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Marco Pannella

Marco Pannella

In seguito alla scomparsa di Marco Pannella, è stato giustamente ricordato che il travolgente leader radicale è stato per alcuni mesi del 1988 consigliere comunale di Catania. Pare opportuno ricordare che in quell’occasione altre figure di rilievo emersero dalla scena politica catanese e siciliana.

Domenica 29 e lunedì 30 maggio 1988, dopo una lunga crisi amministrativa, si svolsero a Catania le elezioni comunali anticipate che registrarono un terremoto: l’ingresso in consiglio della lista “Catania Civica-Laica-Verde” con 5 seggi ottenuti con 16.968 voti (quasi l’8% dei voti) e l’elezione di Marco Pannella (con 12.346 preferenze, il secondo in assoluto dopo il presidente della Regione Rino Nicolosi), Emma Bonino, Domenico Modugno, che costituivano lo stato maggiore del Partito Radicale e che avevano vivacizzato un’inedita e atipica campagna elettorale “all’americana” con la loro impensabile presenza, definita da Leonardo Sciascia l’unica vera novità di quelle elezioni.

Domenico Modugno

Domenico Modugno

La Democrazia Cristiana era risultata il primo partito cittadino con 21 seggi e tra gli eletti spiccavano i nomi di personalità che avevano o avrebbero ricoperto ruoli di primo piano come Rino Nicolosi, Guido Ziccone, Filippo Drago, Piero Banna, Francesco Attaguile, Giuseppe Azzaro; mentre nel Partito Comunista Italiano (6 seggi) conquistavano lo scranno di palazzo degli Elefanti Anna Finocchiaro, Paolo Berretta, Franco Cazzola…. Il Partito Socialista Italiano aveva conquistato 10 seggi che permisero l’elezione di esponenti di spicco come Salvo Andò. Il Partito Repubblicano Italiano (5 seggi) riuscì a piazzare Enzo Bianco, Salvo Flores, Mario Labisi…Il Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale fu rappresentato in consiglio da politici come Benito Paolone, Nino Strano, Enzo Trantino…

Il nuovo Consiglio comunale si insediò il 7 luglio; 8 giorni dopo, Rino Nicolosi eletto sindaco diede subito le dimissioni. Successivamente un’intesa DC-PSI-PRI-PLI promuoveva la candidatura del repubblicano Bianco, che il 22 luglio, per un voto, non venne eletto. Ma al ballottaggio di 7 giorni dopo con la democristiana Italia Feltri risultò eletto Bianco (primo sindaco non democristiano dal 1946) che, però, non disponeva di una maggioranza consiliare; nella giunta municipale, dalla quale fu esclusa la DC, entrarono a far parte per la Lista civica-laica-verde Luigi Giusso e Sandro Attanasio. Il 5 agosto, invece, fu bocciata la Giunta proposta da Bianco che fu costretto a dimettersi.

Enzo Bianco

Enzo Bianco

Il 17 agosto ritornava a Catania il commissario Nicolò Scialabba per governare la città. Un altro colpo di scena: si dimisero i consiglieri della lista civica-laica-verde e in consiglio subentrarono Attanasio, Giusso, Gaetano Librandi, Rosario Pettinato, Giuseppe Lipera. Pannella era stato coerente perché durante la campagna elettorale aveva detto che sarebbe rimasto per tutto il mandato solo se fosse stato primo assoluto e votato almeno dal 20% dei catanesi. Il 16 settembre Bianco veniva rieletto (da una maggioranza DC-PCI-PSI-PSDI-PRI) con la giunta della quale faceva parte la DC con l’esclusione della lista fondata da Pannella. A votare a favore di Bianco (48 su 52 voti) c’era anche la lista di Pannella che si dichiarò entusiasta.

Antonino Blandini

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