CulturaLibri

Lo scrittore e giornalista  Nicola Lofoco, in collaborazione con le Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai), ha presentato nella sede della Federazione Unitaria Italiana Scrittori (FUIS) il  suo libro “Quel velo sul tuo volto”. Lo hanno “accompagnato” con grande partecipazione rappresentanti delle Istituzioni, delle Ambasciate straniere, esperti internazionali dei diversi settori, che hanno risposto con la forza della conoscenza, del dialogo e del confronto a quelle che restano delle questioni ancor “spinose” per l’Occidente:  le Primavere Arabe, la crescita del terrorismo  e l’uso del velo nella tradizione islamica.

 

Foto Presentazione Libro 1“Una cosa è  parlare dell’identità, un’altra è parlare della libertà della donna. Ci sono donne arabe che portano il velo per ribadire la loro identità in maniera libera; ma non possiamo escludere che ve ne sono altre che possono essere sottomesse” ha sostenuto Foad Aodi, Presidente di Co-mai e  Focal Point per l’integrazione in Italia per Alleanza delle Civiltà (UNAoC). “La sola via per impedire qualsiasi interpretazione individuale dell’Islam – ha proseguito lanciando un appello –   che lede alla libertà, e allo stesso tempo acuisce le strumentalizzazioni del mondo arabo  e islamico, è quella di arrivare ad un accordo sulla libertà religiosa tra le Comunità Arabe e Musulmane Italiane e il Governo, favorendo così la convivenza pacifica, la sicurezza e la trasparenza economica”. 

 Dopo i ringraziamenti rivolti ai presenti dal  Delegato D’Affari della Lega Araba in Italia Zouheir Zouairi, l’Ambasciatrice di Palestina in Italia, Mai Al Kaila, ha approfondito la questione-velo: “In Terra Santa  il velo è largamente diffuso, non solo tra le donne arabe, ma anche tra le donne cristiane ed ebree, per rispetto, tradizione e cultura. Nessuno deve subire una sottomissione. Il velo è una libertà personale, non un atto religioso. Deve essere portato in modo libero e non deve essere associato al terrorismo che non ne ha niente a che vedere. Il mondo arabo soffre per questi pregiudizi”.

Da parte sua, Maria Amata Garito, Rettore dell’Università Telematica internazionale UNINETTUNO, ha dichiarato citando la scrittrice Fatema Mernissi: “La liberazione della donna è globale, vive nella forza della conoscenza, nella luce di un rinnovamento culturale laico che si riflette in una società globalizzata e interconnessa. Le donne arabe e musulmane – ha aggiunto  – possono avventurarsi nella modernità con orgoglio. L’aspirazione alla democrazia, ai diritti umani, alla partecipazione alla vita sociale e politica di un Paese, non è una prerogativa dell’Occidente, ma parte integrante dello sviluppo di ogni società civile”.

A conclusione, le testimonianze dei numerosi ospiti di prestigio, tra i quali: Enrico GranaraMinistro plenipotenziario e Coordinatore per gli Affari Multilaterali del Mediterraneo e del Medio Oriente – Ministero per gli Affari Esteri;  l’On. Fabio Lavagno (PD); Maurizio Peggio, Moderatore dell’evento e  Giornalista Rai; Natale Antonio Rossi, Presidente FUIS;  Ing.Giuseppe Papaleo, Presidente dello IASEM – Istituto Alti Studi Euro-Mediterranei; Dr. Ahmed Iraqui, Delegato in Terra Santa (AMSI) e Direttore di Al Rahma Medical Centre di Tira (Israele);  Habiba Manaa, Coordinatrice Dipartimento Giovani e Seconde Generazioni (Co-mai); Fadi Mansour, Direttore del Giornale Online Altiira.com e Intisar Masri, Segretario Generale di Al Sadakah.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post