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Cari amici lettori, desidero condividere alcune riflessioni sulla puntata di “Ballarò”  dello scorso 24 Maggio 2016, programma di prima serata su Rai3, condotto dal giornalista Massimo Giannini, in merito alla validità dell’omeopatia.

Alla trasmissione sono intervenuti il medico e ricercatore Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”, Michele Mirabella, conduttore del programma di Rai3 “Elisir”; Mario Melazzini, presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e poi, con posizioni favorevoli all’omeopatia, Antonella Ronchi, medico e presidente della Federazione Italiana Associazioni e Medici Omeopati (FIAMO) e due testimoni, Francesca Sifola e Cristina Masi, che hanno raccontato la loro esperienza personale con l’omeopatia.

La puntata di "Ballarò" sull'omeopatia

La puntata di “Ballarò” sull’omeopatia

La puntata in oggetto mi è sembrata un prendersi a pugni tra uomini garbati piuttosto che un dibattito scientifico soprattutto chiarificatore per gli italiani, mi è sembrato un gesto separativo: ciascuno pronto a difendere la propria conoscenza. Ma la vita, a mio parere, implica una esperienza fondamentale che l’uomo apprende con difficoltà: l’unione. Come si dice, l’unione fa la forza, non la forza di uno, di un gruppo, ma la forza di ogni essere vivente presente sulla terra.

Guardando la puntata di “Ballarò”, mi sono chiesta di chi fosse il disappunto. Forse del biologo, del matematico, del chimico, del fisico, del clinico, del farmacologo? Ma la natura che si manifesta attraverso la creazione di cielo, terra, acqua, aria, cosa conta oggi, se conta ancora qualcosa?

Non contiene forse la natura tutti questi elementi? Come può la scienza progredire e mettersi al servizio dell’OMS che parla di salute e non di malattia, se ciascuno, che sia il matematico, il fisico, etc.. resta ancorato alla propria disciplina, generando separazione intellettuale  e scientifica?

Dinamizzazione

Dinamizzazione

L’Omeopatia, ancora oggi, rimane uno dei più controversi argomenti degli ultimi decenni; oggi si trova al centro dell’interesse di un’ampia cerchia di persone, in quanto costituisce materia che merita di essere studiata in maniera seria, ma che richiede anche l’introduzione di concetti nuovi.

L’Omeopatia è un metodo terapeutico fondato su 2 principi fondamentali:

-La legge della similitudine

-La dinamizzazione

Per dinamizzazione, oggetto di discussione in “Ballarò”, si intende un metodo di preparazione delle sostanze medicamentose nel quale la sostanza viene soggetta ad un processo di progressiva diluizione ritmica. Durante questo processo di diluizione sempre più alta, la sostanza medicamentosa non può più essere materialmente rilevabile, appunto siamo oltre il numero di Avogadro.

Christian Friedrich Samuel Hahnemann conosceva bene il significato del numero di Avogadro ed è proprio dopo numerosi anni di studio e ricerca che comprese come dal mondo delle sostanze medicamentose si sprigionasse qualcosa di dinamico che viene ottenuto attraverso la dinamizzazione e diluizione progressiva. Le prove sperimentali riguardanti l’effetto delle alte diluizioni di una sostanza anche oltre la soglia del numero di Avogadro, obbligano ad una revisione critica delle teorie stocastiche che descrivono la relazione ligando-recettore e persino le leggi fisiche della materia condensata.

Il medico tedesco Samuel Hahnemann

Il medico tedesco Samuel Hahnemann

Quindi, se l’evidenza sperimentale è in contrasto con un modello teorico, sia pur ben consolidato, è quest’ultimo che deve cedere il passo ad una modifica, perché, allora, si parla di pregiudizio e non di scienza. Non dobbiamo dimenticare che ciò che oggi è provato, un tempo era solo immaginato! Un tempo gli antichi pensavano che la terra stesse ferma al centro dell’ universo, mentre tutti gli altri corpi celesti le giravano intorno. Oggi sappiamo che la situazione è un pò diversa!

Mi domando: perché fare finta che non ci siano prove che convalidano l’efficacia delle alte diluizioni, quando basta dare un’occhiata a numerosi lavori scientifici di tutto rispetto che hanno obbligato scienziati di fama a sospendere la loro diffidenza per avviare ricerche in grado di spiegare l’efficacia terapeutica dell’ omeopatia?

Certo, accettare la convalida della dinamizzazione, forse vuol dire pure rivedere il concetto di malattia?

A tal proposito, l’OMS dà una chiara definizione di salute e non del suo opposto,  malattia. Il mio primo giorno al corso di specializzazione in omeopatia a Parigi, cominciò con la lettura di un passo dell’ “Organon dell’arte del guarire”.

Hahnemann scriveva: “Quando l’uomo si ammala, all’inizio è perturbata soltanto questa forza vitale (principio vitale)……”

Hahnemann definiva la malattia come un disturbo della forza vitale. Quando questo principio vitale viene perturbato, può determinare nell’organismo sensazioni spiacevoli e conseguenti funzioni irregolari, ossia produrre quello che noi chiamiamo malattia. In tempi più recenti si è capito che la forza vitale di cui parlava Hahnemann, agisce attraverso il sistema di controllo dell’organismo, l’asse P.N.E.I (Psico-Neuro-Endocrino-Immunologico) e che eliminando il disturbo centrale, la malattia cessa….

In base al principio di similitudine, in Omeopatia va scelto un rimedio preparato con la sostanza, le cui indicazioni sono simili alla perturbazione. In omeopatia il linguaggio della malattia  in una persona può essere capito dal modo in cui la persona descrive i propri disturbi, dalla sensazione esatta che gli danno i dolori o tutti gli altri problemi che ha. Si può osservare anche dalla percezione che ha della situazione in cui si trova, dalle parole che usa per descriverla e dall’ effetto che ha la situazione su di lui, insieme alla sua reazione.

Se dato al momento giusto, il rimedio ha l’effetto, infatti, di risolvere lo squilibrio.

E’ chiaro che questo rivoluzionario approccio al paziente e alla malattia rompe i canoni della tradizionale medicina. Tuttavia , il copioso numero di persone che oggi scelgono di curarsi con rimedi omeopatici, dovrebbe spingerci a saperne di più. Come disse Einstein: “la mente è come un paracadute, non funziona se non si apre!”.

Dott.ssa Lia Losi

Dott.ssa Lia Losi

Titolare della parafarmacia Reformhaus, consulente scientifico per la formulazione di nuovi prodotti per il benessere, inizia nel ’93 con un corso di Medicina ayurvedica del Prof. Rama H. Sing, ordinario e direttore del Dipartimento di medicina ayurvedica alla Varanasi Indu University e prosegue con la Laurea in Farmacia e una specializzazione in omeopatia alla Faculté de Medicine Paris Nord, in Francia.

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