Catania News

Curiosità  e interesse ha suscitato nella sede Onu di New York la presentazione  del progetto per la costituzione del Centro Hub di Catania per il  coordinamento del Progetto “E-med-med” nell’area del Mediterraneo.  Grazie al progetto, Catania è destinata a diventare la capitale della telemedicina del Mediterraneo. Il  progetto è stato presentato all’interno della sedicesima “Infopowerty  World Conference”, organizzata dall’Occam (Observatory for cultural and  audiovisual communication).

Il sindaco Enzo Bianco, intervenendo in  collegamento streaming, ha raccontato della Sicilia, da anni al centro  dei flussi migratori e che “per molti anni ha avuto la sensazione di  esser stata lasciata sola”.
“Adesso – ha detto Bianco – lo Stato  italiano si è fatto carico assai più seriamente del problema, ma manca  ancora una presenza adeguata dell’Ue, che si muove per le grandi  tragedie ma poi scarica il problema sui Paesi dove si verificano gli  sbarchi. Una delle grandi questioni che stiamo affrontando riguarda la  Medicina e Occam ha presentato qui a Catania un progetto per il quale il  nostro Comune ha sottoscritto un protocollo d’intesa. Si tratta di  utilizzare il sapere delle nostre Università e le più innovative  tecnologie per fare un salto di qualità nella telemedicina, migliorando  così la nostra capacità di assistere i migranti, anche con l’uso di  tessere sanitarie elettroniche”.

A esporre il piano d’azione davanti  all’assemblea è stato Francesco Santocono, docente di diritto sanitario  dell’Università Giustino Fortunato di Benevento e consulente per le  politiche sanitarie dello stesso primo cittadino di Catania. Santocono – individuato dall’Occam, ente affiliato all’Onu, come Segretario  generale del progetto e-Med-Med – ha spiegato che il percorso di  implementazione del sistema partirà con l’istituzione di un Comitato  scientifico multidisciplinare, formato dai rappresentanti di tutti i  Paesi aderenti, che avrà l’obiettivo di avviare il processo formativo  del gruppo al quale affidare la preparazione degli operatori sanitari  locali.
“Attraverso  – detto il docente durante il suo intervento  –un percorso accademico adeguato, saranno creati profili idonei ai  quali affidare la responsabilità degli operatori sanitari che, dotati di  supporti tecnologici innovativi, si muoveranno tra i villaggi  dell’Egitto, della Libia, della Tunisia e del Marocco”.
Il master  universitario concepito per questo scopo metterà insieme le migliori  risorse accademiche e scientifiche e, alla fine, consegnerà la patente  di formatore a ottanta “principal trainers”, figure di riferimento con  la responsabilità delle piattaforme locali collegate con Catania.
“Quattrocento  medici e infermieri – ha aggiunto Santocono – sul territorio  controlleranno la salute di un milione e duecentomila persone all’anno,  fornendo informazioni preziosissime per la costruzione dell’identità  sanitaria delle persone, delle comunità o delle regioni”.
Ogni  operatore sanitario agirà con una specifica attrezzatura da campo,  fornito di un’unità mobile con ricevitore satellitare e una valigia  tattica appositamente studiata, completa della strumentazione necessaria  alle attività previste. Il collegamento con la piattaforma centrale non  avrà soluzione di continuità, grazie a un sistema tecnologico in grado  scambiare informazioni in tempo reale. Si tratta di un piano di  sicurezza globale che, peraltro, potrà essere utile anche per i flussi  dell’immigrazione, creando i presupposti necessari per tracciare  dettagliatamente i fattori di rischio e gli spostamenti di infezione  patogena.

“I vantaggi statistici di un’azione tanto meticolosa – ha  concluso Santocono, suscitando la curiosità della delegazione mondiale – sono molteplici e tutti di grande importanza. Non c’è soltanto  l’assistenza, ma anche la prevenzione internazionale. Le possibilità  sono infinite. Si pensi per esempio alla capacità del progetto di  reperire gruppi ematici particolarmente rari, catalogandoli in una vera e  propria banca del sangue virtuale”.

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