Cronaca

“Il dopo Expo ci ha fatto capire che il vero Made in Italy è quello legato al cibo e ai prodotti della nostra agricoltura: un settore in cui ci sono grandi prospettive per il futuro, bisogna però saperle sfruttare intervenendo principalmente tagliando la burocrazia delle Regioni e quindi i tempi ancora troppo lunghi”.

confagricolturaAd affermarlo, questa mattina a Catania, è stato Franco Laratta, ex deputato nazionale e attuale sub-commissario di Ismea, l’Ente economico dello Stato che finanzia e sostiene i progetti dei giovani in agricoltura. L’occasione dell’incontro con Laratta e con il deputato nazionale del Partito Democratico, Giuseppe Berretta, è stato il convegno di Confagricoltura Catania sui temi dello sviluppo della Sicilia a partire dal rilancio del comparto agricolo, svoltosi stamane alla facoltà di Agraria.

“Un rilancio possibile per un settore, l’agricoltura, che secondo l’ultimo rapporto Svimez sta facendo da traino alla ripresa del Sud, sia in termini di aumento del Pil che dell’occupazione” ha detto Berretta. “Dati incoraggianti ai quali si aggiungono i tanti fondi per il rilancio dell’agricoltura in Sicilia: oltre 2 miliardi di euro da qui al 2020, risorse Ismea, nazionali, regionali, fondi strutturali europei a cui si aggiungono le misure introdotte dalla Legge di stabilità 2016, tra tutte il taglio di Imu e Irap per gli operatori del settore – ha sottolineato ancora il deputato etneo del Pd – Ora la Regione, soprattutto, deve dare un aiuto importante per eliminare la burocrazia che ancora è un freno allo sviluppo e alle tante opportunità per i giovani che vogliono scommettere su innovazione, agriturismo e biologico. È il momento di chiudere con l’assistenzialismo, di creare filiere e dunque aggregare gli operatori in un settore ancora troppo frammentato e di camminare sulle nostre gambe per fare dell’agricoltura il vero motore di sviluppo della Sicilia”.

“Le fonti di finanziamento sono notevoli, con 2 miliardi e 200 milioni da spendere entro il 2020 inseriti nel Piano di Sviluppo Rurale per la Sicilia, più 200-300 milioni di euro per l’anno in corso di fondi nazionali – ha specificato Laratta – I segnali che cogliamo sono già positivi, in particolare il ritorno dei giovani alla terra, con lo sviluppo di nuove idee, l’uso di nuove tecnologie e il rilancio del settore turistico grazie agli agriturismo. L’innovazione sarà la parola d’ordine per conquistare nuovi mercati e già oggi ci avvicina ai mercati mondiali, penso ad esempio alle piattaforme di vendita online: oggi chiedono l’olio siciliano dalla Korea del Sud e i nostri vini hanno superato quelli francesi. E’ chiaro però che ci vuole meno burocrazia e tempi più stretti: in questo le Regioni, Sicilia inclusa, sono ancora in ritardo ad esempio rispetto alle condizioni rigide dettate dall’Unione Europea nell’uso dei fondi”.
Si è parlato dunque di burocrazia e di difficoltà di accesso al credito, “reso spesso difficilissimo dalle banche, che impongono a chi vorrebbe fare investimenti condizioni inaccettabili: su questo ci rivolgiamo ad Ismea, perché si intervenga per facilitare l’accesso ai finanziamenti per gli agricoltori” ha sottolineato Corrado Vigo, presidente dell’Ordine provinciale dei Dottori agronomi e forestali. “Il credito è fondamentale, soprattutto per le start-up ma anche per far sopravvivere le nostre imprese – ha detto Giovanni Selvaggi, presidente di Confagricoltura Catania – Purtroppo la nostra Regione non ha mai dato grande importanza al comparto agricolo, sia in termini di innovazione che di vera e propria cultura. Oggi però potremmo avere grandi chance grazie al Piano di Sviluppo Rurale: speriamo dunque che la Regione lo pubblichi al più presto”. Qualche rassicurazione in tal senso è venuta dal dirigente dell’assessorato regionale all’Agricoltura, Sirna, che ha spiegato: “Stiamo definendo i vari bandi del PSR e inizieremo a pubblicarli al più presto, con importanti novità, tra cui un pacchetto per i giovani e per i nuovi investimenti: uno degli obiettivi è superare l’eccessiva polverizzazione delle imprese in questo settore”.
Un dibattito proficuo e molto partecipato, con la sala magna della facoltà di Agraria gremita di operatori del settore e studenti interessati alle possibilità di sviluppo di questo settore. A dare un contributo al dibattito c’erano anche Salvatore Cosentino, direttore del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania, il presidente regionale di Anga Sicilia (i giovani di Confagricoltura) Felice Cupane, il presidente dell’Ordine dei Dottori agronomi e forestali di Messina Felice Genovese e Giuseppe Perri, esperto di Ismea.

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