Teatro

Provengono da Nigeria, Senegal, Eritrea, Iran, Mauritius e Romania e sono tutti giovani migranti e richiedenti asilo ospitati negli Sprar palermitani, i centri di protezione per i rifugiati. Sono loro i dodici protagonisti di “Vade retro – La riscossa dei poveri diavoli”, lo spettacolo teatrale del regista palermitano Martino Lo Cascio messo in scena al Teatro Lelio di Palermo (via Antonio Furitano 5 A).

Lo spettacolo, ad ingresso libero con contributo volontario, fa parte del progetto “Il santo della porta accanto – San Benedetto e i migranti” ideato dall’associazione palermitana Nottedoro, patrocinato dal Comune e con un contributo dell’Università di Palermo: un workshop teatrale avviato lo scorso ottobre con i giovani migranti provenienti dagli Sprar di Palermo che ha visto i ragazzi cimentarsi per la prima volta nella loro vita in un laboratorio di recitazione. Per due mesi e mezzo, due volte a settimana, nei locali di Santa Chiara e di Casa San Francesco, i giovani attori – supportati dai soci dell’associazione Nottedoro – hanno imparato a sviluppare gli elementi teatrali di base con esercizi individuali e di gruppo, come il rapporto con lo spazio e con il personaggio.

In questa prospettiva la storia di San Benedetto il Moro è stata l’inusuale cerniera tra i giovani migranti e la città: un santo africano, figlio di schiavi etiopi liberati, venerato in tutto il mondo e che a Palermo è, insieme a Santa Rosalia, patrono della città. E che forse ha bisogno proprio della spinta di un gruppo di migranti per essere riconsegnato alla memoria dei palermitani.

L’evento è il coronamento degli sforzi di questi ragazzi. Dopo un breve prologo in dialetto siciliano in cui l’attore Marco Manera racconta brevemente la vita di San Benedetto, i dodici “attori per un giorno” inscenano sul palco dei veri e propri quadri viventi in cui le proprie esperienze di migrazione si intrecciano con la vita del copatrono di Palermo. Il tutto inframmezzato da video realizzati dal regista con il gruppo di ragazzi.

“Un’avventura lievemente strampalata – racconta il regista e presidente dell’associazione Nottedoro Martino Lo Cascio – una novella “Armata Brancaleone” che prova a ritagliarsi una nicchia nella memoria degli spettatori, al di là di ogni esito artistico. Profughi invisibili e San Benedetto, accomunati dal rischio di essere dimenticati nello splendore misterioso e nelle pieghe di una città dove tutto deve essere conquistato. Anche il diritto ad esistere”.

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