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E’ stato un incontro social ricco di spunti, di proposte, di idee, quello organizzato lo scorso 4 giugno su Facebook dal Centro teatrale Fabbricateatro e dallo stuzzicante titolo “Teatro a Catania, tra passato e futuro. “La nostra eredità non è preceduta da nessun testamento”. La video conferenza, coordinata da Daniele Scalia, presidente di Fabbricateatro, ha visto coinvolti Egle Doria, attrice dell’Associazione Madè di Catania, Elio Gimbo, regista, direttore artistico di Fabbricateatro, Nicola Alberto Orofino, regista e attore, Salvo Nicotra, regista e direttore del Centro teatrale e culturale Magma di Catania; Silvio Parito, operatore culturale e responsabile organizzativo del Centro ZO di Catania. Nella parte finale dell’incontro è intervenuto anche il prof. Giovanni Grasso, consigliere comunale e presidente della VII Commissione Beni culturali e Pubblica Istruzione al Comune di Catania.

Nel corso della video conferenza, per circa due ore, si è assistito soprattutto ad uno schietto e democratico confronto tra rappresentanti del mondo del teatro di diverse generazioni, tra modi di fare teatro, di gestire spazi e di organizzare eventi, il tutto visto nell’ottica del dopo lockdown causato dall’emergenza Covid-19.

La locandina

Al centro dell’incontro-dibattito una serie di interrogativi: come si è affrontata nel privato e nella propria sfera professionale la pandemia, quale teatro si vedrà e come si organizzeranno gli eventi dal vivo e come muterà la situazione dei lavoratori dello spettacolo dopo il blocco delle attività per oltre due mesi. Gli intervenuti, inoltre, si sono soffermati su come si riaccoglierà il pubblico e su quali e complessi accorgimenti si dovranno adoperare per proporre all’aperto e successivamente al chiuso, pièce teatrali, concerti, opere liriche o spettacoli di danza. Dibattuto anche il tema delle nuove parole, dei testi e di quali spazi per il teatro post pandemia.

Ai tanti dubbi, alle incertezze, alle speranze che agitano – ormai da mesi – le menti dei tanti lavoratori dello spettacolo e degli organizzatori di eventi, hanno provato a dare una risposta e la loro personale opinione i registi Elio Gimbo, Salvo Nicotra e Nicola Alberto Orofino, l’attrice ed organizzatrice Egle Doria, l’operatore culturale Silvio Parito e nella parte finale del dibattito anche Giovanni Grasso che si è poi soffermato sull’importanza di interfacciarsi con l’Amministrazione comunale e regionale per poter magari usufruire di luoghi pubblici per esprimere la propria arte ed a tal proposito ha annunciato per il prossimo 12 giugno un incontro a Catania tra i rappresentanti del settore dello spettacolo e la politica comunale e regionale.

Un momento della video conferenza

Sia Orofino che Gimbo hanno sottolineato che il teatro sopravviverà anche a questa terribile pandemia e troverà spunto per raccontarsi magari in nuove forme ed in nuovi spazi cercando di accogliere il pubblico in sicurezza, seguendo i protocolli stabiliti. Più pratici e concreti gli interventi dell’attrice Egle Doria che ha ricordato di come sia importante al momento rassicurare la gente per portarla in sicurezza in spazi aperti e poi nelle sale al chiuso. “Bisogna tutelare spazi piccoli come il “Canovaccio”, la Sala Magma, la Sala Di Martino ed altri presidi di cultura della città  – ha detto Egle Doria – e poi avere nuove idee, nuovi progetti ed inventare, da creativi, un nuovo modo di fare spettacolo, vincendo la paura e rendendo il teatro ancora più importante per la gente. E’ poi utile, fondamentale, la collaborazione, il confronto tra colleghi ed operatori”.

Salvo Nicotra, regista e direttore della Sala Magma e Silvio Parito, operatore e responsabile organizzativo del Centro Zo si sono soffermati su come ripartire con la macchina dello spettacolo dopo il lockdown, sugli aspetti organizzativi e sui costi, sulle nuove disposizioni, sugli obblighi e sulle responsabilità degli organizzatori, ricordando poi il delicato aspetto lavorativo degli attori che spesso viene sottovalutato.

Elio Gimbo di Fabbricateatro nel ribadire che la pandemia è stato il colpo più virulento che gli spettacoli dal vivo abbiano subito dalla fine del conflitto mondiale, si è dichiarato ottimista in quanto il teatro, con tutti i suoi paradossi economici di “arte bisognosa”, si è sempre trovato ad inventare la propria sopravvivenza. “Chi meglio di noi – ha detto Gimbo – può, a ragion veduta, dare un esempio di sopravvivenza? Recita un proverbio: ciò che non ti uccide ti rafforza e questo istinto chi fa teatro lo ha nel sangue. Può darsi ad esempio che ciò che oggi ci appare senza soluzione in realtà sia la soluzione, a ciò che fino a ieri era il problema”.

La video conferenza – conclusa poi con i saluti agli intervenuti ed agli ascoltatori, del presidente di Fabbricateatro e coordinatore dell’iniziativa Daniele Scalia – ha cercato di trovare delle soluzioni per uscire dalla crisi che ha colpito il mondo dello spettacolo dal vivo, offrendo delle comuni e semplici riflessioni a chi, nel settore, cerca nuove idee, pratiche, sentieri praticabili o solo speranze che portino fuori dall’attuale situazione di stallo.

A tal proposito la mia personale riflessione, il mio auspicio, è il seguente: “Gli spazi teatrali riapriranno le loro porte. Le luci si riaccenderanno, i posti verranno occupati dagli spettatori, entreranno in scena gli attori e – dopo tanta attesa – tornerà la magia del teatro. La vita avrà preso il sopravvento su tutto: sulle paure, sulle incertezze del futuro. Ed ognuno potrà tornare a sorridere ed a respirare cultura”. Appuntamento, quindi, a teatro!.

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