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A Peyragudes gioscono Bardet e Aru. Il francese si aggiudica la prima tappa pirenaica in volata su Uran ed Aru. Il sardo è il nuovo leader della corsa con Froome a 6’’, terzo è Bardet distanziato di 25’’.

La frazione è stata un lungo monologo della Sky. Froome aveva evidentemente segnato con un cerchietto l’importante appuntamento pirenaico per dare una assestamento più deciso alla classifica generale. Del resto in tutti i successi alla Grande Boucle di Froome il primo colpo fondamentale era stato sempre messo a segno sui Pirenei. Non sempre però i piani studiati sulla carta trovano riscontri sulla strada. Questo malgrado tutto era stato svolto nel migliore dei modi.

La fuga di dodici uomini che si era avvantaggiata in avvio era riuscita ad assicurarsi un discreto vantaggio superiore ai 6 primi, ma il piglio con il quale gli uomini di Froome hanno aggredito le impegnative salite presenti nella seconda metà della frazione lasciava pochi dubbi sulle intenzioni del capoclassifica. A turno Rowe, Kness, Kyrienka, Kwiatowski hanno ridotto il distacco dai primi selezionando il gruppo man mano che si andava avanti. Il lavoro sul Peyresourde e sullo strappo finale sino al traguardo è stato di competenza di Nieve prima e Landa poi.

Per tutti gli altri è stato un paziente gioco snervante e di limatura senza che nessuno pensasse mai di mettere il naso fuori dalla fila. Semplicemente perché non c’era dove andare. Ad otto chilometri dall’arrivo, in piena scalata del Peyresourde, veniva ripreso Cummings, ultimo dei reduci degli uomini in avanscoperta. A questo punto il faccia a faccia era fra i nove uomini rimasti al comando, fra i quali mancavano già Contador e Quintana, staccatisi in precedenza.
Negli ultimi duemila metri che conducevano all’arrivo tutti attendevano che Froome con la sua tipica frullata finalizzasse l’immane lavoro dei compagni. Frullata che tardava ad arrivare. Ci ha pensato Aru a smascherare l’appannamento della maglia gialla rompendo gli indugi ai meno trecento dove la rampa diventava verticale. Froome ha accusato immediatamente il colpo, non così Bardet e Uran che riuscivano a rimontare il sardo e superarlo sulla linea d’arrivo. Froome chiuderà settimo a 22’’ dal vincitore ed a venti da Aru perdendo il simbolo del primato a favore di quest’ultimo.

La maglia gialla torna dunque sulle spalle di un italiano dopo Parigi 2014. Lì l’aveva portata, a coronamento di un sogno, Nibali anche lui indossandola curiosamente sul tricolore. Facendo tutti gli scongiuri del caso e senza facili trionfalismi è evidente che anche questa maglia gialla non è vestita da spalle casuali. Aru la veste con merito avendo corso sin qui in modo impeccabile, capitalizzando al massimo le occasioni che gli sono capitate che sono nel contempo servite ad evidenziare piccole ma significative crepe nell’armatura del favorito numero uno della vigilia. Froome, dal canto suo, spogliato del simbolo del primato, resta sempre lì a pochi secondi con tutte le credenziali intatte. Ora la responsabilità della corsa passa sulle spalle dell’Astana, squadra deboluccia che ha perso qualche elemento. Questo potrebbe essere un bel problema per Aru, anche perché i suoi avversari diretti per il successo finale, Froome e Bardet, dispongono di compagini di ben altro spessore. Addirittura la Sky, cambiando radicalmente tattica, potrebbe giocare la carta Landa non lontano in classifica. Chi lo inseguirebbe? Bel punto di domanda. E Bardet e la sua ciurma? Il francese diventa ogni giorno più temibile.
Prime risposte sullo smacco odierno subito dalla Sky (perché di questo si è trattato) si potrebbero avere sin dalla breve frazione di domani, da Saint Girons a Foix di 101 km, sempre sui Pirenei. Tappa con tre colli, arrivo al termine di una lunga discesa e terreno adattissimo agli agguati.

Damiano Caruso

Se si vuol coronare questo sogno bisogna superare tutti gli ostacoli, pensiamo dunque a superare questo. Lo faremo vestiti di giallo. Non è poco.

Intanto oggi è di fatto iniziato il nuovo Tour di Damiano Caruso, il ragusano, nuovo leader della BMC dopo le sfortune di Porte, finendo a ridosso dei primi assieme a Quintana e Contador, ha iniziato la sua risalita in classifica che lo vede già a ridosso della top ten.

Non è la prima volta che viene chiamato a ridefinire i propri orizzonti oltre il giro di boa.
Un in bocca al lupo a Damiano per il suo nuovo Tour!

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

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