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Sul palco del Piccolo Teatro della Città di Catania “verità svelate” per la stagione del “Brancati”, con un brillante gioiello della produzione drammaturgica pirandelliana, geniale prodotto di un cast di valore con una regia ineccepibile come un orologio svizzero. Parliamo della messa in scena di “Così è se vi pare” di Luigi Pirandello, produzione Teatro della Città, all’interno della stagione di prosa del “Brancati”, diretta da Tuccio Musumeci.

Locandina spettacolo

“Così è se vi pare” è uno dei testi più rappresentati di Luigi Pirandello che ci insegna che “tutto è soggettivo…” in questo mondo. Il dramma fu scritto da Pirandello in uno dei momenti più drammatici della sua terribile vicenda familiare, stretto dall’inasprirsi della malattia nervosa della moglie ma, anche, dalle sue profonde crisi d’identità. Nello spettacolo troviamo da un lato il trio tragico dei Ponza-Frola, chiuso nel proprio mondo delirante e misterioso e dall’altro la società della cittadina di provincia, la folla dei grotteschi curiosi, composta da figure ritratte comicamente e in qualche caso in modo farsesco.

La pièce risulta una indagine sottile, quasi psicologica, che scopre caratteri, debolezze, personalità, condotta con piglio a tratti grottesco ed allo stesso tempo oscuro, misterioso. C’è un‘intera cittadina desiderosa di scoprire il segreto che si cela nella vita privata del nuovo funzionario statale, il signor Ponza. Ci sono poi le misteriose visite – incursioni nel salotto delle famiglie borghesi, della signora Frola (suocera della moglie defunta) e del signor Ponza – i due personaggi principali – con le loro dichiarazioni a tratti contraddittorie sulla misteriosa signora Ponza.

La Signora Ponza è segregata all’ultimo piano di un caseggiato: il marito dichiara che è morta, che non è lei, ma la sua seconda moglie; la suocera, invece, sostiene che è il marito a tenerla nascosta. Tutto questo suscita il pettegolezzo e la curiosità morbosa di una società borghese che ha bisogno di sapere la verità. Ma qual è la verità? Questo è il tema di tutta l’opera, così come del teatro pirandelliano: non esiste una verità unica: ognuno crede in una verità, che in fondo è quella che ognuno vede.

I protagonisti dello spettacolo (Ph. Dino Stornello)

La pièce, con l’inappuntabile regia di Gianni Salvo, si trasforma in un gioco meta-teatrale e svela lentamente il raffinato mistero narrato: sia agli attori/spettatori, inconsapevoli del mistero, quanto al pubblico in sala. Spettacolo articolato su più chiavi di lettura ed infine impostato sulla naturale propensione dell’uomo alla scoperta dei fantasmi che popolano la vita altrui.

Gianni Salvo, supportato dalle azzeccate musiche di Erik Satie e dalle elaborazioni musicali di Pietro Cavalieri, costruisce un meccanismo sofisticato fra scelte tradizionali (totale aderenza al testo) ed interpretazione in chiave musical-grottesca, alternando ai movimenti ed alla musica le parole dei tre protagonisti chiave: la signora Frola, il signor Ponza e la signora Ponza. Scene essenziali e coloratissime di Jacopo Manni e costumi aderenti di Sara Verrini che calzano a pennello per una vicenda senza tempo.

Gli applausi finali (Foto Dino Stornello)

In scena un corposo cast contribuisce a tenere sempre viva una atmosfera d’attesa e che, allo stesso tempo, evoca la magia di “Sei personaggi in cerca d’autore” (l’apparizione della verità velata e misteriosa, in chiusura di sipario). L’atto unico, di circa 80 minuti, esalta il concetto di relativismo applicato all’idea di “verità”.

Cast d’alto livello arricchito, quanto supportato, dalla magia di un gruppo d’interpreti appropriati e sempre in chiave: efficace l’interpretazione di Carmen Panarello nel ruolo della signora Frola, icona di dolore e accalorata partecipazione alle sofferenze del genero, un signor Ponza egregiamente interpretato, con la solita padronanza scenica, da Agostino Zumbo, mentre nei panni dell’inquietante signora Ponza si fa apprezzare Evelyn Famà, che, nel finale, accompagna alla nota frase “Io sono colei che mi si crede”, una emblematica ed agghiacciante risata.

Luigi Pirandello

Gli interpreti si muovono tra toni grotteschi e  ritmi da film muto, in una stanza- salotto che rappresenta l’apparire, la società borghese, una sorta di spazio senza tempo dove si dibatte il conflitto tra la signora Frola ed il genero, il signor Ponza. Nei vari ruoli e tipizzazioni, tratteggiati in modo ottuso e caricaturale, si disimpegnano Roberta Andronico, Patrizia Bertolino, Giovanni Calabretta, Antonio Castro, Silvia Corsaro, Enrico Manna, Savì Manna, Roberta Nanni, Luigi Nicotra, Rita Stivale.

Pubblico attento alla finzione pirandelliana e coinvolto nel grottesco e tragico gioco delle verità. Convinti e reiterati gli applausi a fine spettacolo che premiano la semplicità ed il rigore di un capolavoro pirandelliano, oltre che una regia attenta ad ogni particolare ed un cast di assoluto rigore interpretativo. Lo spettacolo verrà replicato al “Piccolo” sino al 12 Marzo.

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