Cultura

Una meditazione comunitaria di tanti fedeli, che hanno gremito la chiesa parrocchiale “Sant’Euplio martire” in piazza M. Montessori, ha caratterizzato un incontro di “catechesi per adulti” di alto profilo spirituale e culturale dal tema-guida “Leggere per…comprendersi!” curato dal parroco sac. Fausto Grimaldi in felice coincidenza con il 9° anniversario di ordinazione presbiterale e di conseguimento del dottorato in Filosofia presso la Pontifica Università Lateranense con tesi su “Libertà e Neuroscienze: tra approcci intenzionali e sfida della Neuroetica”.

Don Fausto ha sottoposto alla riflessione dei parrocchiani la lettura della poesia “’A livella” di Antonio De Curtis e della X Considerazione sui “Mezzi per apparecchiarsi alla morte” di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, vescovo di Sant’Agata dei Goti e Dottore della Chiesa. Padre Grimaldi ha sottoposto alla meditazione della comunità parrocchiale la “sceneggiata” poetica del famoso attore comico napoletano, avente il suo più significativo antecedente letterario nel “Dialogo sopra la nobiltà” di Giuseppe Parini che segna l’adesione dell’abate classicista milanese alle nuove teorie egualitarie diffuse dall’Illuminismo e in cui si snoda la scena tra due singolari protagonisti, i cadaveri di un nobile e di un povero poeta. Totò immagina una scena analoga: il dialogo tra un marchese e un netturbino con una conclusione dolorosa. Quella dello spazzino è “una constatazione amara – ha spiegato don Fausto- che, nella sua grande semplicità, cancella in un sol colpo gli alti ideali educativi e concilianti del poeta Parini: l’unica cosa che rende uguali la classi sociali è la morte-livella. Ai vivi restano gli orpelli, le maschere (le pagliacciate) e i forzieri, non ai morti che hanno perso tutto”.

Sant’Alfonso -maestro di vita spirituale, poeta, musicista, pittore anch’egli napoletano- ci aiuta a comprendere, come ha precisato padre Grimaldi, “che il distacco è sinonimo di libertà per Dio e dunque di libertà per il Dio dell’amore. L’autospogliazione della Parola di Dio e la povertà estrema, in cui Gesù nasce e muore, sono il trionfo del libero amore di Dio per l’umanità peccatrice e sono nello stesso tempo lo smascheramento dell’egoismo e dell’avidità dei potenti della terra”. Il celebre autore del canto natalizio “Tu scendi dalle stelle” ci presenta “la morte del cristiano fedele e la morte del penitente -aggiunge don Grimaldi- come un gioioso ritorno in patria, come inizio della festa della gioia eterna”.

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