“Garanzia Giovani: occupazione per il 12 per cento ma delusione e amarezza per oltre il 90. Per il futuro è necessario che il Progetto sia rimodulato secondo priorità del territorio, formazione e riqualificazione del personale dei Cpi (Centri per l’impiego) e politiche attive del lavoro incentrate sul partenariato economico e sociale”.
Esprime cauto ottimismo la Cisl di Catania, assieme alle federazioni Cisl Fp e Felsa, sui risultati comunicati nella recente visita a Catania della commissione per il Controllo dei bilanci del Parlamento europeo. Secondo i dati forniti dalla commissione, i tirocini in Sicilia sono stati 41.882. Di questi, 1.459 sono sboccati in un’assunzione da parte di aziende che hanno usufruito del superbonus, 3.567 sono stati i tirocinanti le cui aziende hanno usufruito del bonus occupazionale. La media regionale di assunzioni è stata del 12%.
“È certamente positivo – affermano Maurizio Attanasio del Dipartimento organizzativo della Cisl provinciale, Armando Coco, segretario generale della Cisl Fp Catania, e Adina Celona, della Felsa Cisl regionale – che la media regionale delle assunzioni, tra super bonus e bonus occupazionale alle aziende, sia arrivata al 12 per cento. Ma non sono state del tutto fugate le criticità evidenziatesi in Sicilia nel tempo”.
Nei primi passi del progetto, la Cisl di Catania stessa ha profuso tanto impegno per promuoverlo nei territori con banchi informativi e altre iniziative. “Ritenevamo – spiegano Attanasio, Coco e Celona – che Garanzia Giovani potesse essere una speranza per i moltissimi giovani cosiddetti NEET, senza studio né lavoro né formazione in atto. Ed è certamente un buon piano, ma che va rimodulato e rivisto secondo le peculiarità del territorio. Va monitorato, per evitare che i giovani vengano sfruttati anziché fare un esperienza lavorativa adeguata alle loro capacità e conoscenze, perché le opportunità di lavoro spesso mal si sposavano con le richieste e le peculiarità dei giovani che aderivano al progetto.
Secondo la Cisl di Catania, particolare rilievo dovrà avere il partenariato economico e sociale. L’efficacia si ottiene laddove formazione e competenze dei lavoratori si incrociano con la domanda e i fabbisogni delle imprese. Il partenariato riveste un ruolo sia come agente di rappresentanza degli interessi dei lavoratori sia delle imprese, sia come soggetto attivo delle reti dei servizi per il lavoro attraverso i fondi per la formazione.