Turismo

Dal 7 al 9 novembre a Londra si tiene il WTM (World Travel Market) nello spazio espositivo ExCel London, nella zona dei Docklands. Il contesto in cui si svolge la fiera londinese è caratterizzato quest’anno da un quadro di incertezza e instabilità geopolitica che se penalizza anche sul mercato turistico alcune aree del Nord Africa a e del Medio Oriente (dalla Turchia all’Egitto), sta indirettamente favorendo il turismo dei paesi europei della sponda Nord del Mediterraneo.

Per l’Italia si tratta senza dubbio di uno scenario che offre l’opportunità di crescere nella capacità di accoglienza del turismo internazionale. Tema che riguarda l’intero sistema Paese e in modo particolare il Mezzogiorno e nello specifico una regione a vocazione turistica come la Sicilia.

Al WTM di Londra, nell’ambito dello stand della Regione Siciliana, è presente anche quest’anno il Distretto Turistico degli Iblei, soggetto che riunisce enti locali ed operatori di un territorio vasto, (ben 19 comuni, tra cui Ragusa, Scicli, Vittoria e Modica) oggetto di un fenomeno, nazionale ed internazionale, che si potrebbe definire di “scoperta tardiva”. Si tratta di una destinazione turistica oggettivamente penalizzata dal posizionamento geografico periferico e da una storica carenza di collegamenti e di infrastrutture: in sostanza un territorio straordinario ma difficile da raggiungere ed anche per questo meno noto rispetto ad altre destinazioni classiche della regione.

Punta secca Tuttavia, nonostante tali fattori di penalizzazione, negli ultimi due decenni l’area Iblea si è imposta all’attenzione grazie al concorso di fattori esterni ed interni: in primo luogo una forte promozione è venuta dal successo della fiction del Commissario Montalbano che ha fatto conoscere i paesaggi, il mare ed i centri storici iblei ad un pubblico vastissimo. Il fenomeno ha assunto progressivamente un carattere internazionale, dato che la serie tv Montalbano è stata trasmessa in una ventina di Paesi, tra i quali Regno Unito (“Inspector Montalbano” sulla BBC), Francia, Germania, Russia e Stati Uniti. Altro importante contributo alla promozione del territorio è stato l’inserimento nel 2002 da parte dell’Unesco delle città barocche del sud-est della Sicilia (tra le quali Caltagirone, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa e Scicli) nella lista dei siti patrimonio dell’Umanità.

Più recentemente si è aggiunto un fondamentale fattore interno, l’entrata in funzione dell’aeroporto Pio La Torre di Comiso,  aperto al traffico civile nel maggio 2013. L’infrastruttura è solo al 4° anno di operatività, ma la crescita dei volumi è molto significativa. Basti considerare che nel 2014 si sono praticamente quintuplicati i volumi del primo anno, attestandosi a circa 330mila passeggeri, e che nel 2015 c’è stato un ulteriore incremento del 13% (superati i 370mila passeggeri). Per quanto riguarda il 2016 i dati sono ancor più positivi, dato che a fine settembre si sono già raggiunti i risultati dell’anno precedente. Pertanto si stima di chiudere l’anno sui 470.000 passeggeri, dato che  significherebbe un’ulteriore crescita del 26%. Un ruolo importante, oltre ai voli nazionali ed internazionali (con un peso significativo specie nei mesi estivi delle compagnie low cost come Ryanair) è quello dei voli charter che assorbono circa l’8% dei volumi. L’aeroporto rappresenta un elemento fondamentale per uscire dall’isolamento e valorizzare presso l’utenza internazionale i fattori attrattivi del territorio: il mare e le sue coste, i centri storici e il patrimonio storico-artistico, l’enogastronomia e i prodotti tipici legati a un’agricoltura d’eccellenza

E del resto i risultati si vedono dato che il territorio sta registrando un vero e proprio boom della clientela internazionale: nella sola provincia di Ragusa (che è solo una parte, sebbene maggioritaria, del Distretto turistico) tra il 2010 e il 2015 gli arrivi degli stranieri sono cresciuti del 60% e le presenze turistiche di quasi il 59% (mentre nel resto della regione crescevano del 30%). In termini di presenze turistiche gli stranieri rappresentano al 2015 ormai il 40% dei volumi nell’alberghiero (erano il 29% nel 2010) ed un terzo nell’extralberghiero (erano il 20%).In sostanza il territorio della provincia di Ragusa che nel 2010 assorbiva il 4,9% delle presenze turistiche estere in Sicilia, ha visto crescere nel 2015 la sua quota al 5,9%. Da segnalare la tenuta negli ultimi anni della durata media del soggiorno: prima della crisi, la durata media della permanenza degli stranieri era pari a 5,3 giorni, poi scesa nel giro di un paio di anni (2008-2009) a 4,8 giorni, dato che è rimasto poi invariato negli anni successivi.

Giovanni Occhipinti

Giovanni Occhipinti

Un dato, quello relativo agli stranieri, che potrebbe ulteriormente crescere nei prossimi anni. In questo contesto, è di grande rilevanza l’accordo che il Distretto Turistico degli Iblei, guidato dal Presidente Gianni Occhipinti, ha chiuso con Thomas Cook Group, uno dei più importanti tour operator del mondo, per la scelta della destinazione Ragusa con charter su Comiso.

Naturalmente affinchè si possano cogliere in pieno tali opportunità serve un adeguamento non solo delle infrastrutture ma anche dell’offerta ricettiva, soprattutto di quella alberghiera che da sola raccoglie l’86% della clientela straniera. Questa va poi accompagnata da un rafforzamento della qualità complessiva del sistema a livello di tutti gli operatori dell’area vasta. Va in questa doppia direzione l’impegno che vede protagonista il Distretto Turistico degli Iblei.

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