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Il cielo plumbeo di Dusseldorf dà il suo bel contributo al primo responso di questa edizione del Tour de France. Al successo un po’ a sorpresa di Thomas, che consegna al gallese anche la prima maglia gialla della carriera, fa da contrappeso il ritiro di Valverde a causa di una brutta caduta rimediata in una delle tante curve della breve crono di apertura e conseguente urto violento sulle transenne.

I disegnatori non avevano certo pensato ad un impatto importante della crono iniziale sulla classifica generale. Ci ha pensato il tempo a sparigliare i conti e rimescolare le carte. La pioggia e la strada bagnata hanno inciso sulla volontà di tanti che non hanno corso al massimo delle loro possibilità. E’ successo a tutti i livelli , fra gli uomini avvezzi alla disciplina delle lancette, fra gli uomini con ambizioni di classifica, fra i velocisti che con una buona prova potevano concretamente ambire alla maglia di leader nei prossimi giorni adattissimi alle loro ruote.

Fra i favoriti per il successo parziale, oltre Thomas, bene anche Kung e Kyrienka ; deludono un po’ Tony Martin e Van Emden, tanto Roglic. Volendoci pensare, con le condizioni odierne, il successo di Thomas sorprende ancor di più . Il gallese, solito spingere rapporti impossibili, non era certo avvantaggiato dalle condizioni climatiche avverse che imponevano un continuo rilancio della velocità all’uscita di ogni curva.
Froome, fra i candidati al successo finale, è stato il più bravo a svolgere l’insidioso compito e a mettere in cascina un bel po’ di fieno che materializzato in secondi vale 25’’ su Simon Yates, 35’’ su Porte, finito appaiato al suo angelo custode Damiano Caruso,36’’su Quintana,38’’ e 39’’ sui gemelli avversi Pinot e Bardet ,50’’su Aru, 52’’su Contador e su Fuglsang.

Fra i velocisti il migliore è Kittel, buon 9^ a 16’’. Il ritardo rimediato oggi e gli abbuoni in palio nei prossimi giorni autorizzano sogni gialli.
In casa nostra detto di Aru, bellissima prova di Trentin, quinto a 10’’. Anche lui ha la maglia a tiro, Kittel e Gilbert permettendo.
Andiamo alle dolenti note. Valverde chiude brutalmente il suo Tour appena iniziato probabilmente con troppo piglio. Con lui, per lo stesso motivo, è costretto a lasciare la compagnia anche Jon Izagirre, alfiere della Barhain Merida che partiva con qualche ambizione di classifica. Troppe cadute, tutte pericolosamente a ridosso delle transenne prive di alcuna protezione, non lasciano esente da colpe l’organizzazione del Tour, da sempre tronfia e da anni per nulla impeccabile.

La Grand Boucle prosegue all’estero, dopo la Germania tocca al Belgio ospitarla. A Liegi l’arrivo della seconda frazione non dovrebbe sfuggire ai velocisti malgrado il finale non proprio piatto.

Dimenticavo, questo Tour è cominciato allo stesso modo di come era finita l’edizione scorsa.
Il dominio Sky nel prologo è stato netto, con quattro uomini nella top ten.

Speriamo che qualcuno abbia la forza per tentare di cambiare spartito.

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

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