Due serate che hanno davvero emozionato. Uno spettacolo carico di significati, di contenuti, una proposta di un gruppo che non si può far altro che applaudire, sperando di vederlo sempre e soprattutto in prima linea col suo encomiabile impegno e presto sulla scena con l’ennesima proposta di altissimo valore. Ci riferiamo allo spettacolo, messo in scena per due intense serate, al Teatro Verga di Catania, ospite dello “Stabile” etneo, “Ciatu” (respiro), prodotto dalla compagnia Nèon, con la regia di Monica Felloni e già apprezzato lo scorso agosto, in prima nazionale, da pubblico e critica, nell’incantevole scenario del Teatro Greco di Taormina.
Sul palco del “Verga” colpisce subito la vitalità, la voglia di fare, la gioia di essere protagonisti di tutti gli interpreti, ovvero circa venti attori, molti dei quali disabili, che danno vita ad uno spettacolo, ad una performance, che unisce videoproiezioni, musica, danza, recitazione e soprattutto poesia allo tasto puro con testi di Piero Ristagno, Danilo Ferrari, Stefania Licciardello, Manuela Partanni e Chiara Tinnirello.
Lo spettacolo, atto unico di circa 90 minuti, inizia con la parola “Ciatu” (respiro) e poi si succedono, sulle videoscenografie di Jessica Hauf, con i movimenti scenici di Manuela Partanni ed i costumi di Gaetano Impallomeni, azioni teatrali, intrise di canto, poesia, immagini, musica e danza. Il tutto, sotto lo sguard, attento, incantato dello spettatore, in una sequenza di corpi, parole, respiri che si intrecciano si amalgamano, rendono merito e onore all’umanità che vive tutti i giorni in tensione d’amore.

Ancora una scena dello spettacolo della compagnia Nèon (Foto Jessica Hauf)
“Ciatu”, in scena il 16 e 17 febbraio al “Verga” di Catania, è un lavoro di teatro-danza, che seleziona con molta attenzione i brani musicali e con un numero notevole di attori, danzatori, presenze video dai sei ai centosei anni, seguendo le consolidate caratteristiche lavorative della compagnia (“diversità” degli artisti in scena, alto senso della poesia, ironia, leggerezza, ritmo), attraversa momenti e aspetti salienti dell’avventura umana e intellettuale del filosofo panteista Giordano Bruno (1548 – 1600). Nello spettacolo si ribadisce che nella realtà chiamata “Ciatu” (parola del dialetto siciliano che equivale a fiato, respiro universale) non esiste nessuna diversità e che, se esiste nella nostra quotidianità, succede solo per un un impianto culturale semplificatorio, oppressivo e violento.
Con la sapiente regia di Monica Felloni, che segue i capisaldi del pensiero di Bruno, lo spettacolo porta in scena la vita, dalla nascita all’estrema vecchiaia ed è qui che si intrecciano le relazioni umane, dove non esiste diversità, dove corpo e anima sono entrambi in un pensiero che unifica. Dove non si accetta la divisione, ma si guarda alla totalità.
Anche in “Ciatu” si celebra il credo di Piero Ristagno e Monica Felloni, della compagnia Nèon Teatro, ovvero dimostrare, testimoniare la possibilità che ogni tipo di diversità (fisica, psichica o etnica), concorra nella messa in scena della magia del teatro. “Corpo e anima non sono due entità, sono la persona”.
Durante la complessità e l’altrettanta fluidità dello spettacolo sorprendono e commuovono, per intensità e qualità artistiche, le performance di tutti i protagonisti e soprattutto quelle di Danilo Ferrari e Alfina Fresta (davvero commovente ed applauditissima nei brani “Una furtiva lagrima” o “Nessun dorma”), così come è apprezzabile e di estrema importanza, il lavoro di Manuela Partanni, danzatrice e guida dell’intero gruppo in scena.
Ci pare doveroso ricordare tutti gli applauditi protagonisti in scena, così come il lavoro encomiabile di Piero Ristagno e Monica Felloni che fanno con Nèon, da oltre 25 anni, un Teatro senza confini e che, con voci, gesti, corpi, movimenti, pensieri nuovi, testimonia la possibilità, per ciascun individuo, di realizzare il proprio progetto di vita al di là delle condizioni di fragilità o di disagio nelle quali si trova. Per Nèon ogni persona, nel suo essere portatrice della propria differenza, viene messa al centro dell’esperienza artistica e l’essenza è la diversità di ogni essere umano.

Il gruppo dello spettacolo “Ciatu”
Gli attori in scena sono: Luca D’Angelo, Emanuela Dei Pieri, Monica Felloni, Danilo Ferrari, Patrizia Fichera, Alfina Fresta, Stefania Licciardello, Angela Longo, Enzo Malerba, Manuela Munafò, Manuela Partanni, Carmelo Privitera, Emily Reitano, Gaia Santuccio. I disinvolti e simpaticissimi piccoli protagonisti sono Roberta Aquilotti, Kevin Cariotti, Anna Cutore, Antonio Fichera, Giovanni Gerace, Dalila Ruggeri, Dorotea Samperi. Gli operatori: Maria Stella Accolla, Giovanni Barilla, Ester Saitta. Alla fine commossi, reiterati applausi da parte di un pubblico davvero convinto, estasiato, colpito dalla proposta.
La produzione di “Ciatu”, ripetiamo, è di Nèon Teatro, lo spettacolo è assolutamente da vedere ed è consigliabile per chi vuole ancora emozionarsi, vuole commuoversi e riflettere sul nostro essere diversamente uguali, unici, indispensabili l’uno per l’altro, tutti utili e magnifici nel misterioso e magico mondo del creato.

Nella foto Monica Felloni e Piero Ristagno
“Ciatu – spiega la regista Monica Felloni – è allargare e riabbracciare l’altro in tutta la sua totalità, in tutta la sua diversità, prendendosi il tempo e lo spazio per guardarlo, conoscerlo, esserne affascinati”.
Il direttore artistico della compagnia Nèon, Piero Ristagno sottolinea che “Ciatu si propone come una scena-mondo affidata alla peculiare diversità di ogni attore coinvolto e della quale il pubblico è parte integrante. Per questo motivo dopo ogni rappresentazione a sentirsi convolti, tanto quanto gli attori, sono proprio gli spettatori” .