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Il cane Melo

Dopo lo “scempio ingiustificato” delle aiuole di piazza Università, denunciato nei giorni scorsi dall’associazione Free Green Sicilia, avvenuto in pieno centro storico, dove anche le piante rappresentano un monumento, sembrerebbero scomparsi i cani e i gatti che vivono nella zona dei Benedettini, adottati come mascotte dagli studenti, ad esempio il meticcio Melo soprannominato il “Custode dei Benedettini”.
L’associazione chiede di sapere dalle istituzioni competenti da chi sono stati prelevati e dove sono stati condotti.

A tale riguardo pubblichiamo la lettera aperta di denuncia inviata dal portavoce dei Free Green Sicilia, Alfio Lisi:

“Dopo le forti contestazioni contro le abnormi potature, capitozzature,  di centinaia di alberi della città, ridotti a veri e propri scheletri, subendo anche l’estirpazione della chioma,  l’Amministrazione comunale ritorna a fare scempio del poco verde del centro storico  facendo estirpare tutti i vigorosi  arbusti che facevano da siepi e abbellivano i quattro lampioni storici di piazza Università, per sostituirli con delle rose, peraltro andando radicalmente contro il regolamento sul verde presentato dalla stessa amministrazione.

Visto che le siepi di piazza Università sono state sradicate a pochi giorni dal G7, ci chiediamo, forse sono state sacrificate in onore o per la sicurezza (?) delle first-lady, dei potenti del mondo, così come è toccato al “povero” albero di pino dell’aeroporto di Roma, sradicato in occasione dell’arrivo di Trump?  E quante altre piante della città sono state sacrificate inutilmente per l’arrivo dei potenti del mondo?

“Eppure – afferma ancora, Alfio Lisi portavoce di Free Green Sicilia – proprio in questi giorni, così come abbiamo potuto leggere , la Giunta comunale ha sottoposto al voto del Consiglio comunale un Regolamento del verde pubblico e privato della città, che sarebbe stato realizzato in collaborazione con la Consulta al Verde, anche se alcune associazioni hanno pubblicamente smentito,  che al primo capitolo recita  “Principi generali” art. 1 (Motivazioni) “Il Patrimonio verde del Comune di Catania rappresenta un’indispensabile risorsa per garantire la vivibilità della comunità di cittadini che in esso vive, abita e lavora.

La motivazione principale che ha determinato la stesura di questo Regolamento è la volontà di salvaguardare, tutelare e incrementare le aree a verde sia quelle presenti nel verde pubblico sia quelle in aree private, in quanto rappresentano tutte un patrimonio prezioso della collettività che caratterizza il nostro paesaggio e consentono la salvaguardia della biodiversità urbana…”

“Ecco la prima e significativa dimostrazione reale e inconfutabile, e non cartacea che ha poca rilevanza se questa resta lettera morta, della “… volontà di salvaguardare, tutelare e incrementare le aree a verde …che caratterizza il nostro paesaggio….”.

Ed ecco cosa dice lo stesso regolamento all’Art. 2 Obiettivi: “Il presente Regolamento si propone in particolare di: incrementare la quantità e la qualità del verde urbano per migliorare i parametri ambientali e in particolare il microclima; tutelare e promuovere il verde come elemento qualificante del contesto urbano, come fattore di miglioramento della qualità della vita degli abitanti e attrattore di nuove iniziative economiche e turistiche nel territorio, sviluppate con criteri ecocompatibili…”

“Probabilmente, sottolinea ancora Lisi, per l’Amministrazione lo scempio degli arbusti di piazza Università sarebbe da indentificare come “…criteri ecocompatibili..” così come l’inquinamento da smog che ci avvelena giornalmente, senza che si faccia nulla per ridimensionarlo,  e che potrebbe essere in parte abbattuto proprio dalle piante e dal loro sistema fogliario!

Ed ancora all’Art. 11 sui Comportamenti vietati, ecco cosa recita il punto d) “Nelle aree adibite a verde pubblico sono vietati i seguenti comportamenti, fatti salvi i divieti scaturiti da altre norme vigenti in materia:

  1. danneggiare, manomettere, tagliare, asportare le piante, quali alberi, arbusti, prati e piante da fiore, nonché terra o terriccio.

“Dulcis in fundo, prosegue la lettera dell’associazione ambientalista, ecco l’aspetto sanzionatorio che allontana ancora di più, se vogliamo, l’Amministrazione dal suo regolamento del verde: Art.26 Danneggiamenti; “Chiunque cagioni danno a un albero o a una superficie di verde ornamentale, di proprietà comunale, è tenuto a rifondere all’amministrazione Comunale una somma pari al valore del danno calcolato in virtù del metodo di stima indicato nel presente regolamento.

I danneggiamenti che compromettono la vita di una pianta arborea sono considerati a tutti gli effetti abbattimenti non autorizzati e come tali sanzionati…” . La sanzione prevista dal regolamento per gli abbattimenti di alberature pubbliche, come gli arbusti di piazza Università, va da “80 a 480 euro” ma a questa sanzione si deve aggiungere “il valore ornamentale della pianta arbitrariamente abbattuta”.

“Adesso ci chiediamo, conclude Alfio Lisi, e chiediamo al Sindaco: chi dovrà risarcire i cittadini dallo scempio di piazza Università? Forse la Giunta ha intenzione di ritirare per coerenza il Regolamento per il verde della città?”

Come sempre CronacaOggiQuotidiano si augura di poter ospitare anche la voce dell’amministrazione potendo in tal modo garantire una corretta informazione “bipartisan” ed assoluta trasparenza nei confronti dei nostri lettori che potranno commentare nello spazio aperto a tutti.

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