessi. Perciò, siamo a rischio. La nostra diversità oggi ci pone con le spalle al muro: se sarà “consentito” (dall’«infinitamente piccolo» e dalle Istituzioni) riprendere, si pone il problema del come farlo? Con il necessario contingentamento dello spazio, quanta gente potrebbe partecipare al nostro “rito”? E come la metti con la necessità di usare le mascherine? In teatro la maschera ha piena cittadinanza ma con altre ben più profonde funzioni. Puoi anche proporre ciò che tecnicamente è definito monologo (per garantire la distanza anche sulla scena) ma senza mascherina qualche goccia di saliva immancabilmente si sparge… E a rispondere a chi storcesse il muso davanti all’idea del monologo, chiamo i tanti che hanno partecipato a tante nostre “azioni”. Ovviamente, siamo in attesa”.

“Noi di Fabbricateatro – sottolinea Daniele Scalia, presidente del Centro teatrale di via Caronda 82, a Catania – abbiamo due spazi, messi a disposizione da un socio: una saletta intitolata a Giuseppe Di Martino, di circa 50 mq.  per la stagione invernale ed un fresco e ombroso giardino, intitolato a Pippo Fava, per l’estate. La sala, secondo il tipo di allestimento, può contenere dai 25 ai 40 spettatori, il giardino 70 circa. Abbiamo trasformato in un punto di forza l’apparente svantaggio delle anguste dimensioni della Sala Di Martino: mediante particolari accorgimenti della regia la contiguità tra attori e pubblico può avere un fortissimo  impatto emotivo. Lo spazio dedicato a Pippo Fava, una tipica “villetta” siciliana, impone una insolita dislocazione dello spazio teatrale che tenga conto delle degli elementi tipici del giardino (una magnolia secolare, aiuole bordate di nastrino, palme e rampicanti ); tutti i registi che hanno lavorato in Giardino hanno abilmente utilizzato questi elementi “naturali” nella messa in scena dei loro spettacoli”.

Daniele Scalia

“L’emergenza sanitaria rischia di indebolirci sensibilmente, – prosegue Scalia – forse in maggior grado rispetto ad altre realtà teatrali sul territorio: se le regole di distanziamento sociale dovessero essere prorogate nella stagione invernale, fare spettacolo nella saletta sarebbe oltremodo problematico, a meno da non adottare forme già sperimentate nella pratica del cosiddetto “teatro itinerante”, mediante lo spostamento di attori e di piccolissimi gruppi di spettatori nella sala e negli spazi contigui. Per quanto riguarda l’imminente stagione estiva, come tutti, restiamo in attesa di provvedimenti legislativi di allentamento delle restrizioni: se la situazione sanitaria lo permettesse, saremmo in grado di ospitare in giardino un congruo numero di spettatori adeguatamente distanziati. Riteniamo opportuno che la Regione siciliana, mediante vari strumenti legislativi, ci fornisse delle regole chiare nonché una serie di facilitazioni finanziarie: in questo modo saremmo disposti a investire risorse in protezioni sanitarie e infrastrutture atte a proteggere gli spettatori”.

E dopo aver ascoltato i primi tre rappresentanti di tre piccole sale teatrali catanesi rivolgiamo l’invito a chi è interessato a dare il suo contributo come responsabile di sale, spazi teatrali o musicali a Catania, ad operatori, registi, attori, musicisti, sulla situazione della propria struttura e sulle prospettive del settore teatrale-musicale in vista di una non facile riapertura e ripresa. Chi è interessato può inviare un testo di 15-20 righe all’indirizzo: redazione@cronacaoggi.it.

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