Teatro

La commedia “Scandalo”, scritta nel 1898 da Arthur Schnitzler, ancora inedita in Italia, è approdata al “Verga” di Catania, nell’ambito del cartellone tematico dello “Stabile” etneo “#fatti non foste a viver come bruti”, grazie alla tournée nazionale che vede protagonisti Stefania Rocca e Franco Castellano, beniamini del pubblico teatrale, cinematografico e televisivo. Lo spettacolo, in scena fino a domenica 28 febbraio, strutturato in due atti corposi di circa due ore e mezza, è firmato dal regista Franco Però, con la traduzione di Ippolito Pizzetti e produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia-Artisti Riuniti S.r.l. – Mittelfest 2015.

Sulla scena del “Verga” un convincente allestimento che si avvale, oltre che di un cast all’altezza, anche delle accattivanti scene di Antonio Fiorentino, delle luci di Pasquale Mari, dei costumi di Andrea Viotti e delle musiche di Antonio Di Pofi. Al centro dei due intensi atti e della vicenda la crisi della società occidentale che sacrifica i valori al perbenismo borghese di facciata.

Lo spettacolo, con garbo ed intensità commovente, tagliente, racconta dell’amore giovane e profondo che lega Hugo, rampollo dell’alta borghesia e Toni, ragazza invece di bassa estrazione, un sentimento molto forte e sincero che travolge gli schemi precostituiti della società. Improvvisamente Hugo ha un incidente e, in fin di vita, chiede alla famiglia di accogliere il figlio Franz, per quattro anni tenuto nascosto e la donna che ama. La famiglia borghese di Hugo, quindi, è costretta ad affrontare lo scandalo, credendo di poterlo reggere e la giovane Toni e il piccolo Franz entrano nella ricca casa dei Losatti circondati d’affetto, tanto che la giovane inizia a immaginare una nuova vita.

A poco a poco, però, emergono le insofferenze per l’estranea Toni, accentuate dall’allontanarsi degli amici, muta il peso della famiglia in società e il già fragile equilibrio crolla quando muore improvvisamente il piccolo Franz. A questo punto emergono le vigliaccherie, le sottili violenze delle convenzioni sociali, il perbenismo di quell’ambiente dorato ed alla fine, nonostante la resistenza di qualcuno che si contrappone all’accanimento di qualche altro componente della famiglia, la giovane Toni sarà allontanata e pagherà le conseguenze di essere una estranea, mai accettata in quell’ambiente aristocratico e tanto diverso da lei.

Nella foto Franco Castellano e Stefania Rocca

Nella foto Franco Castellano e Stefania Rocca

Estremamente convincenti, nel ruolo del capo famiglia, il prof. Adolfo Losatti ed in quello della vedova Emma Winter, rispettivamente Franco Castellano e Stefano Rocca, mentre negli altri ruoli, tutti applauditi, si segnalano Astrid Meloni (la giovane Toni), Filippo Borghi (il suo innamorato Hugo), Ester Galazzi (Betty, la moglie del prof. Losatti), Lara Komar (l’appassionata Franziska, sorella di Hugo), Adriano Braidotti, Andrea Germani, Riccardo Maranzana, Alessio Bernardi, Leon Kelmendi, Federica De Benedittis.

Spettacolo di grande pathos e che convince il pubblico con un tema sempre attuale, ovvero il sospetto, l’esclusione e il rifiuto per l’altro, per il “diverso da noi”. Un argomento vivo nella Vienna di Schnitzler ma che fa riflettere anche nell’Italia, nella società di oggi, fatta di tanto falso perbenismo, di tanta ipocrisia e di una dilagante indifferenza verso l’altro che ci sta accanto. Estremamente incisiva ed ancor oggi attuale, quindi, la denuncia di Schnitzler, cui il regista Franco Però restituisce intensità costruendo un lavoro avvincente e con un’ottima compagnia d’interpreti, guidata da Franco Castellano e Stefania Rocca, nomi di primo piano nel cinema e nel teatro contemporaneo.

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