Cronaca

“Oggi non è una giornata di Festa perché invece c’è ancora tanto da fare, per e con le donne”. È di Elvira Colosi, decana dell’UDI, una delle frasi chiave del dibattito che il Coordinamento Donne della Cgil e dell’Auser di Catania hanno dedicato stamattina alla Giornata della donna. Quattro ore fitte di scambi, analisi, testimonianze e relazioni hanno inquadrato un universo complesso quanto affascinante di diritti, bisogni, desideri, ma soprattutto di obiettivi ancora da raggiungere dalle donne. E quelle di Catania non fanno di certo eccezione. Cgil e Auser hanno intitolato l’iniziativa tenutasi in Sala Russo: “Donne e lavoro, tra passato e futuro”, aprendo i lavori con la proiezione di un breve video sul tema donne e diritti; al dibattito hanno partecipato in qualità di ospiti, l’assessore comunale Angelo Villari e le parlamentari del PD Luisa Albanella e Concetta Raia.

Dopo i saluti del segretario generale Giacomo Rota, che ha rilevato quanto siano ancora troppo fioche le luci dei media sulla condizione delle donne in altri Paesi, il segretario Auser, Francesco Battiato, ha ricostruito alcune tappe dello storico percorso sul movimento delle donne. Appassionato l’intervento della femminista e storica Emma Baeri Parisi che ha ricordato la docente, politologa e femminista catanese Cetti Vacante, scomparsa due anni or sono, consegnando al sindacato un suo scritto datato 1998 sul tema: “Le donne nel sindacato italiano: gli anni del femminismo” e ricordando il ruolo del femminismo dentro e con il sindacato : “Partire da se e andare verso le altre, questo è il mondo femminista”.

Per Elvira Colosi dell’UDI l’analisi sui 70 anni dal voto alle donne in Italia, non può prescindere da un presente a dire poco critico. Il rischio? “Da qualche anno stiamo perdendo le nostre più importanti conquiste – sottolinea con forza: dalla cancellazione dell’articolo 18 allo svuotamento della legge 860, dall’ insufficienza dei consultori alla questione aborti- obiezione di coscienza”. E come darle torto se in questi giorni, è in gioco anche il futuro delle pensioni di reversibilità. Nicoletta Gatto, segretaria confederale, segnala che “nel Disegno di legge delega recante norme relative al contrasto alla povertà si parla di “prova dei mezzi”. Dietro questo termine si nasconde una carognata del Governo sia nella sostanza che nella forma, contro il diritto delle persone alla pensione di reversibilità. Verranno infatti conteggiati anche redditi e patrimoni dei familiari se ancora conviventi in casa”. E non è un caso anche che la “Carta dei diritti universali” della Cgil punti su elementi essenziali legati al lavoro e alla dignità vicini al mondo femminile, come sottolinea Margherita Patti, segretaria confederale: “Nella “Carta” si ricompone il quadro dei diritti, senza nulla togliere allo Statuto in vigore, ma anzi sottolineando parole chiave come conciliazione dei tempi di vita, occupazione e welfare reale. Le donne oggi fanno quattro lavori in uno: lavoratrice, madre, moglie e figlia”. Pina Palella, segretaria confederale, prova a ricostruire un filo sul difficile nodo “donne e carriera”: “in passato le donne aspiravano ad un posto da impiegata, meglio da segretaria, eccezionalmente intraprendevano una carriera da funzionaria. Oggi nell’Unione europea solo il 33 % degli alti funzionari è donna mentre tra gli impiegati e gli addetti alle vendite il dato sale al 67 e 64%. In Italia i posti di comando rappresentano il 28% del totale”.

Il focus sul tema “donne migranti e lavoro” è stato al centro dell’intervento di Angela Battista, neo responsabile del Coordinamento Donne Cgil: “Sono per lo più vittime del lavoro grigio, hanno un contratto con un monte orario inferiore a quello reale. Lavorano 8/10 ore al giorno ma gliene vengono registrate 20/24 settimanali. Il resto dei contributi se li pagano loro. Eppure alcune sono persino laureate. Forse al Governo sfugge che il lavoro dei migranti costituisce l’11,4% del Pil nazionale”.

Ma nella Giornata della donna in Cgil, la memoria continua ad imporre un forte legame tra passato e presente: Sara Fagone, responsabile confederale per le periferie, ha rievocato la figura di Maria Giudice, la prima segretaria della Camera del lavoro di Torino, pasionaria figlia dell’ Oltrepò pavese inviata dal partito socialista in Sicilia al congresso del movimento sindacale di Palermo del 1920, appena quarantenne; riuscì a convincere i compagni che era arrivato il tempo di lottare per l’ espropriazione del latifondo e l’ affidamento alle cooperative agricole. Sarebbe diventata la madre della scrittrice catanese Goliarda Sapienza. Santina Sconza, responsabile dell’Anpi, ha ripercorso le tappe di una Resistenza italiana dove le donne hanno ricoperto un ruolo chiave: “Ogni donna era una partigiana anche solo per aver diviso una patata a metà con gli affamati, o per aver tenuto in soffitta profughi ed ebrei… donne che subirono la guerra voluta dagli uomini”.

Per Giusi Milazzo, segretaria del Sunia di Catania, il diritto all’abitare visto dall’ottica femminile, non può non puntare sul valore della differenza, poiché “può esistere la città per tutti, che parta anche dalla diversità dei bisogni delle donne e dei loro desideri”. Rosaria Leonardi, responsabile del Dipartimento lavoro pubblico e diritti abitativi della Cgil, ha puntato l’attenzione sulla “Carta dei diritti”, e all’aspetto legato alla Contrattazione collettiva, “con diritto ad ricevere congedi e permessi che possono essere rinviato alla contrattazione collettiva per inserire ulteriori migliorie , ed è proprio per questo importante che le donne siano presenti al tavolo degli accordi”.

Hanno chiuso i lavori Marilena Russo, Filcams, Giusi Bellovino Rsu La Rinascente, la rappresentante della Cope, Lorena Cinquemani e dell’ Udu, Giovanni Timpanaro (con un ricordo di Giulio Regeni), Enza Vassallo dell’Auser, Anna Marletta dello SPI, e Carla Pecis (Mediterranea Udi).

Uno spettacolo dedicato alla figura di Peppa la Cannoniera, ha chiuso la giornata nel Cortile di via Crociferi.

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