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Ogni sportivo sa che dopo un lungo stop la ripresa deve essere graduale. Questo è fondamentale per evitare ricadute qualora lo stop fosse stato causato da un infortunio e per limitare il rischio di nuove lesioni.

«Nel corpo umano– spiega il Dottore in Chiropratica Damiano Costa– vige il principio “se non lo usi, lo perdi”. Per esempio se smettessimo di muovere il piede destro per qualche settimana, ci accorgeremmo di come i muscoli della coscia e soprattutto della gamba destri si indebolirebbero e diventerebbero più piccoli e meno reattivi, più lenti. Immaginate cosa può essere successo ai nostri muscoli nel periodo della quarantena, in cui siamo stati costretti a limitare l’attività fisica per un po’ di tempo».

La seconda conseguenza della riduzione dell’attività fisica è la riduzione del controllo da parte del nostro sistema nervoso (cervello e nervi) su tutte quelle strutture che si attivano mentre facciamo sport. Se la precisione di un qualsiasi gesto, atletico o no, si ottiene con la pratica e la ripetizione, l’interruzione ovviamente comporta una diminuzione dell’abilità di esecuzione di quel movimento. Può essere un rischio riprendere bruscamente?

«Diventa un rischio – spiega il Dottor Costa- se dopo 2 mesi che non abbiamo fatto una determinata attività, ad esempio la corsa, all’improvviso ricominciamo pensando di avere la stessa abilità e forma fisica di quando avevamo smesso. Un errore del genere mette a repentaglio lo stato dei nostri muscoli ed articolazioni. Per questo motivo la ripresa dell’attività fisica deve essere graduale, con obiettivi realistici e basati su una valutazione dello stato di forma post-quarantena, senza considerare le prestazioni precedenti. Un po’ come se ricominciassimo da zeroInoltre, sarebbe opportuno alternare giorni di attività a giorni di riposo. Infatti, non dobbiamo dimenticarci che un altro aspetto fondamentale della ripresa è il recupero, il tempo che diamo al corpo di riprendersi dopo uno sforzo».

Nel caso della corsa la ripresa deve essere composta da tappe che partono da uscite di pochi chilometri a ritmo blando, controllando il battito cardiaco durante l’attività e le reazioni dei muscoli post-attività.

«Molto importante è anche prestare attenzione ai segnali che il nostro corpo ci manda mentre riprendiamo a muoverci. Sentire un muscolo che tira leggermente o un fastidio in un’articolazione possono essere avvisaglie del fatto che il nostro corpo non si sta muovendo correttamente– conclude Costa-. In questo la chiropratica può essere utile perché valuta il funzionamento globale del corpo, localizzando aree che non funzionano correttamente, e aiuta il sistema nervoso a controllare meglio il corpo e quindi riduce il rischio infortuni, soprattutto post-quarantena. Andare dal chiropratico è la ciliegina sulla torta per tornare in forma in maniera rapida e sicura».

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