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Davvero un triste periodo per il teatro, per il mondo artistico catanese. Apprendiamo infatti dal figlio Domenico, della scomparsa di Giambattista Spampinato, nato a Belpasso il 15 giugno 1929, regista e commediografo tra i più completi e prolifici, con una notevole esperienza artistica, per aver calcato la scena per oltre cinquant’anni e con una produzione, in lingua ed in dialetto, che puntava l’attenzione sul sociale, sulle violenze all’individuo, sulla famiglia, sui difficili rapporti tra padri e figli, tra marito e moglie, con dei testi in cui le vicissitudini dei protagonisti servono per far riflettere su problemi attuali.

Giambattista Spampinato

Giambattista Spampinato

Spampinato, che attualmente viveva a Catania, aveva intrapreso l’attività artistica inizialmente come attore e regista poi, nel 1966, come autore. Complessivamente ha scritto 42 opere, alcune delle quali premiate nelle maggiori rassegne letterarie a livello regionale e nazionale. E’ stato fondatore della compagnia Azeta di Catania. “Alcune delle sue commedielo ricorda così lo storico del teatro siciliano Mauro Longohanno fatto epoca, come ad esempio “La buonanima di mia suocera”, “La madrina”, “Il Bivio”, “Violenza politica”, “Giufà…(ieri, oggi, sempre)”, “Il palazzo di vetro”, “Sensaleria…per corna”, “A luna ‘nto puzzu”. Al suo attivo anche diverse traduzioni e riduzioni di commedie di Molière, Capuana, Feydeau e Plauto. Vivrà certamente nel ricordo del Teatro catanese come modello di virtù artistiche, in quanto autore drammatico di indubbia levatura letteraria e sociale, regista di non comuni inventive artistiche ed interprete dotato di eccezionale bravura nell’immedesimarsi ai personaggi portati in scena”.

In scena a Vizzini (al centro) nel 1980

In scena a Vizzini (al centro) nel 1980

Il sottoscritto, nel porgere le più sentite condoglianze alla famiglia, lo ricorda con affetto e simpatia ed anche se negli ultimi anni ci eravamo persi di vista, rimangono sempre vivi i momenti in cui ho avuto il piacere, parecchi anni fa, di conoscerlo, di apprezzarne il carattere pacato e signorile. Ho poi applaudito a teatro e recensito i suoi lavori (recensione-La-buonanima-di-mia-suocera.pdf) e ricevuto i suoi libri dopo incontri e scambi di opinione cordiali ed amichevoli. Di lui ho il ricordo di un galantuomo d’altri tempi che sicuramente con il suo operato, con le sue interpretazioni, le sue opere, ha lasciato una traccia indelebile nel Teatro catanese.

Alla famiglia, ai figli, le condoglianze del Direttore, del condirettore e della redazione di “Cronaca Oggi Quotidiano”.

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