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Ad Asiago Thibaut Pinot batte in volata Zakarin, Nibali, Pozzovivo e Quintana e si aggiudica la 20^ tappa. Quintana resta in rosa davanti a Nibali e Pinot.

Forse solo a fine Giro alcuni si sono accorti di quanto fosse corta la classifica e quanto fosse vicino il profumo della rosa. Il suo fortissimo fascino, che ha finalmente stregato un paio di attori principali, ha contribuito a rendere bellissima una frazione dal profilo non proprio irresistibile. Salendo per il Monte Grappa si vedono finalmente al comando i Katusha. Zakarin, il loro condottiero, dopo aver corso da corsaro l’intero Giro guadagnando spiccioli qua e là, decide finalmente che è il caso di prendere di petto la situazione. Davanti Teuns e Devenyns hanno un paio di minuti di vantaggio, sanno che pagheranno cara l’incertezza della classifica e che per loro sarà pressoché impossibile portare in porto il tentativo. Kiserlovski spremerà la fila in modo esemplare, resteranno con lui solo otto uomini, i migliori con Dumoulin appeso al tram. Tutto molto spettacolare, ma non bisogna aspettare mai l’ultima bottega per comprare. In effetti di bottega ce ne sarebbe un’altra, la salita di Foza. Non un granché, ma questo passa il convento.

Sulla salita finale del Giro, mentre il tentativo dei fuggitivi va rapidamente spegnendosi, si rivede in testa al gruppo il trotterellare della Movistar degli ultimi giorni incapace di staccare chiunque. Ed allora, visto l’andazzo, è sempre lui a cercare di dare un senso alla tappa ed al finale del Giro. Nibali parte e stana un Quintana sin qui più abulico del solito. Il la del messinese apre il tema del dibattito del giorno, cercare di staccare Dumoulin, la spada di Damocle che tutti i migliori hanno sul collo. Gli scatti si susseguono e portano allo scoperto Zakarin e Pozzovivo. Dietro Il trio Pinot, Nibali e Quintana riesce a mettere un po’ di spazio se e l’olandese. Finalmente anche il francese non cerca solo la rimessa e prova a fare le cose sul serio. Da lì a poco nascerà un braccio di ferro che proseguirà sino all’arrivo. Al comando cinque uomini Zakarin, Pozzovivo, Pinot, Nibali e Quintana, hanno davanti quindici chilometri per metterci mezza pezza, stranamente non trovano subito la giusta simbiosi. Se la passa meglio Dumoulin che insegue ad un tiro di schioppo insieme a Mollema ed Jungels. La volata finale ha poca storia. Tolto il guizzo provato da Pozzovivo ai trecento metri, si risolve facilmente a favore del più veloce Pinot. Il plotoncino guadagnerà l’inezia di 15’’ su Dumoulin e gli altri.

La nuova classifica generale assomiglia tantissimo a quella di ieri. Quintana è al comando, con 39’’ su Nibali, 43’’ su Pinot, 53’’su Dumoulin. Quinto Zakarin a 1’15’’, sesto Pozzovivo a 1’30’’.

La decisione dunque alla crono finale, da Monza a Milano 29 km piatti, fatti apposta per gli specialisti della materia. Un po’ tutti a cercare un pathos che forse non c’e’, perchè  Dumoulin è nettamente favorito per il successo finale. Cosa dovrebbe succedere perché l’olandese fallisca l’obiettivo? I margini sono veramente pochi, come pochi sono i secondi di cui dispone Quintana e pochissimi quelli di Nibali e Pinot. Forse l’unica variabile con cui dovrà fave i conti Dumoulin è la fatica immensa che ha profuso nelle ultime battute del Giro battendosi come un leone.  In tutta sincerità penso proprio che risolverà in fretta il problema facendo sua la partita finale. Se così sarà, si tratterà di un successo strameritato.

Per il resto del podio, è tutto da decidere. Nibali non è affatto sicuro di poterne occupare un gradino, le insidie vengono da tutte le parti. Un’unica certezza, si batterà bene come ha sempre fatto in tutto il Giro.

Dumoulin ha quasi vinto il Giro, Nibali l’ha quasi perso. Quasi!

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

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