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La situazione immigrazione diventa ogni ora più drammatica: occorre intervenire per bloccare la strage. 700 morti in mare in tre giorni, di cui 40 bambini. Il dato è ancora più allarmante se si pensa che i numeri sono ridimensionati rispetto alla reale portata della tragedia del Mediterraneo. Il mare ha risucchiato nello scorso week end le giovani vite dei disperati partiti dalla Libia che nel Canale di Sicilia hanno vissuto l’ultima speranza, e ora restituisce i corpi senza vita delle vittime. Vittime di indifferenza, paura e pregiudizi, di una società occidentale che ha dimenticato le sue radici di solidarietà e mutuo soccorso, sulla quale aleggia lo spettro dell’Isis abile a rimarcare le logiche del terrore.

“I nostri medici in prima fila nei paesi arabi trasmettono notizie che ci preoccupano e angosciano”– afferma il Prof. Foad Aodi, Presidente dell’Associazione medici di origine straniera in italia (Amsi) e delle comunità del mondo arabo in italia (Co-Mai) – “i morti sono molti di più. La situazione sanitaria è difficilissima” – continua il Prof. Aodi, “un dato incoraggiante che emerge dai report dei nostri medici è che tra le popolazioni musulmane viene meno il sostegno all’Isis, estorto con ricatto in cambio di servizi sanitari e di sicurezza, imposti come alternativa a quelli legittimi degli Stati: la coalizione occidentale può ora avvalersi di un’arma molto forte contro gli uomini del terrore in Libia, Siria ed Iraq intensificando la cooperazione internazionale e gli aiuti umanitari nei nostri paesi, con azioni concrete e sicure, evitando che finiscano nelle mani sbagliate, come tante volte avviene”.

Ma il dramma dei migranti non si esaurisce qui, di sofferenza sono intrise le storie dei superstiti, che raccontano di violenze e abusi a danni di donne e ragazzini. “Le giovani che sbarcano incinte sono state violentate durante il viaggio e la stessa sorte tocca a tanti ragazzi”. La denuncia agghiacciante di Aodi continua “in Europa sono già spariti 10.000 minori nel 2015, destinati al mercato degli organi o, nel migliore dei casi, al brutale sfruttamento nel lavoro nero ed abusi sessuali”. 

Di fronte al dilagare della violenza e alle atroci sofferenze inferte ai migranti, colpevoli solo di cercare una vita lontano dalla guerra e dalla fame, è necessario un intervento corale e responsabile degli Stati membri dell’Unione: “il nostro appello affinché l’Italia, che sta agendo bene, non venga lasciata sola e chi fosse a conoscenza di abusi sui minori li denunci senza paura. Tutelare chi e’ in difficoltà nel nome dei diritti umani e salvare i minori dalle mani dei trafficanti, che possono vestire i panni dei loro famigliari o protettori”, conclude Aodi.

Mentre la Penisola è divisa tra l’indignazione – la cui voce più autorevole è quella di Papa Francesco – e la paura degli sbarchi in massa, alimentata da politici senza scrupoli che speculano su un problema di proporzioni epocali, l’Europa mostra il suo volto più disumano e indifferente e si trincera dietro il muro del pregiudizio, senza che vengano formulate proposte concrete e positive per risolvere quella che già da più parti è stata definita come l’emergenza del Nuovo Millennio.

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