Intervista con...

Ragazzo del Borgo, Venditore di nuvole, artista atipico, anti personaggio, ma chi è in realtà il cantautore catanese Vincenzo Spampinato? Ce lo siamo sempre chiesti ascoltando le sue canzoni, leggendo i suoi poetici testi, vedendolo in giro per la sua città o in tv, ma in questi anni non abbiamo avuto la possibilità di incontrarlo, di conoscerlo meglio, di capire quali sono le sue preferenze, i lati del suo carattere, i suoi progetti.

Uomo di una semplicità estrema, Vincenzo Spampinato ha da sempre privilegiato l’essenza, la sincerità dell’essere e nel panorama della musica d’autore italiana si è sempre distinto come persona di cuore e talento, ma soprattutto come sognatore.

Vincenzo e ...le nuvole

Vincenzo e …le nuvole

Nato a Catania nel 1953, fin da giovanissimo ha studiato musica e suonato in diversi gruppi, spaziando dal rock al pop sperimentale, fusion e world music. E’ di quegli anni la sua partecipazione, appena sedicenne, al raduno internazionale Palermo pop ’70, (prima e unica “Woodstock” europea) con il gruppo del fratello “I Rovers”. Presente sulla scena musicale sin dagli anni Settanta, tra i suoi successi ricordiamo “E’ sera”, “Battiuncolpo Maria”, “Voglio un angelo”, “Elle”, “Napoleone”, “I separati”, “L’amore nuovo”, “Milano dei miracoli”, “Bella don’t cry”, “Campanellina” e “La tarantella di Socrate”.

Contemporaneamente alla carriera solista, ha scritto come autore per Viola Valentino, Riccardo Fogli, Patrizia Bulgari, Fausto Leali, Irene Fargo e Milva. Ricordiamo “Torna a sorridere”, “Sulla buona strada” (Sanremo 1985) e “Per Lucia” (Eurofestival 1983), portate al successo da Riccardo Fogli, “Sola” e “Arriva, Arriva” (Sanremo 1983), eseguite da Viola Valentino. Verso la fine degli anni 80 ha pubblicato album innovativi, con la partecipazione di Lucio Dalla, Franco Battiato e i Rondò Veneziano.

Oltre ai suoi progetti musicali Vincenzo Spampinato sarà impegnato nella stagione 2016-2017 del Teatro Brancati di Catania con lo spettacolo “Settanta…ma non li dimostra” con Gino Astorina. Siamo riusciti ad incontrarlo in un bar della sua Catania e con molta disponibilità, confermandosi uomo semplice ed aperto al dialogo, ci ha parlato dei suoi progetti, della sua terra, delle difficoltà del mondo artistico, regalandoci persino qualche pillola di saggezza.

Sul palco...

Sul palco…

A cosa sta lavorando al momento Vincenzo Spampinato?

“Sono uno di quei musicisti che scrive quando sente di scrivere ed in questo periodo sono tornato a scrivere canzoni nuove, sono tornato ad interessarmi dell’estero, studiando lo spagnolo e l’inglese. Ho composto dei brani e sono uscito in Spagna e in America Latina e sto completando quello che una volta si chiamava album, Lp, con dei nuovi brani che mi auguro possano piacere dato che li ho scritti con il cuore”.

 Sei orientato oggi su un tipo di musica in particolare?

“Mi ritengo uno che cambia, che ha bisogno di nuovi stimoli e da sempre mi dedico alla musica, all’arte, alla danza. Attualmente mi sto dedicando alla musica elettronica con suoni caldi e che suscita pathos, voglio prendere e dare emozioni. Durante la mia carriera non mi sono mai posto limiti, credo che da ogni cosa bisogna tirare fuori l’aspetto più bello, quello che è una ricchezza infinita. Il segreto infatti dell’arte, della musica, del teatro, della letteratura è che devi leggere, devi carpire le emozioni che sono dentro ad ogni cosa. Personalmente concepisco due tipi di musica: quella che entra dentro e quella che rimbalza”.

"Settanta...ma non li dimostra"

“Settanta…ma non li dimostra”

Come è nata l’idea dello spettacolo “Settanta…ma non li dimostra” che presenterai con Gino Astorina nella prossima stagione del Teatro Brancati di Catania?

“L’idea dello spettacolo risale a circa 30 anni fa quando con Gino Astorina ci siamo detti che avremmo dovuto fare qualcosa assieme. Qualche anno fa incontrandoci abbiamo deciso di costruire uno spettacolo sugli anni Settanta ed ecco che è nato “Settanta…ma non li dimostra”. Abbiamo preso spunto da quegli anni così importanti creando un lavoro terapeutico, infatti ci divertiamo noi e divertiamo il pubblico. Sono due ore serrate di canzoni, battute, aneddoti, senza pausa, un modo per prendere in giro un periodo culturale, musicale, d’oro, ricco di quei simboli che appartenevano al sogno di voler cambiare il mondo. Uno spettacolo, quindi, nostalgico, ma di grande divertimento”.

Come ti definisci?

 “Amo definirmi, in modo molto sintetico, una persona semplice che vive in un mondo sempre più complicato…”.

Chi è Vincenzo Spampinato lontano dal suo lavoro…cosa fa, come si distrae dal logorio dei giorni…

“Quando mi ritaglio del tempo libero mi dedico alla mia famiglia, leggo, scrivo, passeggio per la città e poi mi piace chiacchierare perché credo che oggi i telefonini ci hanno fatto perdere la voglia di parlare, di comunicare, di guardarci negli occhi”.

Una tua opinione sulla crisi culturale a Catania, sulle difficoltà al “Bellini” ed allo “Stabile”…

“Ogni tanto vado a trovare gli amici del Teatro Bellini e sono poi vicino anche allo Stabile di Catania perché quando muore un Teatro  muore un pezzo della città e dell’anima che è natura di vita. Come artista, come musicista sono rimasto sempre qui, non me ne sono andato per lottare per la città e per la Sicilia ed anche se qualcuno a volte si dimentica di me io appartengo a questa gente, a questa terra. Con molta semplicità appartengo a Elephant town”.

In concerto

In concerto

Come vedi il futuro di Catania, della Sicilia….

“Anni fa ho scritto Utopia del Triangolo una sorta di proclama su quello che questa terra poteva essere e che potrebbe ancora essere, ovvero la California d’Europa. Potevamo vivere solo di turismo, di bellezze naturali, di arte e cultura, di agricoltura biologica ed invece offendiamo, roviniamo tutto. A volte sono un pò pessimista però sono sempre qui, in trincea e dico che un giorno, spero vicino, quest’Isola conquistata conquisterà tutti e sarà Capitale del Mondo, Credo che, volendolo fare, non ci voglia tanto per i siciliani per liberarsi di tutti i traffichini, i lacchè, i mafiosi e rendere finalmente la nostra terra degna del suo splendore. Mi immagino che prima di entrare in Sicilia, davanti ad un passaggio a livello, due belle ragazze, elegantemente vestite, chiedano a chi si presenta di togliersi le scarpe perché devono entrare in Sicilia”.

 Vuoi dedicare una frase, un pensiero, ai lettori del nostro quotidiano on line?

“Ho una frase che, sicuramente, mi rappresenta e la dedico ai lettori di Cronaca Oggi Quotidiano: “Io sono una persona seria, appartengo alla fantasia”.

 Grazie Vincenzo e buon lavoro …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post