Catania News

La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza di Catania, sotto il coordinamento della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, ieri hanno posto in stato di fermo di polizia giudiziaria 5 cittadini extracomunitari, tutti sedicenti, gravemente indiziati del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, in relazione allo sbarco di 349 migranti e 10 cadaveri giunti ieri al Porto di Catania, a bordo della nave della Guardia Costiera “C.P. 941 U. Diciotti”, soccorsi in acque internazionali il 30 giugno e provenienti dalle coste libiche.

Gli investigatori della Squadra Mobile della Polizia di Stato e del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, con la collaborazione della locale Sezione Operativa Navale delle Fiamme Gialle e della Guardia Costiera, hanno acquisito le prove necessarie all’adozione dei provvedimenti di fermo nei confronti dei sottonotati cittadini stranieri: Ousmane Faye, nato in Senegal il 9 settembre 1995; Omar Sey, nato in Gambia il 16 maggio 1998; Ousainou Ndoye, nato in Costa D’Avorio il 1° gennaio 1991; Osman Kowari nato in Mali il 1° gennaio 1995; Ibrahim Barry nato in Gambia 1° gennaio 1992.

L'arrivo al Porto di Catania

L’arrivo al Porto di Catania

 Seguendo un consolidato protocollo investigativo, realizzato d’intesa con la Procura Distrettuale, investigatori della Squadra Mobile e del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza hanno raggiunto, nella notte scorsa, a bordo di mezzi della locale Sezione Operativa Navale delle Fiamme Gialle, al largo delle coste siciliane, la nave “C.P.941 U. Diciotti”, dove hanno avviato, con la collaborazione del personale della Guardia Costiera, le indagini volte all’individuazione di scafisti, poi proseguite a terra, dopo lo sbarco nel Porto di Catania.

 Dalle dichiarazioni dei migranti è emerso che giunti in Libia dai paesi d’origine, sono stati condotti in connection house ubicate nella zona di Tripoli, sorvegliati da trafficanti armati per essere successivamente condotti sulle vicine spiagge e imbarcati su gommoni.Le indagini hanno permesso di raccogliere univoci e concordanti elementi di responsabilità a carico dei cinque indagati individuando, in particolare, in relazione al primo evento di soccorso, in Ousmane Faye, cittadino senegalese, il driver del gommone carico di 108 migranti e 10 salme di donne e in Omar Sey, cittadino gambiano, colui che grazie a una bussola ha fornito al comandante indicazioni sulla rotta da seguire. Secondo le testimonianze dei migranti, i decessi delle donne sarebbero avvenuti per annegamento, per effetto della rottura delle assi di legno poste sul fondo del gommone.

In relazione al secondo evento di soccorso, le indagini hanno consentito di individuare il driver del natante con a bordo 125 migranti nell’ivoriano Ousainou Ndoye, il quale, alla vista della nave dei soccorsi, secondo quanto riferito dai testimoni, avrebbe provato a confondersi fra i migranti. Con riguardo, infine, al terzo evento di soccorso, sono stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria il cittadino del Mali Osman Kowari, quale driver del gommone con a bordo 116 migranti, e il gambiano Ibrahim Barry, che ha coadiuvato il primo nella navigazione.

A conclusione delle attività, i cinque fermati sono stati associati nella Casa Circondariale di “Piazza Lanza” a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Il servizio conferma il significativo sforzo investigativo profuso dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza di Catania, sotto l’egida della locale Procura Distrettuale, nel contrasto e repressione del traffico di migranti via mare che, dall’inizio del corrente anno, ha consentito di sottoporre a fermo di p.g. 51 scafisti a fronte dei 13 sbarchi avvenuti presso il Porto di Catania.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post