Claudio Ranieri ha vinto il campionato inglese allenando la squadra di una città, Leicester, delle dimensioni quasi come quelle di Catania. Adesso, tutti a “tirarsela”. Nel rapporto con il calcio britannico è all’incirca come quando in Italia vinsero il Cagliari (1969-70) e il Verona (1984-85). Per noi etnei ha un sapore ancora migliore, perché dal 1982 al 1984 Ranieri ha vestito degnamente la maglia rossazzurra. C’era anche lui in campo il 25 giugno 1983, quando Menegali – fischiando la fine dello spareggio con la Cremonese (che schierava un imberbe Vialli) – decretò la promozione in serie A degli etnei di Gianni Di Marzio. C’era stata la “migliore” marcia su Roma di tutta la storia: quella di 40.000 catanesi verso l’Olimpico; quell’altra – più famosa e infausta – al confronto è stata una scampagnata tra amici… Ranieri era terzino ma l’anno successivo si dovette adattare a fare il “libero” a causa dell’infortunio di Mastropasqua.

Il Catania con Claudio Ranieri
Tra parentesi e per i più giovani: il “libero” nel calcio del secolo scorso era chi stava tra la difesa (marcatura a uomo) e il portiere, una sorta di ultimo baluardo che interveniva dove e quando c’era bisogno. L’infortunio di Mastropasqua, quello del gioiellino Mastalli, le angherie arbitrali (tutti ricordiamo l’inspiegabile annullamento del gol di Cantarutti contro il Milan) e gli acquisti sbagliati di Pedrinho e Luvanor (quelli che per qualche giorno hanno viaggiato in Regata, il modello FIAT per pubblicizzare il quale furono frettolosamente ingaggiati per poi essere ripudiati), decretarono il rientro nei ranghi.
Quanto a Ranieri, nella nostra memoria c’è impresso un fatto indelebile: tornò a Catania nel 1996 per dare l’estremo saluto al suo presidente Angelo Massimino portandone a spalla la bara.

Salvo Nicotra
Salvo Nicotra si è occupato di tante di quelle cose che è come se non si fosse occupato di nulla… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi sull’attualità del Teatro dei Pupi siciliani, regista teatrale e uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza con numerose testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.