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Terzo successo di Kittel in questo Tour de France. Dopo Liegi e Troyes ecco che il tedesco vince anche a Nuits Saint Georges. Battuto di un nulla Boasson Hagen, terzo Matthews. La classifica generale resta immutata.

La Troyes- Nuits Saint Georges è andata come doveva andare, con il copione recitato alla perfezione dalla carovana senza alcuna voce fuori dal coro. Il ruolo di fuggitivi senza speranze oggi è toccato a Gene, Mori, Bouet e Van Baarle, anche perché al Tour con 3’30’’ di vantaggio massimo e duecento chilometri di pianura davanti non si va da nessuna parte. Ripresi ai meno sei, tutti pronti per lo spettacolo monotematico preferito dai disegnatori. 

Sotto il triangolo rosso dell’ultimo chilometro è la Quick Step a comandare le operazioni. Kittel dispone ancora di Sabatini e Trentin. Tuttavia il tedesco resta solo a quattrocento metri dall’arrivo, in un attimo sceglie di scalare in terza posizione alle spalle della coppia Dimension Data Van Rensburg- Boasson Hagen. E’ la mossa che gli consegnerà parte del successo. Ottimo il lavoro di Van Rensburg in favore di Boasson Hagen. Per quest’ultimo, al momento del lancio del compagno, sembra fatta, purtroppo per lui non ha fatto i conti con il fondo schiena di Kittel che in rimonta riuscirà a bruciarlo per soli 6 millimetri. Terzo Matthews, quarto Kristoff, attualmente apprezzabile più per la buona volontà e la costanza che per l’efficacia del suo spunto .

Domani si approccia il massiccio del Jura. L’ottava tappa va da Dole a Station de Rousses in 187km. La frazione vallonata è classificata di alta montagna in virtù del Montee de la Combe de Laisia les Molunes, 11,7 km al 6,4 %, poco più di una collina presente ad una quindicina di chilometri dall’arrivo. Nulla di che, ma con quel che passa il convento Il Salotto del Ciclismo dovrà accontentarsi. Detto che Kittel, Demare e compagnia dovrebbero staccarsi, la frazione è impronosticabile, con gli uomini di classifica che difficilmente si faranno cogliere in fallo.

Non sono un tipo fortunato, c’e’ chi al Tour si diverte comunque, anche a guardare i cavalli che corrono accanto alla carovana, oppure a osservare le strane coreografie con i trattori, o i vigneti che si perdono a vista d’occhio, o gli immancabili castelli.

Io no, non mi diverto. Ho l’impressione che da qui a Parigi vedrò poco altro, mi sa che dovrò farmi piacere trattori e cavalli.

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

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