Cronaca

Operazione della Guardia di Finanza contro due organizzazioni criminali che facevano affari col traffico di cocaina, marijuana, hashish e crack e venticinque persone arrestate. Il provvedimento del gip, su richiesta della Dda, dispone il carcere per 21 indagati e i domiciliari per altri quattro. L’operazione è stata denominata ‘Shoes’, perché la droga era chiamata in modo criptico con nome di famose ditte di scarpe. Ai due gruppi è contestato l’avere favorito la famiglia Santapola-Ercolano e di avere a disposizione armi.

Uno, ricostruisce la Dda etnea, era guidato da Giuseppe Vasta, 32 anni, che si riforniva di hashish e eroina dai fratelli Maggiore, uno dei quali, Alfio Giuseppe, di 32 anni, tra gli arrestati, si esibisce come cantante neomelodico col nome di ‘Graziano’. Vasta, che ricostruisce la Dda anche quando era in carcere guidava il gruppo tramite direttive impartite telefonicamente alla moglie, aveva contatti anche con fornitori partenopei che, in onore di una piazza di spaccio di Scampia, chalet Bakù, lo avevano soprannominato ‘Bakù’.

Operazione Shoes

Tra i sui fornitori anche un gruppo di Castellamare di Stabia (Napoli) per la cocaina, di cui faceva parte Catello Gargiulo, 46 anni, noto come ‘Nello Marijuana’, altri nel Catanese, tra Scordia e Militello, e nel Lazio tramite due albanesi, Klodian Shkrela, 36 anni, e Rodolf Sotiri, 37. Il secondo gruppo al centro delle indagini è quello capeggiato da Sebastiano Sozzi, 38 anni, detto ‘Davide’, che si procurava cocaina e crack da catanesi e calabresi e gestiva l’attività con la moglie, Silvana Mirabella, 40 anni, incaricata della contabilità e della suddivisione in dosi della droga. Sozzi, secondo la Dda di Catania, si occupava anche di fare avere soldi alle famiglie dei detenuti del clan ‘Santapaola-Nizza’.

Le armi sequestrate

L’inchiesta nasce dal proseguo dell’operazione ‘Stop and Go’ del maggio 2019 con l’arresto da parte della Guardia di finanza di Catania di 16 indagati. Durante le nuove indagini militari delle Fiamme gialle hanno sequestrato droga per un valore di 2,5 milioni di euro e diverse armi da guerra come un mitragliatore Ak47 Kalashnikov e quattro pistole. Il Gip di Catania, accogliendo la richiesta della Dda, ha disposto anche il sequestro cautelare del ‘Bar Rocher’ riconducibile a Giuseppe Vasta, il cui valore è stimato in 200mila euro.

“La crisi economica, legata alla pandemia da Covid-19, – ha detto il procuratore distrettuale di Catania, Carmelo Zuccarorafforza la potenza delle organizzazioni criminali e la loro capacità di infiltrarsi nel tessuto economico e sociale. Stroncare questo tipo di attività illecita che assicura profitti di misura ingente, è di fondamentale importanza sempre”.

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