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Ahinoi! C’è poco da commentare. Questa “edizione” del Catania (2016) riesce a superare se stessa a ogni “uscita”: e a ogni “uscita” ci fa uscire da gangheri. O, forse, ormai neanche quello! Ahinoi! E, stavolta, senza tuta mimetica…

Il tecnico Rolando Maran quando allenava il Catania

Il tecnico Rolando Maran quando allenava il Catania

Per avere una assai effimera soddisfazione il popolo rossazzurro in questo “giro di valzer” deve spostarsi sin sulle rive dell’Adige, guardando a quel Catania argentino “vestito” da Chievo che sospinge più giù l’altra Sicilia, quella rosanero, con un secco 3 – 1. Castro, Spolli, Izco, Bizzarri, il mai gradito – da queste parti – Gennaro Sardo… Un manipolo guidato da quel Rolando Maran che nella memoria collettiva sembra lontano almeno cento anni. Il suo Chievo è nono a 41 punti, il Palermo terzultimo a 28 (a 5 punti dalla quintultima, la Sampdoria).  Nel 2012-2013, guidato da lui, il Catania si classificò all’8° posto con 56 punti (davanti all’Inter) e raggiunse i quarti di finale in Coppa Italia e quasi il diritto di partecipare a una coppa europea. Si arrivò a dire che i meriti non erano suoi, essendo arrivato “a tavula cunzata” dal suo predecessore Montella.

In questi tre “anni luce” il Catania la luce l’ha persa davvero.  Allora l’A. D. si chiamava Gasparin che durò solo una stagione; l’anno successivo alla guida della società s’insediarono tanti degli attuali dirigenti, “sormontati” dal genio Cosentino e, soprattutto, dal genio Pulvirenti. Com’è finita – ancora, ahinoi! – lo ricordiamo bene.

Contrasto di gioco in Foggia-Catania (Foto tratta da pagina Fb del Catania Calcio)

Contrasto di gioco in Foggia-Catania (Foto tratta da pagina Fb del Catania Calcio)

Terminata la fase dell’«amarcord» – parola che, più che nella sua traduzione dal romagnolo («io mi ricordo»), per noi ha il sapore onomatopeico di «amaro ricordo» – rimangono, appunto, i “ca… amari”. Si cincischia, supponendo immaginifiche revisioni di processi sportivi che, in ogni caso, sono avvolti dall’alone dell’assurdo e del rivoltante; si fanno i conti con gli scontri diretti, apparentemente alla portata degli attuali “campioni” che vestono il rossoceleste, per raggiungere – udite, udite! – l’ambita meta della salvezza in Lega Pro…

Intanto, si studia come battere la corazzata Potëmkin (Lupa Castelli Romani) e si ringrazia il Monopoli per aver perso in casa con il Cosenza.

Cari conterranei, che come me ancora gridate – e griderete per sempre – “qui si tifa solo Catania e basta”, teniamo duro; domenica c’è anche Ischia-Monopoli, che si gioca con un’ora di anticipo sulla “nostra”; quindi, per un’intera ora, sapremo (noi) e sapranno in campo (i “gagliardetti”) quale sarà stato il risultato nell’Isola, dove i “nostri” sono già stati capaci di compiere un’altra delle loro memorabili imprese, quella di perdere due a zero all’indomani di Sant’Agata. Sarà un vantaggio?

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra si è occupato di tante di quelle cose che è come se non si fosse occupato di nulla… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi sull’attualità del Teatro dei Pupi siciliani, regista teatrale e uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza con numerose testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.

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