Intervista con...

In attesa di poter ricevere risposta alle nostre domande da parte dell’attuale primo cittadino, Dott. Emilio Messana, ripetutamente invitato a far conoscere le motivazioni che costringono alla chiusura il prestigioso teatro “Regina Margherita” di Racalmuto, proponiamo ai lettori l’intervista a Salvatore Petrotto, il sindaco del Comune agrigentino che nei primi anni duemila perorò la causa della riapertura del teatro, offrendone la direzione artistica allo scrittore empedoclino, Andrea Camilleri, questo il suo racconto.

Come è avvenuta la riapertura del teatro Margherita dopo 40 anni di chiusura?

da sn. Salvatore Petrotto con Andrea Camilleri a Racalmuto nel 2001

da sn. Salvatore Petrotto con Andrea Camilleri a Racalmuto nel 2001

“Nel 2001 ricordo che andai a trovare a casa sua, a Roma, lo scrittore Andrea Camilleri per conferirgli, nella qualità di sindaco di Racalmuto, l’incarico di direttore artistico, che accettò ben volentieri, del Teatro Regina Margherita. Poi l’anno successivo, alla scadenza del mio secondo mandato, il mio successore, l’avv. Luigi Restivo, ebbe l’onore di inaugurare, dopo 40 anni di chiusura, quel gioiello di architettura realizzato nella seconda metà dell’Ottocento.

Riguardo alla direzione artistica è bene precisare che Andrea Camilleri non si occupò mai in prima persona, dal 2002 al 2007, della gestione del teatro di Racalmuto che, di fatto, venne curata, per sua espressa volontà, dall’attuale Direttore Artistico del Teatro Stabile di Catania, Giuseppe Di Pasquale.

Ricordo che in quegli anni registrammo a Racalmuto una conduzione dell’attività teatrale, caratterizzata da monologhi di attori, che venivano formalmente retribuiti con cache che superavano anche i 15 mila euro a serataTant’è che tale gestione fu il motivo di una segnalazione di alcuni cittadini alle Autorità Giudiziarie. Per la gestione del teatro furono investiti un centinaio di migliaia di euro, stanziati dal comune di Racalmuto e dalla Regione Siciliana, spesi in modo discutibile, con risultati artistici poco lusinghieri ed incassi decisamente deficitari in rapporto al costo degli spettacoli. Ad assistere ai monologhi erano presenti solo qualche decina di spettatori”. 

Salvatore Petrotto con Leonardo Sciascia nel 1985

Salvatore Petrotto con Leonardo Sciascia nel 1985

Quali furono le motivazioni che indussero al cambiamento di rotta e quali conseguenze ebbero?

 “Ritengo che i fatti seguiti a quella scelta abbiamo pesato parecchio sul prosieguo della mia attività amministrativa.

Infatti, a distanza di 3 anni, a seguito di una denuncia scelsi di dimettermi. Nei confronti della mia amministrazione fu inscenata la parodia di un crimine inesistente, per occultare i veri crimini miliardari che avevo denunciato presso gli uffici giudiziari e presso le autorità di controllo, compreso il Presidente della Repubblica e che riguardavano l’illegale gestione di acqua e rifiuti in Sicilia”.

 La sua amministrazione è stata poi assolta da ogni accusa di infiltrazione mafiosa?

“Fui costretto a dimettermi da sindaco, perché raggiunto da un avviso di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa, quindici giorni dopo aver inaugurato il centro per la raccolta differenziata dei rifiuti di Racalmuto. La Procura Distrettuale Antimafia competente chiese quasi subito l’archiviazione del mio caso ed il Tribunale di Palermo, prontamente, a settembre del 2011, dopo meno di 3 mesi dalla notifica di quel mio avviso di garanzia, archiviò tutto.

Il tutto era iniziato quando da sindaco avevo tentato di ovviare al disastro economico ed ambientale conseguente alla gestione dell’intero ciclo dei rifiuti, attraverso la messa in funzione, a maggio del 2011, di un centro per la raccolta differenziata al servizio di tre comuni: Racalmuto, Grotte e Castrofilippo. A febbraio del 2011, inoltre, avevo presentato una dettagliata denuncia alla Procura della Repubblica di Agrigento, nella quale, tra l’altro, evidenziavo una serie di illegalità, relativamente a degli affidamenti per oltre 150 milioni di euro per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Su questa vicenda sono stato sentito, il 20 maggio del 2015, dalla Commissione Bicamerale d’Inchiesta che si sta occupando del ciclo dei rifiuti e dei reati ad esso correlati, presieduta dall’On. Alessandro Bratti”.

margherita Quale fu l’attività svolta dal teatro Margherita nel periodo della direzione artistica affidata al regista Fabrizio Catalano?

Posso dire che, grazie alla direzione del regista, Fabrizio Catalano, Racalmuto si era notevolmente risollevata da quel torpore sociale, civile e culturale che aveva caratterizzato gli anni precedenti, grazie a cartelloni, di livello nazionale ed internazionale, capaci di garantire il tutto esaurito nella vendita dei biglietti. Furono ospitate le migliori compagnie italiane, con attori quali il compianto Mario Scaccia, Ugo Pagliai e Paola Gassman, Ottavia Piccolo, Gianfranco D’Angelo, Eleonora Giorgi, Debora Caprioglio, Marina Suma, Katia Ricciarelli, Sebastiano Somma, Orso Maria Guerrini, Gaetano Aronica, Nicoletta Braschi e altri ancora.

Nell’arco di quasi 4 stagioni furono proposti anche spettacoli musicali e televisivi, con la direzione artistica, in quel caso, di Biagio De Martino ed una trasmissione, in onda su circuiti televisivi regionali, dal titolo In-Canto. Una kermesse che ha consentito a centinaia di giovani cantanti e musicisti, di farsi conoscere. Altri ricordi sono legati alle numerose opere ed operette, ai cabaret ed alle manifestazioni di vario genere organizzate, di concerto con molte scuole siciliane; nonché ai convegni tenuti in teatro sino al 2011. Il teatro risorto dopo 40 anni di chiusura dopo il commissariamento del Comune è tornato nell’oblio del silenzio”.

 Quali sono i motivi che hanno portato alla chiusura del teatro e che attualmente rendono complicata una possibile riapertura?

Incuria e degrado accanto al teatro Margherita

Incuria e degrado accanto al teatro Margherita

Con la motivazione ufficiale del necessario adeguamento alle nuove normative di sicurezza, sono stati fin qui spesi qualche centinaio di migliaia di euro; sono stati sventrati, ad esempio, i due palchetti laterali a ridosso del palcoscenico, denominati in gergo teatrale, barcacce, per ricavarne due uscite di sicurezza. Ma ancora niente, dopo 5 anni, chi entra dentro il teatro si accorge che regna un’aura spettrale; e la si avverte ammirando i manichini, collocati sopra tutti gli ordini di palchi, al posto di reali spettatori.

Si è scelto di non valorizzare un gioiello egregiamente gestito da una decina di lavoratori socialmente utili che ne assicuravano la continua manutenzione ed una sua perfetta fruizione. Appena insediati, 4 anni or sono, i commissari prefettizi e nel 2014 la nuova amministrazione comunale, ha deciso di chiudere il teatro e di trasferire quei lavoratori al servizio di manutenzione dei giardinetti e delle strade. Un vero peccato poichè si tratta di operatori teatrali, formati attraverso corsi professionali.

Sino al 2011 ogni anno sono stati non meno di 40 mila gli spettatori che hanno assistito a rappresentazioni teatrali. Senza contare il ritorno di immagine, grazie ad almeno tre trasmissioni televisive di alcuni network che promuovevano, non solo le attività teatrali, ma anche gli altri pregevoli contenitori culturali presenti nel paese di Leonardo Sciascia.

Castello Chiaramontano

Castello Chiaramontano

In particolare mi riferisco  al Castello Chiaramontano, splendida realtà museale, dove si svolgevano altre attività culturali di grande livello, ma anche convegni, sfilate di moda e ricevimenti;  od ancora alla Fondazione Leonardo Sciascia che, con i suoi 1500 metri quadri di sale, pinacoteche e librerie, custodisce quanto di più prezioso ci ha lasciato in eredità il celebre scrittore di Racalmuto, celebrandone, ogni anno,  la figura e la memoria, attraverso importanti appuntamenti culturali di livello internazionale. Ed anche la Fondazione Sciascia, per la prima volta dalla sua istituzione, che risale al 1987, ancora vivo lo scrittore Leonardo Sciascia, non ha usufruito nel 2015 dei finanziamenti regionali, sembrerebbe per una dimenticanza del consiglio di amministrazione che non avrebbe presentato per tempo la relativa istanza alla Regione Siciliana!”

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