Teatro

Il Teatro del Canovaccio di Catania ospita fino al 17 Aprile (stasera e domani alle ore 21.00 e domenica alle ore 18.00) la nuova versione di “Cronica” di Nino Romeo, pièce scritta nel 1985 e adesso riproposta dal Gruppo Iarba con l’interpretazione di Angelo Tosto. “Cronica “, di cui ricordiamo l’ultima edizione, proposta anni fa, nella sala di Camera Teatro Studio a Catania, interpretata da Fiorenzo Fiorito, adesso rivive sulle accoglienti tavole del “Canovaccio” grazie all’impegno ed alla superba interpretazione di Angelo Tosto ed all’intraprendenza di Graziana Maniscalco e Nino Romeo, dopo che, trent’anni fa, la portò lui stesso, da attore, in giro per l’Italia per due anni di repliche e di successi. E dallo scorso 7 Aprile il riscontro del pubblico continua ad essere notevole e, a detta dello stesso autore, dalle reazioni degli spettatori (la maggior parte under 30, dunque più giovani del testo stesso), “Cronica” non pare dimostrare i suoi trent’anni o, quando li dimostra, sa aprirsi e dialogare con gli spettatori pur con i suoi trent’anni sul groppone.

Nella foto l'autore, Nino Romeo

Nella foto l’autore, Nino Romeo

L’atto unico, di circa 90 minuti, è incentrato su un fatto di sangue, di cronaca che coinvolge un povero manovale ritardato, tale Filippo Parisi, 26 anni, abitante in via Fossa Creta, che in un raptus di follia uccide la propria madre e la tiene in casa per un lungo periodo, vegliandola. Il matricidio, viene commentato sulla scena, a proprio modo, attraverso i propri mestieri, le abitudini e sensibilità, da sette diversi personaggi, autentici testimoni più che del fatto criminoso, del proprio modus vivendi, del proprio essere. Sempre in una sartoria, i sette testimoni dell’assurdo e pietoso delitto si vestono ed iniziano a dire la loro sul presunto colpevole o vittima, tirando fuori così la loro debolezza o arroganza e soprattutto esprimendosi con un linguaggio, uno “slang metropolitano” davvero caratteristico e vario.

Il primo personaggio ad apparire in scena è un collega del povero Filippo, un divertente manovale che sul posto di lavoro, tra una cantata e l’altra e con la tipica parlata catanese, introduce lo spettatore nella vicenda attraverso dei sentito dire. Si passa poi al commissario di Polizia dall’inflessione napoletana che cerca di far parlare l’imputato, infine, con lo squillo di un cellulare che interrompe il parlare dei personaggi, si materializzano agli occhi dello spettatore la pettegola vicina di casa intenta ad acquistare, con dei pestiferi figlioletti, l’occorrente del giorno, un ligio carabiniere pronto a ripetere al giudice il contenuto del suo verbale relativo al ritrovamento del cadavere, un prete dall’accento marcatamente popolare con delle regole cristiane del tutto particolari ed il fratello malavitoso  della vittima che, solo per l’occhio sociale, pensa a far assistere il parente da un giovane e soprattutto economico avvocato. L’atto unico poi si chiude con l’ultimo personaggio, un barbone deriso ed emarginato, che insulta tutti con l’etichetta di “cornuti” e che si definisce l’unico amico del povero Filippo che, alla fine, risulta più vittima che carnefice del suo stato e di una società che schiaccia chi non è omologato, chi è più debole.

La vicenda, come detto, si svolge dall’inizio alla fine, in una sartoria, dove sono presenti una radio, un cellulare che squilla, una sorte di totem che, con degli interruttori, consente di indirizzare le luci, di volta in volta, su uno dei sette personaggi interpretati, con perfetta aderenza, da Angelo Tosto e l’alternarsi di ogni personaggio è contrassegnato da uno squillo del telefonino e subito dopo seguono vari brani musicali: da Adamo a Toto Cutugno, da Brigantony a Mario Merola, da Rino Gaetano a Fabrizio De Andrè ecc. Funzionali l’impianto scenografico, la regia ed il gioco luci pensati da Nino Romeo.

Il convincente Angelo Tosto

Il convincente Angelo Tosto

Fondamentale in questa nuova edizione di “Cronica” l’interpretazione dell’eclettico ed applauditissimo Angelo Tosto, convincente in ogni sua sfumatura o movenza. Tosto è abile nel passare dal comico (esilarante quando ricorda il difetto di dentatura dell’assassino o quando, da prete, dimentica i nomi della Madonna o del Signore) al drammatico senza continuità di sorta, dando la propria impronta ad ogni carattere, al fatto di sangue, completando il quadro psicologico del disturbato Filippo, attraverso le testimonianze della variegata umanità che gli sta accanto.

Nino Romeo da autore si confronta oggi prima di tutto con se stesso e poi con la professionalità di un nuovo interprete e con un testo di trent’anni, ma si ritrova con un lavoro sempre attuale, parlando del matricidio perpetrato dal manovale Filippo come di “cannibalismo urbano”. Il linguaggio e l’aspetto psicologico dei personaggi continuano ad essere fondamentali nei testi di Romeo ed in “Cronica” viene utilizzato un dialetto prevalentemente metropolitano, a dispetto del barbone emarginato, che, alla fine, sotto casa di Filippo lascia agli spettatori il giudizio su un fatto di sangue, oggi ancor più attuale nelle nostre città e su un carnefice che non si riesce proprio a definire tale.

La pièce, pur nei suoi toni comici e drammatico-grotteschi, raccoglie alla fine gli applausi convinti degli spettatori e risulta una inquietante riflessione filosofica sulla vita e sulla morte, oltre che  sulla  drammatica precarietà  dell’esistenza. Una messinscena scorrevole e gradevolissima, un testo che, ripetiamo, a distanza di trent’anni si rivela ancora attualissimo e soprattutto un Angelo Tosto interprete validissimo ed eccellente. Spettacolo da vedere assolutamente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post