Teatro

Ritorna Eros Pagni sulle scene del Teatro Stabile di Catania. Il grande attore riveste dalla scorsa stagione, con enorme successo e prestigiosi riconoscimenti, il ruolo di Antonio Barracano, protagonista del capolavoro “Il sindaco del rione Sanità”, che Eduardo De Filippo scrisse per sé nella piena maturità. Il nuovo allestimento è firmato dal regista Marco Sciaccaluga, che si è avvalso delle scene di Guido Fiorato, i costumi di Zaira De Vincentiis, le musiche di Andrea Nicolini, le luci di Sandro Sussi. Accanto ad Eros Pagni, agiscono in scena Maria Basile Scarpetta, Federico Vanni, Gennaro Apicella, Massimo Cagnina, Angela Ciaburri, Orlando Cinque, Gino De Luca, Rosario Giglio, Federica Granata, Luca Iervolino, Cecilia Lupoli, Marco Montecatino, Gennaro Piccirillo, Pietro Tammaro.

La coproduzione, realizzata dai Teatri Stabili di Genova e di Napoli, sarà in programmazione alla sala Verga dall’1 al 6 marzo, nell’ambito del cartellone “# fatti non foste a viver come bruti…”, impaginato deal direttore del Teatro Stabile di Catania Giuseppe Dipasquale secondo precise tematiche. In questo caso lo spunto per la riflessione è individuato nel sistema e relative conseguenze della giustizia privata, tipica di certi ambienti malavitosi e degradati, fino a configurare una vera e propria “società altra” rispetto a quella basata sui principi di legalità.

Scritta e rappresentata nel 1960, “Il sindaco del rione Sanità” è una commedia che lo stesso Eduardo amava definire “simbolica e non realistica, che affonda le proprie radici nella realtà, ma poi si sgancia da essa, si divinizza, per dare una precisa indicazione alla giustizia, perché Don Antonio è qualcosa di assai diverso da quel capo camorra che all’inizio sembrerebbe che fosse: è un visionario che cerca di ristabilire nel mondo un ordine andato fuori sesto”.

Come sottolinea il regista Marco Sciaccaluga: “Si tratta di una commedia complessa che mescola comico e tragico, realismo e simbolismo, anche cristologico. Un testo abitato da un protagonista, Antonio Barracano, fondamentalmente ambiguo, essendo egli insieme un capo camorra e un idealista, una sorta di Robin Hood degli ignoranti; un personaggio la cui grandezza sta proprio nella capacità di mescolare il male e il bene, il positivo e il negativo, l’alto e il basso. È in questo senso che l’ho messo in scena come uno dei testi più shakespeariani di Eduardo. A me non sembra tanto una commedia radicata in una ideologia, quanto una tragedia le cui autentiche radici affondano nell’esistenza umana”.
Don Antonio esercita, con il trentennale appoggio del sempre più disincantato dottor Fabio Della Ragione, la sua personale idea della legge. Fa estrarre pallottole e ricucire ferite dal corpo di giovanotti troppo animosi; concede “udienze” giornaliere a chi si rivolge a lui per avere giustizia e protezione. Lo spettatore fa così la conoscenza di una curiosa fauna umana, composta da piccoli delinquenti, usurai e bottegai poco accorti. Per tutti Don Antonio ha la soluzione giusta. Ma quando davanti a lui si presentano Rafiluccio e Rituccia, sua compagna in avanzato stato di gravidanza, le cose si complicano. Rafiluccio non chiede aiuto o protezione, vuole solo comunicargli che egli ucciderà il proprio padre, ricco panettiere, che lo ha diseredato e cacciato di casa. Prima di dare il suo parere, Don Antonio vuole però sentire “l’altra campana” e convoca pertanto il padre, invitandolo a riconciliarsi con il figlio. Ma il panettiere lo invita di fatto a farsi gli affari suoi, dando così inizio a un tragico precipitare degli eventi.

Per questo spettacolo, Eros Pagni ha vinto il premio “Le maschere del teatro 2015” come migliore attore protagonista. Presentato in anteprima al Napoli Teatro Festival nel giugno 2014, in occasione del trentesimo anniversario della morte del suo autore, “Il sindaco del rione Sanità” inizia la sua seconda tournée nazionale, preceduto da un coro di elogi.

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