Andrea Mazzarani, numero trentadue, dopo la vittoria con il Catanzaro, ha detto: “…abbiamo dimostrato di essere nettamente più forti delle altre squadre che lottano per la salvezza”; è una confessione formalmente riduttiva, apparentemente deludente, provocatoriamente scoraggiante ma – forse – la più seria possibile – forse – la più prudente – forse – la più scaramantica, persino…
Avevo promesso che, dopo Foggia, mi sarei “sbilanciato”; la considerazione di cui sopra mi fornisce un “la” provvidenziale: dunque, mi associo. Per serietà, prudenza e, soprattutto, per scaramanzia! Anche perché…
“Dobbiamo vincere…”, “Ci teniamo alla Coppa Italia…”, bla… bla… bla… E ci siamo ritrovati a Messina davanti a una netta sconfitta, considerata da queste parti come un’umiliazione: Etna bastonata dai Peloritani grazie alle Madonie… Spedizione tipo Brancaleone alle Crociate; senza attenuanti. Ecco da dove nasce la riluttanza a esprimere opinioni. Inaffidabile, scomposto, incostante, scostante? Indefinibile, forse. O no?
I fatti (e i numeri) qualcosa la dicono; a cominciare dalla difesa che è la migliore di tutta la serie C (continua la mia riluttanza a chiamarla “Lega Pro” che non capisco cosa voglia dire) e di cui san Matteo è parte integrante. È un caso che nell’iconografia religiosa il simbolo dell’omonimo apostolo ed evangelista sia un uomo alato? Pisseri, spesso, sembra davvero dotato di ali. L’attacco (cioè, le reti segnate) è, invece, il settimo del girone. Il rapporto tra “dare” e “avere”, al lordo della penalizzazione (22 punti) è corretto e varrebbe il quinto posto; “ope legis”, invece, la squadra è al decimo posto che, per “prodigiosa” innovazione varrebbe, comunque, la disputa degli spareggi per la promozione. Intanto, domenica si va a Francavilla Fontana a incontrare la locale Virtus appena reduce da un’importante vittoria esterna a Taranto (dove, come si ricorderà, il Catania ai primi d’ottobre ha fatto zero a zero) e posizionata tre punti avanti…
Va detto che le ultime partite, in qualche modo, hanno mostrato un Catania adeguato al bisogno determinatosi nel tempo, seppur lontano da quello immaginato a inizio di campionato. E non solo dai tifosi…
Resistenza a oltranza e vittoria sfiorata (ah, gli arbitri!) in casa dei diavoletti foggiani e vittoria netta, seppur sofferta, con il Catanzaro. Incontri che evocano ben altri ricordi.
In quest’ultimo, quando, nella parte finale della baraonda, si è levato il coro “Serie D, Serie D”, sinceramente mi sono domandato a chi fosse rivolto. Ai calabri che, certo, non navigano in acque placide? O all’arbitro Giosuè Mauro D’Apice (più congruamente, pedice)? Del resto, nella bolgia che da tanta stampa è stata definita come una “corrida”, con quello stravagante sventolio di rosso, non si capiva se il “tizio” interpretasse la parte del torero o quella del toro (vittima o carnefice), coerentemente – ma inadeguatamente – coadiuvato dai “banderilleros” Michele Dell’Università (?) sezione di Aprilia, che non è un marchio industriale, e Aristide Rabotti (sezione di Roma 2; niente a che vedere con Università di Tor Vergata). Se ne avesse sventolato anche uno solo, a tempo debito, le scene di straordinaria follia, forse, ce le saremmo risparmiate. Anche perché chi aveva più da rimetterci era ovviamente il Catania che, tra l’altro – appena poco dopo e con i nervi tipo corde di violoncello – si è trovato in inferiorità numerica… Il temperamento (che Biagianti, signori!) e le qualità oggettive hanno provveduto a “tappare” la bocca anche a quel “genio” di Prestia, indegnamente schierato dagli ospiti e stigmatizzato dalla stessa stampa catanzarese (cfr.: «http://www.uscatanzaro.net/modules.php?name=News&file=article&sid=36328»), il quale, uscendo per espulsione, ci ha urlato qualcosa, tipo: “Forza Palermo; me la dovete su..re” (cfr., ad es.: «http://www.mediagol.it/video/video-prestia-espulso-in-catania-catanzaro-urla-agli-etnei-forza-palermo-me-la-dovete/?refresh_ce-cp»).
In un’intervista, non priva di sottili allusioni polemiche e riportata in “rete” da varie “testate”, l’ex Giuseppe Colucci (attuale dirigente del Foggia) ha affermato “…Vivo a Catania, mia moglie è di Catania. La mia speranza è di vedere risorgere il Catania in serie B…”. Noi la pensiamo un pò più ambiziosamente ma, intanto, per sano realismo, ci accodiamo… Del resto, avere avuto di fronte Icardi e Giovinco, assieme in un sol colpo, asseconda voli pindarici; eccome! Anche se i quasi 9000 spettatori (ritornano, ritornano!) ne hanno potuto ammirare solo dei surrogati.
Salvo Nicotra si è occupato di tante di quelle cose che è come se non si fosse occupato di nulla… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi sull’attualità del Teatro dei Pupi siciliani, regista teatrale e uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza con numerose testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.