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Ancora una volta, dal 1998, anche la XIX edizione della Candelora d’oro ha richiamato a Palazzo degli Elefanti e in piazza Duomo una grande folla di cittadini, unita come sa fare solo la nostra ultrasecolare festa di Sant’Agata alle più alte autorità cittadine civili, militari e religiose, per festeggiare calorosamente, nella Casa di Città, i Volontari Etnei, insigniti della Candelora d’oro:  prestigioso riconoscimento civico-religioso, attribuito ogni anno durante i festeggiamenti agatini, e che quest’anno il sindaco, Enzo Bianco, ha concesso meritatamente ad una eletta categoria di cittadini, che ha onorato la città di Sant’Agata con passione e dedizione.

All’interno della corte vaccariniana dello storico palazzo municipale, dopo un prolungato e tonante rullare di tamburi, al suono delle squillanti trombe dei valletti municipali in elegante livrea settecentesca e poco prima della solenne consegna del simbolico premio, e alla presenza anche del comitato per la festa di S.Agata, il primo cittadino con la fascia tricolore e l’arcivescovo mons. Salvatore Gristina hanno proceduto alla suggestiva e solenne cerimonia rituale, vero atto di devoto affidamento della comunità cittadina alla Patrona Sant’Agata, risalente al fastoso e rinascimentale cerimoniale cinquecentesco ideato dal nobile don Alvaro Paternò, patrizio (sindaco) di Catania e senatore romano, dell’accensione della lampada votiva  davanti all’effige marmorea della Santa Patrona, raffigurata in un rarissimo bassorilievo a busto, posto sulla destra dell’atrio dell’ingresso principale del palazzo di città, con la scritta tenuta da due angioletti che riporta il noto acrostico patronimico medievale “NOPAQUIE”, risalente al dominatore svevo Federico II e che in italiano così ammonisce i nemici di Catania: “Non offendere la patria di Agata perché è vendicatrice delle offese.

  Il prestigioso premio agatino è stato consegnato ufficialmente al volontario che rappresenta le circa 250 associazioni di volontariato con i circa 1.800 volontari di Catania: il dottor Salvo Consoli, presidente del “Gruppo Fratres della Misericordia Catania” e consulente della civica Amministrazione per le attività di Emergenza e Protezione Civile.

   Il cerimoniere onorario del Comune e presidente onorario del Comitato per la festa di Sant’Agata, Luigi Maina, ha letto la motivazione del premio scritta su una larga pergamena-ricordo suscitando l’unanime approvazione di tutti i presenti.

 Il sindaco ha esordito rivolgendo un commosso indirizzo di omaggio a tutto il variegato mondo del Volontariato, alto esempio di solidarietà e d’impegno sociale. Negli ultimi tre anni, egli ha detto, il Gruppo formato da uomini e donne, in modo determinato e professionale, con coraggio, dedizione e spirito di sacrificio ha sostenuto la città e i suoi abitanti in tante emergenze, da quelle di Protezione civile per le allerte meteo a quelle umanitarie riguardanti l’assistenza e la preparazione dei pasti ai senza fissa dimora, dall’impegno in tema di sicurezza e di prevenzione, durante la grande festa di Sant’Agata, all’accoglienza dei migranti e in modo speciale dei bambini non accompagnati, sbarcati nel nostro porto. Ma quando richiesto, non hanno esitato a prestare aiuto anche in casi di emergenza fuori Sicilia come è accaduto per il terremoto in Abruzzo.

   Anche l’arcivescovo mons. Gristina ha espresso i profondi sentimenti di stima e gratitudine della Chiesa verso i volontari catanesi, per la maggior parte molto giovani, che onorano Sant’Agata aiutando il prossimo in difficoltà con grande spirito di abnegazione ed ha invitato a pregare per la nostra città invocando il patrocinio della martire concittadina.

Consoli ha ringraziato commosso il sindaco che lo ha scelto a rappresentare il mondo del Volontariato e tutti i presenti per l’onore riservato a quanti in silenzio operano nei momenti di emergenza a tutela di coloro i quali si trovano in difficoltà: “Forse qualcuno pensa che noi siamo pazzi o, perlomeno, con un piccolo seme di follia dentro”, ha esordito il coordinatore della Protezione Civile di Catania, “Lasciare casa, famiglia, lavoro, riposo per andare ad aiutare la gente ad alcuni deve sembrare qualcosa di molto strano. Invece, per noi volontari, tutto questo è normale. Siamo profondamente convinti che uscire fuori dal nostro egoismo, lasciare il sopravvento alla generosità, offrire il nostro aiuto a chi ne ha bisogno, sia un gesto assolutamente naturale: nulla di strano, nulla di eroico”. “Si fa con semplicità”, ha continuato, “e il solo compenso che ci aspettiamo è un sorriso, uno sguardo di gratitudine, un gesto di affetto, un grazie è persino troppo, ci fa arrossire. Ed è infatti grande l’emozione di essere qui, davanti alla Città, alla nostra Santa, al nostro Sindaco che ci consegna un riconoscimento che ci riempie di gioia”.

   “Quasi pensiamo” ha concluso molto commosso “che sia troppo onore ma lo accettiamo con gioia, con affetto, con la speranza che sia ulteriore alimento per questo seme di solidarietà che pulsa forte nella nostra città e che può e deve diventare ancora più grande”. “Come dice il nostro amato Papa Francesco”, ha concluso Consoli, [Siate sempre contenti e pieni di gioia per il vostro servizio, ma non fatene mai un motivo di presunzione]. “Noi siamo qui, pronti al servizio, con il cuore in mano, con umiltà ma grande fermezza e dignità; noi, i volontari, che diciamo grazie al Sindaco Bianco e…all’intera nostra amata Città!”.

  Subito dopo dall’uscita di tramontana dell’antico Palazzo Senatorio in piazza dell’Università si è snodato il piccolo ma suggestivo corteo storico settecentesco del mazziere, dei tamburini, dei trombettieri e dei valletti municipali, in uniforme settecentesca di gala, con torce, bandiere, tamburi e trombe e delle candelore “Vescovo mons. Salvatore Ventimiglia” e “Circolo Cittadino Sant’Agata” per il devoto omaggio floreale dei Vigili del Fuoco alla “Gloria di Sant’Agata tra gli angeli osannanti” rappresentata nel gigantesco gruppo scultoreo marmoreo, che domina lo scenografico prospetto principale della basilica Cattedrale, in piazza Duomo, illuminata da cellule fotoelettriche.

Le sirene dei pompieri e 21 salve “regali” salve di bombe a cannone hanno salutato la “Regina di Catania e delle vergini martiri di Sicilia”, seguite dal coloratissimo spettacolo pirotecnico ad ombrello segno del sanguinoso martirio di Agata e del fuoco dell’Etna, domato per intercessione dell’amata patrona, palladio inviolabile della città di Catania.

  Sono seguiti uno spettacolare video-mapping proiettato sulla facciata dell’ex Palazzo del Seminario arcivescovile dei Chierici a cura del noto foto-giornalista professionista catanese Fabrizio Villa e la proiezione di immagini dell'<Istituto Luce> della festa di Sant’Agata anni ’30 e ’50. Per tutta la serata si è svolta la Notte Bianca agatina dei musei e del commercio, con i musei della città e i negozi del centro storico aperti sino a mezzanotte.

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