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Un passaggio fondamentale per la pensione è il calcolo del suo totale, per operare la pianificazione finanziaria nel lungo periodo. Attualmente, in Italia, il sistema contributivo in vigore è per quei lavoratori con una lunga storia contributiva, precedente al 1995. Il sistema contributivo implica che l’assegno pensionistico percepito dall’INPS viene determinato dall’insieme dei contributi versati dal lavoratore nel corso degli anni in cui ha prestato servizio.

Per guardare alle proprie prospettive pensionistiche nel lungo periodo, è necessario sapere quanti contributi sono stati versati fino al pensionamento, e fare una stima di quanti contributi saranno versati ancora. Per fare un calcolo della pensione si può ricorrere ai calcolatori: il più celebre è La Mia Pensione, disponibile sul sito INPS, con cui il contribuente accede direttamente ai propri dati. Altri calcolatori di pensione sono molto sfruttati online e grazie ad essi si può ottenere una stima di quanto frutterà il nostro assegno pensionistico.

Il calcolo pensionistico è da considerarsi una stima, soprattutto in vista di una data di pensionamento lontana. Nel tempo infatti potrebbero intervenire dei cambiamenti importanti che modifichino la condizione di carriera o di legislazione. Per questo motivo è importante prendere il calcolo pensionistico con cautela. Ma il calcolo, meramente, come funziona?

Tutto dipende dal sistema previdenziale in cui il lavoratore si trova. Per chi ha accumulato contributi dopo il 1995, gli assegni pensionistici sono proporzionati in relazione a quanto il lavoratore ha versato: la totalità dei versamenti, raggiunta l’età pensionistica, si traduce in un assegno mensile a seconda della data di pensionamento e dell’aspettativa di vita. Il montante equivale al totale dei versamenti rivalutati anno dopo anno dall’INPS tramite l’aliquota che tiene conto della dinamica del prodotto interno lordo nei cinque anni precedenti.

La pensione ovviamente può essere calcolata anche col sistema retributivo: per tutti i lavorati che vantavano almeno diciotto anni di contributi precedenti al 1995, infatti, è questo il sistema vigente. La pensione così è una funzione della media di quanto guadagnato da un lavoratore dipendente o autonomo negli ultimi anni di vita lavorativa. Per chi ha accumulato contributi prima del 1995, ma con meno di diciotto anni, è in vigore il sistema misto che prevede il sistema retributivo e il sistema contributivo per quanto versato fino agli anni prima del 1995.

Il Gap previdenziale, ovvero il tasso di sostituzione, è la differenza tra il salario attuale e quello che si andrà a percepire una volta in pensione. Si tratta di un valore fondamentale più ci si avvicina alla pensione. Pensione che può essere integrata: quando ci si accorge che il totale non ammonta alle aspettative attuali, si può ricorrere all’integrazione del proprio assegno con altri fondi di rendimento che possono scaturire dai risparmi accumulati e investiti o da forme specifiche di previdenza complementare. In questo contesto si può ricorrere all’utilissima Gestione Patrimoniale.

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